Francesco Spina: «Bisceglie si è dimostrata orfana delle istituzioni»
La nota del consigliere di opposizione all'indomani della finale degli spareggi di Eccellenza
lunedì 17 giugno 2024
9.06
«Si può perdere, ma non essere umiliati dalle istituzioni. Nel silenzio assoluto e assordante della politica e delle istituzioni locali , non posso sottacere alcune brevi considerazioni: il Bisceglie Calcio, in questo momento, risulta l'unico fenomeno sociale in grado di scuotere l'emotività della nostra comunità. Nell'assenza di eventi popolari importanti, la nostra città sembra addormentata e senz'anima e, solo con gli eventi legati al calcio biscegliese, si registrano momenti di emozione collettiva e passione popolare. Anche in questo scorcio finale di stagione calcistica, la città ha dimostrato di saper rispondere, con i suoi splendidi tifosi e la loro passione, ai buoni risultati che stavano portando alla vittoria del campionato di eccellenza e alla promozione in serie D» così il Consigliere comunale di opposizione Francesco Spina.
«Ho vissuto con mio padre capitano nel 1975 e da sindaco al Flaminio a Roma, in una splendida finale Bisceglie-Pisa, le gioie più belle per due storiche promozioni in serie D e poi quella straordinaria in serie C. La sconfitta di ieri a Maiori è una batosta ma non deve scoraggiarci. In ogni caso, rimane a tutti noi tifosi un dubbio: cosa sarebbe successo se la partita di ieri si fosse giocata in condizioni normali, con i tifosi biscegliesi presenti a sostenere la propria squadra o in uno stadio più confacente ad una finale di questo livello?» ha aggiunto.
«Per chi ha giocato a calcio è facile capire che la surreale partita di ieri è stata certamente influenzata dalla scellerata situazione di farla giocare solo con la presenza dei tifosi avversari. Non si ricordano finali giocate in queste condizioni, ma purtroppo la "debolezza politica" della nostra città si vede spesso in queste occasioni in cui gli interessi biscegliesi vengono calpestati senza iniziative e legittime reazioni istituzionali da parte dei rappresentanti comunali. Cosa avrebbero dovuto fare? Semplicemente il loro dovere: tutelare la città chiedendo lo spostamento della partita in un impianto consono alla presenza anche dei supporter biscegliesi. Non si chiedeva un miracolo, ma il minimo sindacale. Lo meritavano i calciatori, lo meritava la società, lo meritavano i tifosi che per tutta la stagione hanno sognato con i colori neroazzurro stellati. E invece nulla».
E ancora: «"La vittoria ha cento padri, la sconfitta è orfana", questo noto aforisma attribuito da taluni a John Keats fotografa in modo esemplare quanto accaduto ieri. E, purtroppo, ancora una volta Bisceglie si è dimostrata orfana delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni che avrebbero dovuto insorgere non consentendo di disputare la finale a Maiori, senza il supporto dei suoi tifosi. In ogni caso, si deve ripartire e ringraziare per il bel campionato conclusosi rocambolescamente ieri, ai supplementari la società, i tecnici, i collaboratori, i giocatori e gli splendidi tifosi, che ieri hanno dovuto subire non solo il dolore della sconfitta, ma anche l'umiliazione di non poter sostenere la propria squadra in finale e di essere discriminati in modo inaccettabile».
«La sconfitta si può accettare, fa parte dello sport. L'umiliazione di essere estromessi dallo stadio della finale che riguarda la propria squadra è invece inaccettabile e offende l'intera città, quanto l'indolenza e il silenzio assordante dei rappresentanti comunali» ha concluso.
«Ho vissuto con mio padre capitano nel 1975 e da sindaco al Flaminio a Roma, in una splendida finale Bisceglie-Pisa, le gioie più belle per due storiche promozioni in serie D e poi quella straordinaria in serie C. La sconfitta di ieri a Maiori è una batosta ma non deve scoraggiarci. In ogni caso, rimane a tutti noi tifosi un dubbio: cosa sarebbe successo se la partita di ieri si fosse giocata in condizioni normali, con i tifosi biscegliesi presenti a sostenere la propria squadra o in uno stadio più confacente ad una finale di questo livello?» ha aggiunto.
«Per chi ha giocato a calcio è facile capire che la surreale partita di ieri è stata certamente influenzata dalla scellerata situazione di farla giocare solo con la presenza dei tifosi avversari. Non si ricordano finali giocate in queste condizioni, ma purtroppo la "debolezza politica" della nostra città si vede spesso in queste occasioni in cui gli interessi biscegliesi vengono calpestati senza iniziative e legittime reazioni istituzionali da parte dei rappresentanti comunali. Cosa avrebbero dovuto fare? Semplicemente il loro dovere: tutelare la città chiedendo lo spostamento della partita in un impianto consono alla presenza anche dei supporter biscegliesi. Non si chiedeva un miracolo, ma il minimo sindacale. Lo meritavano i calciatori, lo meritava la società, lo meritavano i tifosi che per tutta la stagione hanno sognato con i colori neroazzurro stellati. E invece nulla».
E ancora: «"La vittoria ha cento padri, la sconfitta è orfana", questo noto aforisma attribuito da taluni a John Keats fotografa in modo esemplare quanto accaduto ieri. E, purtroppo, ancora una volta Bisceglie si è dimostrata orfana delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni che avrebbero dovuto insorgere non consentendo di disputare la finale a Maiori, senza il supporto dei suoi tifosi. In ogni caso, si deve ripartire e ringraziare per il bel campionato conclusosi rocambolescamente ieri, ai supplementari la società, i tecnici, i collaboratori, i giocatori e gli splendidi tifosi, che ieri hanno dovuto subire non solo il dolore della sconfitta, ma anche l'umiliazione di non poter sostenere la propria squadra in finale e di essere discriminati in modo inaccettabile».
«La sconfitta si può accettare, fa parte dello sport. L'umiliazione di essere estromessi dallo stadio della finale che riguarda la propria squadra è invece inaccettabile e offende l'intera città, quanto l'indolenza e il silenzio assordante dei rappresentanti comunali» ha concluso.