Giampiero Mughini a Libri nel Borgo Antico. Intervista ad un ventenne degli anni '60

Il noto giornalista si è concesso ai taccuini di BisceglieViva

domenica 25 agosto 2019 14.15
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Ultima serata per "Libri nel Borgo Antico", il festival che, anche quest'anno, ha conquistato i lettori di tutta la Puglia. Nel salotto letterario a cielo aperto domenica sera ci saranno nomi altisonanti della cultura italiana come Elisabetta Orsolini, Diego De Silva col Trio Malinconico, Alessandro Frigiola con Mimmo Casillo, Tommy Dibari e, non ultimo, Giampiero Mughini. Il noto giornalista catanese presenterà il suo ultimo libro, "Memorie di un rinnegato", edito da Bompiani.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune interessanti considerazioni con Mughini in un'intervista di ampio respiro rilasciata ai nostri taccuini.

Chi l'ha definita rinnegato?
A parte Marco Bellocchio, di cui racconto nel libro, molti della mia generazione mi hanno ritenuto tale. Io, che provengo dalla generazione che ebbe 20 anni negli anni '60 e che volgeva verso una sinistra libertaria, un po' estremista, molto ideologica, ho compiuto un lavoro di raschiamento, revisione e autocritica. Chi invece è rimasto abbacinato dalle sciocchezze a cui credeva a 20 anni mi ha ritenuto un nemico.

Quanto è distante il pensiero che lei aveva a 20 anni rispetto a quello odierno?
È finito un secolo e ne è iniziato un altro; è finito un millennio e ne è cominciato un altro, la topografia del mondo in ogni suo aspetto è abissalmente distante oggi da quella che era negli anni '60. E poi ho camminato, studiato, imparato... Il pensiero odierno è lontanissimo da quello dei miei 20 anni. Credo che qualsiasi persona civile oggi non possa non avere una topografia intellettuale molto lontana da allora.

C'è la possibilità che lei, da grande, possa cambiare ancora idea?
In questo momento della mia vita non ho idee di ferro, convinzioni assolute. Ho una infinità di dubbi. Noi stiamo vivendo, cominciando dalla vita politica del nostro paese, una situazione talmente inedita e sciagurata che nessuno può essere abbrancato ad una verità assoluta. Ho più dubbi che certezze. E solo gli imbecilli non cambiano idea.

E gli intellettuali oggi che ruolo hanno?
Gli intellettuali non hanno più alcun ruolo. Oggi c'è il cialtrone, il buffone, chi è bravo coi tweet. Si pensi al presidente degli Stati Uniti: non legge libri ma lancia 30 tweet al giorno su tutti gli argomenti più delicati del mondo. Esistono personaggi televisivi che schiamazzano, leader politici che si fanno selfie in spiaggia… Direi che non esiste più la figura dell'intellettuale come la si intendeva ai tempi di Benedetto Croce.

Eppure ad attenderla a "Libri nel Borgo Antico" ci saranno tante persone...
Sono gli ultimi sussulti di una comunicazione intellettuale simile a quella che ho imparato quando avevo 20 anni. Se lei pensa che al governo abbiamo avuto un partito nato dai click è facile rendersi conto dell'abisso nel quale siamo caduti.