Fials Bat solleva la questione tute protettive negli ospedali di Bisceglie e Barletta
L'organizzazione sindacale ha chiesto il ritiro immediato
sabato 12 dicembre 2020
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Un servizio andato in onda martedì 8 dicembre nel corso della trasmissione di Rete 4 "Fuori dal coro", condotta da Mario Giordano, ha suscitato reazioni di diverso tenore negli ambienti sanitari e dubbi rispetto all'efficacia delle tute protettive in dotazione al personale di alcune strutture ospedaliere pugliesi.
«Secondo quanto riportato dal servizio televisivo le tute hanno una etichetta che riporta il codice 3B/4B (protezione dal rischio biologico) sovrapposta all'etichetta originale che riporta invece il codice 5B/6B (protezione solo dalle polveri) e quindi tute tipicamente usate in agricoltura e in edilizia» hanno rimarcato i biscegliesi Angelo Somma e Sergio Di Liddo, della segreteria provinciale Fials Bat.
«Considerato che tute di identica marca sono state distribuite nelle unità operative degli ospedali della Asl Bt - iin particolare nei reparti del Covid hospital "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie e del "Dimiccoli" di Barletta - ci sono giunte numerose segnalazioni, sollecitazioni e richieste di intervento da parte del personale sanitario preoccupato per la propria incolumità fisica e per quella dei familiari» hanno aggiunto, chiedendo all'azienda sanitaria locale chiarimenti in merito.
«Non avendo ricevuto alcun riscontro alle nostre due precedenti note, auspichiamo che non sfuggano le preoccupazioni già segnalate in merito alle mascherine FFP3 marca Jun Yue con la dicitura "no medical device" successivamente sostituite con ffp3 professionali, ma ancora circolanti in alcune unità operative» hanno rilevato, domandando anche se nell'Asl Bt «esista un organo o una commissione di controllo «per valutare se i dispositivi di protezione individuale consegnati nelle farmacie aziendali siano idonei o meno».
Purtroppo i casi di positività al Covid-19 degli operatori sanitari continuano a salire: «Riteniamo utile, al fine di garantire la tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro dei dipendenti, predisporre un nuovo protocollo aumentando i livelli di protezione nonché adoperarsi per avere a disposizione dispositivi in quantità adeguate e di qualità» hanno commentato Somma e Di Liddo, rimarcando: «In queste situazioni bisogna fare di tutto per ridurre la probabilità dello sviluppo di sindrome burn-out negli operatori, e la percezione di essere protetti dall'infezione adeguatamente con dispositivi idonei e sicuri e il primo punto per andare nella giusta direzione».
La Fials Bat ha chiesto il ritiro immediato dalle unità operative delle tute e che «si proceda immediatamente alla loro sostituzione con altre tute protettive professionali idonee che permettano al personale di lavorare in totale e assoluta sicurezza. Diversamente chiediamo la certificazione attraverso il medico addetto alla sorveglianza sanitaria sull'efficacia e la sicurezza delle tute in questione. In assenza di riscontro saremo costretti a denunciare il caso agli organi competenti».
«Secondo quanto riportato dal servizio televisivo le tute hanno una etichetta che riporta il codice 3B/4B (protezione dal rischio biologico) sovrapposta all'etichetta originale che riporta invece il codice 5B/6B (protezione solo dalle polveri) e quindi tute tipicamente usate in agricoltura e in edilizia» hanno rimarcato i biscegliesi Angelo Somma e Sergio Di Liddo, della segreteria provinciale Fials Bat.
«Considerato che tute di identica marca sono state distribuite nelle unità operative degli ospedali della Asl Bt - iin particolare nei reparti del Covid hospital "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie e del "Dimiccoli" di Barletta - ci sono giunte numerose segnalazioni, sollecitazioni e richieste di intervento da parte del personale sanitario preoccupato per la propria incolumità fisica e per quella dei familiari» hanno aggiunto, chiedendo all'azienda sanitaria locale chiarimenti in merito.
«Non avendo ricevuto alcun riscontro alle nostre due precedenti note, auspichiamo che non sfuggano le preoccupazioni già segnalate in merito alle mascherine FFP3 marca Jun Yue con la dicitura "no medical device" successivamente sostituite con ffp3 professionali, ma ancora circolanti in alcune unità operative» hanno rilevato, domandando anche se nell'Asl Bt «esista un organo o una commissione di controllo «per valutare se i dispositivi di protezione individuale consegnati nelle farmacie aziendali siano idonei o meno».
Purtroppo i casi di positività al Covid-19 degli operatori sanitari continuano a salire: «Riteniamo utile, al fine di garantire la tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro dei dipendenti, predisporre un nuovo protocollo aumentando i livelli di protezione nonché adoperarsi per avere a disposizione dispositivi in quantità adeguate e di qualità» hanno commentato Somma e Di Liddo, rimarcando: «In queste situazioni bisogna fare di tutto per ridurre la probabilità dello sviluppo di sindrome burn-out negli operatori, e la percezione di essere protetti dall'infezione adeguatamente con dispositivi idonei e sicuri e il primo punto per andare nella giusta direzione».
La Fials Bat ha chiesto il ritiro immediato dalle unità operative delle tute e che «si proceda immediatamente alla loro sostituzione con altre tute protettive professionali idonee che permettano al personale di lavorare in totale e assoluta sicurezza. Diversamente chiediamo la certificazione attraverso il medico addetto alla sorveglianza sanitaria sull'efficacia e la sicurezza delle tute in questione. In assenza di riscontro saremo costretti a denunciare il caso agli organi competenti».