Fials: «Nuove mascherine professionali, l'Asl ha accolto le nostre segnalazioni»
Somma e Di Liddo: «Tutelare la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro deve restare una priorità»
venerdì 27 novembre 2020
8.28
Mascherine professionali FFP3 sono state distribuite in questi giorni, secondo quanto fatto sapere dalla Fials, al persone delle unità operative degli ospedali "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie e "Dimiccoli" di Barletta.
«Dopo il nostro duplice intervento, a seguito di pressanti sollecitazioni da parte del personale sanitario, l'Asl Bt ha prontamente accolto le segnalazioni relative alle mascherine di produzione cinese indicate come "No medical device" (ovvero dispositivo non medico) e proceduto a una fornitura di mascherine FFP3 munite di apposita certificazione» hanno spiegato Angelo Somma e Sergio Di Liddo, segretari provinciali dell'organizzazione sindacale, che avevano chiesto il ritiro immediato dei dispotivi ritenuti di dubbia efficacia e la loro sostituzione.
«Grazie anche all'attenzione e alla sensibilità mostrata della Direzione strategica aziendale dell'Asl Bt il personale sanitario potrà continuare a prestare servizio con dispositivi di protezione individuale idonei e in totale sicurezza, con adeguate protezioni, in particolar modo nelle unità operative di rianimazione, terapia intensiva, e sub intensiva nelle quali sono ricoverati pazienti che necessitano di terapia con ossigeno ad alti flussi» hanno aggiunto.
«Purtroppo i casi di positività al virus SARS-Cov2 degli operatori sanitari (alcuni dei quali sono ricoverati) destano seria preoccupazione per l'incolumità del personale. Tutelare la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro, in questa grave emergenza sanitaria, deve restare una priorità» hanno evidenziato, riscontrando anche «la carenze di divise omonouso in questi ultimi giorni» e invitando la Direzione generale a provvedere il prima possibile.
«Per tutelare al massimo il personale dipendente sarebbe necessario predisporre un nuovo protocollo aumentando i livelli di protezione e adoperarsi scrupolosamente per disporre di dispotivi di protezione individuale in quantità adeguate e di qualità, con riferimenti a norme tecniche considerate per la certificazione della conformità» hanno puntualizzato Somma e Di Liddo. «In questo periodo di pandemia non si deve mai dimenticare l'aspetto motivazionale e psicologico in relazione al personale addetto all'assistenza, che vive un'evidente situazione di enorme sovraccarico di lavoro e di stress».
«Dopo il nostro duplice intervento, a seguito di pressanti sollecitazioni da parte del personale sanitario, l'Asl Bt ha prontamente accolto le segnalazioni relative alle mascherine di produzione cinese indicate come "No medical device" (ovvero dispositivo non medico) e proceduto a una fornitura di mascherine FFP3 munite di apposita certificazione» hanno spiegato Angelo Somma e Sergio Di Liddo, segretari provinciali dell'organizzazione sindacale, che avevano chiesto il ritiro immediato dei dispotivi ritenuti di dubbia efficacia e la loro sostituzione.
«Grazie anche all'attenzione e alla sensibilità mostrata della Direzione strategica aziendale dell'Asl Bt il personale sanitario potrà continuare a prestare servizio con dispositivi di protezione individuale idonei e in totale sicurezza, con adeguate protezioni, in particolar modo nelle unità operative di rianimazione, terapia intensiva, e sub intensiva nelle quali sono ricoverati pazienti che necessitano di terapia con ossigeno ad alti flussi» hanno aggiunto.
«Purtroppo i casi di positività al virus SARS-Cov2 degli operatori sanitari (alcuni dei quali sono ricoverati) destano seria preoccupazione per l'incolumità del personale. Tutelare la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro, in questa grave emergenza sanitaria, deve restare una priorità» hanno evidenziato, riscontrando anche «la carenze di divise omonouso in questi ultimi giorni» e invitando la Direzione generale a provvedere il prima possibile.
«Per tutelare al massimo il personale dipendente sarebbe necessario predisporre un nuovo protocollo aumentando i livelli di protezione e adoperarsi scrupolosamente per disporre di dispotivi di protezione individuale in quantità adeguate e di qualità, con riferimenti a norme tecniche considerate per la certificazione della conformità» hanno puntualizzato Somma e Di Liddo. «In questo periodo di pandemia non si deve mai dimenticare l'aspetto motivazionale e psicologico in relazione al personale addetto all'assistenza, che vive un'evidente situazione di enorme sovraccarico di lavoro e di stress».