Regione: Filippo Caracciolo, indagato, rassegna le dimissioni da assessore
L'esponente del Partito Democratico è candidato alla Camera nel collegio Puglia 2 che comprende Barletta, Andria e Trani
mercoledì 7 febbraio 2018
10.25
Filippo Caracciolo, esponente di rilievo del Partito Democratico e in corsa per un seggio a Montecitorio nel collegio uninominale Puglia 2 (che comprende i tre comuni capoluogo della provincia Bat ma non Bisceglie), ha rassegnato le dimissioni dalla carica di assessore regionale all'ambiente.
Caracciolo risulterebbe indagato in merito alla gara d'appalto da 5.8 milioni di euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato, vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, fermato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia.
I reati ipotizzati dal fascicolo d'indagine sarebbero corruzione e turbativa d'asta. Secondo quanto emerso sarebbero coinvolti anche altri soggetti fra cui il presidente della commissione aggiudicatrice della gara, al quale il politico avrebbe garantito un posto di lavoro in cambio di assistenza elettorale. Circostanze, naturalmente, tutte da dimostrare.
La vicenda trae le origini da un pedinamento delle Fiamme Gialle svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione.
Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia. Vito Bruno: secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società dl Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente.
Le deleghe di Caracciolo sono state momentaneamente affidate dal presidente Michele Emiliano all'assessore Raffaele Piemontese.
Caracciolo risulterebbe indagato in merito alla gara d'appalto da 5.8 milioni di euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato, vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, fermato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia.
I reati ipotizzati dal fascicolo d'indagine sarebbero corruzione e turbativa d'asta. Secondo quanto emerso sarebbero coinvolti anche altri soggetti fra cui il presidente della commissione aggiudicatrice della gara, al quale il politico avrebbe garantito un posto di lavoro in cambio di assistenza elettorale. Circostanze, naturalmente, tutte da dimostrare.
La vicenda trae le origini da un pedinamento delle Fiamme Gialle svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione.
Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia. Vito Bruno: secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società dl Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente.
Le deleghe di Caracciolo sono state momentaneamente affidate dal presidente Michele Emiliano all'assessore Raffaele Piemontese.