«Finché non le provi sulla tua pelle non ci credi»
Pietro Consiglio sugli attacchi social all'amministrazione e il precedente della vicenda del tesseramento di massa al Pd: «Spero che in molti colgano l'occasione per farsi un esame di coscienza»
martedì 25 maggio 2021
8.55
«È proprio vero: finché non le provi sulla tua pelle non ci credi». Parole eloquenti, quelle utilizzate dall'ex consigliere comunale Pietro Consiglio, a margine delle reazioni che prima Gianni Naglieri (clic per saperne più) e in seguito tutti gli assessori della Giunta di Bisceglie, attraverso una nota congiunta (clic per saperne di più), hanno esternato a proposito di alcuni attacchi ricevuti social.
«Dispiace che per capire cosa significa essere posti alla gogna alcuni abbiano dovuta provarla su se stessi» ha sostenuto Consiglio, facendo ovviamente riferimento alla campagna mediatica che si scatenò quando tutti gli esponenti dell'amministrazione guidata da Francesco Spina (e non solo) effettuarono un massiccio tesseramento al Partito Democratico.
«Quando questo succede ad altri sembra una cosa di poco conto; quando sono arrivate le televisioni nazionali a dare la caccia all'uomo sembrava una cosa normale, naturale. Nessuno si è preoccupato dei danni e della violenza inferta agli obiettivi e soprattutto agli innocenti familiari, addirittura, è sembrato che alcuni incitassero tali azioni» ha ricordato Pietro Consiglio.
«Ecco, io non sono d'accordo nel girare la testa dall'altra parte e magari pensare, con un sorriso sornione, che "Non è a me, se lo sono meritati" etc...
Ritengo che, nonostante tutto, anche in caso di azioni ritenute, per usare un eufemismo, sconsiderate quali le promesse elettorali mancate e indifendibili, vada espressa la solidarietà a chi è vittima di tali reazioni. Non si può essere "indifferenti" a tali comportamenti» ha aggiunto.
«Come ha scritto la senatrice Segre: "L'indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c'è limite all'orrore. L'indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori". Spero che in molti riflettano su tali parole e colgano l'occasione per farsi un esame di coscienza prima di avvelenare i pozzi dove loro stessi saranno costretti a bere» ha concluso.
«Dispiace che per capire cosa significa essere posti alla gogna alcuni abbiano dovuta provarla su se stessi» ha sostenuto Consiglio, facendo ovviamente riferimento alla campagna mediatica che si scatenò quando tutti gli esponenti dell'amministrazione guidata da Francesco Spina (e non solo) effettuarono un massiccio tesseramento al Partito Democratico.
«Quando questo succede ad altri sembra una cosa di poco conto; quando sono arrivate le televisioni nazionali a dare la caccia all'uomo sembrava una cosa normale, naturale. Nessuno si è preoccupato dei danni e della violenza inferta agli obiettivi e soprattutto agli innocenti familiari, addirittura, è sembrato che alcuni incitassero tali azioni» ha ricordato Pietro Consiglio.
«Ecco, io non sono d'accordo nel girare la testa dall'altra parte e magari pensare, con un sorriso sornione, che "Non è a me, se lo sono meritati" etc...
Ritengo che, nonostante tutto, anche in caso di azioni ritenute, per usare un eufemismo, sconsiderate quali le promesse elettorali mancate e indifendibili, vada espressa la solidarietà a chi è vittima di tali reazioni. Non si può essere "indifferenti" a tali comportamenti» ha aggiunto.
«Come ha scritto la senatrice Segre: "L'indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c'è limite all'orrore. L'indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori". Spero che in molti riflettano su tali parole e colgano l'occasione per farsi un esame di coscienza prima di avvelenare i pozzi dove loro stessi saranno costretti a bere» ha concluso.