Giornata della nonviolenza, incontro pubblico nella parrocchia di Santa Maria di Passavia

Prevista la testimonianza di due giovani attivisti dell'associazione Rondine

mercoledì 25 settembre 2019 8.10
In occasione della "Giornata internazionale della nonviolenza", istituita il 15 giugno del 2007 dall'assemblea dell'ONU per ricordare la nascita del Mahatma Gandhi, Pax Christi, Azione Cattolica diocesana e Meic diocesano hanno organizzato un incontro pubblico sul tema "… per superare i conflitti", per presentare la realtà di Rondine e la possibilità della mediazione nei conflitti. L'appuntamento è fissato per mercoledì 2 ottobre, a Bisceglie, nella parrocchia di Santa Maria di Passavia, alle ore 19:30.

«La ricorrenza del 2 ottobre – spiegano gli organizzatori dell'evento - ci esorta a riflettere sul valore della nonviolenza quale concreta alternativa all'utilizzo della violenza oggi, purtroppo, presente in diversi ambiti della nostra società.

Siamo molto preoccupati per le tante guerre presenti nel mondo a causa delle quali uomini, donne, ragazzi e bambini sono costretti ad abbandonare i propri territori e i propri affetti per mettersi alla ricerca di nuovi spazi di vita; siamo consapevoli che l'aumento della produzione e del commercio delle armi continua ad alimentare guerre e conflitti, allontanando così possibilità di pace e giustizia. Constatiamo con amarezza come la forza delle armi venga ancora oggi proposta quale strada preferenziale nelle relazioni della politica internazionale e ci rammarica che la carriera militare sia considerata dai giovani, soprattutto nelle regioni meridionali, come una concreta e persino invidiabile possibilità di lavoro.

In questo scenario e per questi motivi vogliamo celebrare la giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre con la testimonianza di due giovani dell'associazione Rondine, realtà toscana di accoglienza e solidarietà, nata sulle orme di don Lorenzo Milani e di Giorgio La Pira: Yanine Andrea Martinez Hernandez, proveniente dalla Colombia, e Sara Dukic, della Bosnia e Erzegovina, per testimoniare la vita in zone di guerra e la possibilità della pace».