Francesco Giorgino a Libridamare: «Ciò che passa dai media è importante o interessante?»
Il giornalista ha posto in essere un’analisi critica della professione attraverso il suo libro “Giornalismi e società”
venerdì 25 agosto 2017
9.59
È giunta alla quinta edizione la rassegna letteraria Libridamare, kermesse organizzata dal Circolo dei lettori con il patrocinio del Comune di Bisceglie. Francesco Giorgino, giornalista del TG1 con origini andriesi, è stato ospite della rassegna giovedì 24 agosto presso le Vecchie segherie Mastrototaro dove, moderato dal giovane imprenditore Alessandro Ricchiuti, ha presentato il suo ultimo libro dal titolo "Giornalismi e società".
Il volume, in larga misura un testo tecnico destinato agli studiosi della sociologia del giornalismo, esprime da un lato una dichiarazione d'amore verso la professione e dall'altro una critica verso coloro i quali non si sentono in dovere di adattarsi ai tempi che stanno cambiando. Si pone problematiche importanti, a partire dal rapporto tra giornalismo e cultura, economia e politica.
«Sono felice di essere stato invitato – ha dichiarato il giornalista – eventi come questo danno la possibilità agli autori di esplicare il processo concettuale che ha portato alla stesura del libro in un lasso di tempo più ampio».
L'autore ha cercato di evidenziare sia nel saggio che nella discussione, la funzione sociale del giornalismo, a partire dalla crisi di credibilità a cui sta andando incontro la professione giornalistica dovuta probabilmente a fattori sociali che portano sempre di più il singolo a prescindere dall'altro da sé.
«Ho inserito nell'analisi i risultati di un'indagine svolta dal CENSIS in cui si chiedeva agli intervistati di dire attraverso quale mezzo si erano informati negli ultimi sette giorni – ha spiegato Giorgino – Al primo posto ci sono i TG generalisti (TG1, TG2, TG3, TG4, TG5, Studio Aperto e TG La7, ndr) ma il dato sorprendente è che al secondo posto ci sia facebook». In particolare per i giovani compresi tra i 16 e 30 anni, Facebook non è solo un social ma il primo mezzo d'informazione, attraverso cui vengono veicolati contenuti in maniera continua e non filtrata, cosa che rende sempre più difficile per il fruitore dividere la notizia vera da quella falsa.
Il tema delle fake news è stato introdotto anche grazie ad un intervento dal pubblico e Giorgino è stato abbastanza chiaro in merito: «Non esistono solo le notizie false e quelle vere, sarebbe troppo facile: tra verità e falsità esiste una categoria chiamata verosimiglianza ed è lì che nasce il problema». Ha inoltre spiegato come non esistano e non possano esistere notizie oggettive, visto che già nel momento in cui il soggetto guarda qualcosa fa una prima distinzione (spesso inconscia) degli oggetti che si trova di fronte.
L'ospite ha spiegato che esistono poi vari criteri di notiziabilità, oltre che principi che cozzano tra loro come il diritto di cronaca e quello della privacy, motivo per cui il mare del giornalismo non è così limpido come sembra. Il giornalista attento deve riuscire a conciliare tutti gli aspetti per offrire al lettore o allo spettatore una notizia che sia importante raccontata in modo interessante. «Molto spesso è il fruitore che decide quale notizia verrà trasmessa e quale no, in quanto l'interesse del pubblico orienta le scelte del giornalista. Per questo io mi trovo sempre più spesso a chiedermi: ciò che passa dai media è importate o interessante?»
Incontro interessante e stimolante che ha permesso anche a coloro i quali non sono esperti di sociologia di entrare all'interno di meccanismi che spesso dettano legge all'interno di una professione dall'altissimo valore sociale.
Il volume, in larga misura un testo tecnico destinato agli studiosi della sociologia del giornalismo, esprime da un lato una dichiarazione d'amore verso la professione e dall'altro una critica verso coloro i quali non si sentono in dovere di adattarsi ai tempi che stanno cambiando. Si pone problematiche importanti, a partire dal rapporto tra giornalismo e cultura, economia e politica.
«Sono felice di essere stato invitato – ha dichiarato il giornalista – eventi come questo danno la possibilità agli autori di esplicare il processo concettuale che ha portato alla stesura del libro in un lasso di tempo più ampio».
L'autore ha cercato di evidenziare sia nel saggio che nella discussione, la funzione sociale del giornalismo, a partire dalla crisi di credibilità a cui sta andando incontro la professione giornalistica dovuta probabilmente a fattori sociali che portano sempre di più il singolo a prescindere dall'altro da sé.
«Ho inserito nell'analisi i risultati di un'indagine svolta dal CENSIS in cui si chiedeva agli intervistati di dire attraverso quale mezzo si erano informati negli ultimi sette giorni – ha spiegato Giorgino – Al primo posto ci sono i TG generalisti (TG1, TG2, TG3, TG4, TG5, Studio Aperto e TG La7, ndr) ma il dato sorprendente è che al secondo posto ci sia facebook». In particolare per i giovani compresi tra i 16 e 30 anni, Facebook non è solo un social ma il primo mezzo d'informazione, attraverso cui vengono veicolati contenuti in maniera continua e non filtrata, cosa che rende sempre più difficile per il fruitore dividere la notizia vera da quella falsa.
Il tema delle fake news è stato introdotto anche grazie ad un intervento dal pubblico e Giorgino è stato abbastanza chiaro in merito: «Non esistono solo le notizie false e quelle vere, sarebbe troppo facile: tra verità e falsità esiste una categoria chiamata verosimiglianza ed è lì che nasce il problema». Ha inoltre spiegato come non esistano e non possano esistere notizie oggettive, visto che già nel momento in cui il soggetto guarda qualcosa fa una prima distinzione (spesso inconscia) degli oggetti che si trova di fronte.
L'ospite ha spiegato che esistono poi vari criteri di notiziabilità, oltre che principi che cozzano tra loro come il diritto di cronaca e quello della privacy, motivo per cui il mare del giornalismo non è così limpido come sembra. Il giornalista attento deve riuscire a conciliare tutti gli aspetti per offrire al lettore o allo spettatore una notizia che sia importante raccontata in modo interessante. «Molto spesso è il fruitore che decide quale notizia verrà trasmessa e quale no, in quanto l'interesse del pubblico orienta le scelte del giornalista. Per questo io mi trovo sempre più spesso a chiedermi: ciò che passa dai media è importate o interessante?»
Incontro interessante e stimolante che ha permesso anche a coloro i quali non sono esperti di sociologia di entrare all'interno di meccanismi che spesso dettano legge all'interno di una professione dall'altissimo valore sociale.