Giorgino fa i bagagli? Dimissioni all'orizzonte nella provincia Bat
Si fa il nome per la successione del sindaco di Trinitapoli Francesco Di Feo
sabato 9 settembre 2017
8.51
Nicola Giorgino starebbe pensando di fare i bagagli dimettendosi da presidente della Bat.
La decisione, a lungo in ombra, si sarebbe palesata durante l'animato consiglio provinciale del 7 settembre, convocato per discutere urgentemente sulla possibilità di bloccare l'autorizzazione all'ampliamento della discarica BLEU di rifiuti speciali di Minvervino Murge.
Alla della probabile decisione i numerosi incarichi ricoperti e la necessità di dar spazio ad altre figure politiche.
La voci insistenti parlano di un successore già designato, sempre nel centro destra. Il nome che circola è quello del sindaco di Trinitapoli, Francesco Di Feo, che sembra già guidi la fronda dei Sindaci dell'Unione dei Comuni.
Le nuove elezioni, in questa prospettiva, tornerebbero ad essere di secondo livello, con il corpo elettorale formato dai sindaci e da tutti i consiglieri comunali delle dieci città della Bat.
Questo implicherebbe un possibile esito costruito a tavolino del voto, con un presidente di una parte e un vice dell'altra al comando di una squadra di amministratori bipartisan.
La decisione, a lungo in ombra, si sarebbe palesata durante l'animato consiglio provinciale del 7 settembre, convocato per discutere urgentemente sulla possibilità di bloccare l'autorizzazione all'ampliamento della discarica BLEU di rifiuti speciali di Minvervino Murge.
Alla della probabile decisione i numerosi incarichi ricoperti e la necessità di dar spazio ad altre figure politiche.
La voci insistenti parlano di un successore già designato, sempre nel centro destra. Il nome che circola è quello del sindaco di Trinitapoli, Francesco Di Feo, che sembra già guidi la fronda dei Sindaci dell'Unione dei Comuni.
Le nuove elezioni, in questa prospettiva, tornerebbero ad essere di secondo livello, con il corpo elettorale formato dai sindaci e da tutti i consiglieri comunali delle dieci città della Bat.
Questo implicherebbe un possibile esito costruito a tavolino del voto, con un presidente di una parte e un vice dell'altra al comando di una squadra di amministratori bipartisan.