Fials Bat: «Ritardi nel reclutamento e nell'organizzazione del Dipartimento di prevenzione Asl»
L'organizzazione sindacale solleva diverse gravi criticità
martedì 24 novembre 2020
«Il Dipartimento di prevenzione e dell'assistenza territoriale della Asl Bt, di certo non per volontà di chi ci lavora, rimane il grande assente nella battaglia contro la pandemia Covid-19 e infatti manca ancora la sua necessaria riorganizzazione». Lo sostengono, in una nota, i segretari provinciali della Fials Bat Angelo Somma e Sergio Di Liddo.
«Quella che si osserva è un'assistenza territoriale inadeguata che ha lasciato i cittadini senza forme di protezione e contrasto dalla pandemia» hanno aggiunto.
«Scontiamo le carenze di personale determinate da un Piano dei fabbisogni del personale (piu volte contestato dalla Fials) presentato e accettato dalla Regione Puglia palesemente inadeguato agli effettivi bisogni dei cittadini della Provincia Bat.
Così come è stata colpevolmente rinviata a data da destinarsi l'attuazione della riorganizzazione delle attività territoriali aspettando non si sa quale provvedimento regionale» hanno rimarcato i due sindacalisti biscegliesi.
«Tardivi e sterili sono gli sforzi messi in campo a novembre per reclutare personale sanitario al fine di rimpinguare gli organici già carenti in condizioni normali» ha ricordato Fials Bat, riferendosi a un Dipartimento che oltre a essere in prima linea nel contrasto all'emergenza Covid svolge anche altri servizi importanti per la popolazione, come le vaccinazioni di bambini e neonati.
«Su quest'ultimo servizio, in alcuni casi come a Bisceglie, da quando è stato disposto il trasferimento degli ambulatori si registrano problemi di natura strutturale, come spazi insufficienti al punto che per evitare assembramenti all'interno le mamme assieme ai neonati sono costretti ad attendere il loro turno fuori dagli ambulatori esposti alle intemperie» hanno rilevato Somma e Di Liddo.
«Purtroppo a tutt'oggi, assistiamo al continuo diffondersi della pandemia con trasmissione del contagio da Covid–19 tra la popolazione, e cosa più grave tra gli operatori sanitari che quotidianamente risultano contagiati dal virus. Non si contano le continue e giornaliere lamentele da parte dei cittadini, a partire dai notevoli ritardi nella comunicazione dell'esito dei tamponi. I cittadini, oltre ad affrontare lunghissime code per effettuare il tampone molecolare, devono aspettare giorni se non settimane per riceverne l'esito, notifiche di quarantena che arrivano in ritardo, quando la quarantena sta ormai per terminare: è un autentico calvario nonostante i ben quattro numeri telefonici da poter contattare. Senza contare che ciò di fatto non consente al cittadino, in caso di esito negativo, il ritorno alla vita normale e cioè portare i figli a scuola o riprendere l'attività lavorativa» hanno spiegato.
«Nel caso di esito positivo, la lunga attesa tra tampone e risultato non permette un rapido isolamento al fine di circoscrivere il contagio e la conseguente comunicazione alla Prefettura per i controlli da parte delle forze dell'ordine, quindi nel frattempo molti di questi cittadini (probabili positivi al Covid) se ne possono andare tranquillamente in giro a svolgere le loro attività quotidiane» hanno evidenziato.
«Altri gravi ritardi si registrano anche nella comunicazione alle persone sottoposte ad isolamento, abbandonate a loro stesse. Com'è possibile che con quest'emergenza in corso ormai da mesi non sia stata prevista una modalità che permetta - a chi è impossibilitato a recarsi di persona allo sportello - di ottenere da remoto ciò che gli spetta?
Nessuna possibilità di riceverle, nemmeno per chi si trova in isolamento/quarantena: è veramente una situazione assurda!» hanno denunciato.
«È, infatti, sempre più evidente che un'adeguata rete di assistenza sul territorio non è solo una questione di civiltà a fronte delle difficoltà del singolo e delle persone con disabilità e cronicità, ma rappresenta l'unico strumento di difesa per affrontare e contenere con rapidità fenomeni come quello che stiamo combattendo.
L'insufficienza delle risorse umane destinate al territorio ha reso più tardivo e ha fatto trovare disarmato il primo fronte che doveva potersi opporre al dilagare della pandemia e che si è trovato esso stesso coinvolto nelle difficoltà della popolazione, pagando un prezzo in termini di vite molto alto» hanno argomentato i referenti dell'organizzazione sindacale.
«Apprezziamo gli sforzi profusi con abnegazione dal poco personale sanitario e amministrativo nonché dal Direttore del Dipartimento di prevenzione travolti da questa seconda ondata del Covid-19 e costretti troppo spesso a "combattere a mani nude", e chiediamo se non fosse stato più giusto incrementare il personale sanitario e amministrativo sul territorio della Asl Bt per evitare che il virus prendesse il sopravvento paralizzando tutti gli ospedali del territorio» hanno concluso dalla Fials..
«Quella che si osserva è un'assistenza territoriale inadeguata che ha lasciato i cittadini senza forme di protezione e contrasto dalla pandemia» hanno aggiunto.
«Scontiamo le carenze di personale determinate da un Piano dei fabbisogni del personale (piu volte contestato dalla Fials) presentato e accettato dalla Regione Puglia palesemente inadeguato agli effettivi bisogni dei cittadini della Provincia Bat.
Così come è stata colpevolmente rinviata a data da destinarsi l'attuazione della riorganizzazione delle attività territoriali aspettando non si sa quale provvedimento regionale» hanno rimarcato i due sindacalisti biscegliesi.
«Tardivi e sterili sono gli sforzi messi in campo a novembre per reclutare personale sanitario al fine di rimpinguare gli organici già carenti in condizioni normali» ha ricordato Fials Bat, riferendosi a un Dipartimento che oltre a essere in prima linea nel contrasto all'emergenza Covid svolge anche altri servizi importanti per la popolazione, come le vaccinazioni di bambini e neonati.
«Su quest'ultimo servizio, in alcuni casi come a Bisceglie, da quando è stato disposto il trasferimento degli ambulatori si registrano problemi di natura strutturale, come spazi insufficienti al punto che per evitare assembramenti all'interno le mamme assieme ai neonati sono costretti ad attendere il loro turno fuori dagli ambulatori esposti alle intemperie» hanno rilevato Somma e Di Liddo.
«Purtroppo a tutt'oggi, assistiamo al continuo diffondersi della pandemia con trasmissione del contagio da Covid–19 tra la popolazione, e cosa più grave tra gli operatori sanitari che quotidianamente risultano contagiati dal virus. Non si contano le continue e giornaliere lamentele da parte dei cittadini, a partire dai notevoli ritardi nella comunicazione dell'esito dei tamponi. I cittadini, oltre ad affrontare lunghissime code per effettuare il tampone molecolare, devono aspettare giorni se non settimane per riceverne l'esito, notifiche di quarantena che arrivano in ritardo, quando la quarantena sta ormai per terminare: è un autentico calvario nonostante i ben quattro numeri telefonici da poter contattare. Senza contare che ciò di fatto non consente al cittadino, in caso di esito negativo, il ritorno alla vita normale e cioè portare i figli a scuola o riprendere l'attività lavorativa» hanno spiegato.
«Nel caso di esito positivo, la lunga attesa tra tampone e risultato non permette un rapido isolamento al fine di circoscrivere il contagio e la conseguente comunicazione alla Prefettura per i controlli da parte delle forze dell'ordine, quindi nel frattempo molti di questi cittadini (probabili positivi al Covid) se ne possono andare tranquillamente in giro a svolgere le loro attività quotidiane» hanno evidenziato.
«Altri gravi ritardi si registrano anche nella comunicazione alle persone sottoposte ad isolamento, abbandonate a loro stesse. Com'è possibile che con quest'emergenza in corso ormai da mesi non sia stata prevista una modalità che permetta - a chi è impossibilitato a recarsi di persona allo sportello - di ottenere da remoto ciò che gli spetta?
Nessuna possibilità di riceverle, nemmeno per chi si trova in isolamento/quarantena: è veramente una situazione assurda!» hanno denunciato.
«È, infatti, sempre più evidente che un'adeguata rete di assistenza sul territorio non è solo una questione di civiltà a fronte delle difficoltà del singolo e delle persone con disabilità e cronicità, ma rappresenta l'unico strumento di difesa per affrontare e contenere con rapidità fenomeni come quello che stiamo combattendo.
L'insufficienza delle risorse umane destinate al territorio ha reso più tardivo e ha fatto trovare disarmato il primo fronte che doveva potersi opporre al dilagare della pandemia e che si è trovato esso stesso coinvolto nelle difficoltà della popolazione, pagando un prezzo in termini di vite molto alto» hanno argomentato i referenti dell'organizzazione sindacale.
«Apprezziamo gli sforzi profusi con abnegazione dal poco personale sanitario e amministrativo nonché dal Direttore del Dipartimento di prevenzione travolti da questa seconda ondata del Covid-19 e costretti troppo spesso a "combattere a mani nude", e chiediamo se non fosse stato più giusto incrementare il personale sanitario e amministrativo sul territorio della Asl Bt per evitare che il virus prendesse il sopravvento paralizzando tutti gli ospedali del territorio» hanno concluso dalla Fials..