Giornata mondiale della salute mentale: la provocatoria riflessione del consigliere Torchetti

«Auguri, da un consigliere comunale che da un ventennio ha avuto il privilegio di avere a che fare con il disagio mentale» si legge nella nota

giovedì 10 ottobre 2024 08.00
«Apriamo i Manicomi! Una soluzione geniale per il nostro tempo e il nostro paese. Ho pensato a una soluzione brillante per risolvere i problemi della nostra comunità: riaprire i manicomi! E perché no? Dopo tutto, chi non ama tornare ai bei vecchi tempi quando i problemi di salute mentale venivano affrontati con un po' di "amore" incondizionato, camicie di forza e, perché no, qualche elettroshock ben piazzato? Pensateci un attimo: nel caos moderno, con persone che osano manifestare le loro fragilità emotive o, peggio ancora, chiedere aiuto per la loro salute mentale, sarebbe perfetto avere un posto speciale dove rinchiuderle tutte insieme» così in una nota il consigliere Giuseppe Torchetti.

«Il nostro mondo è già sovraccarico di empatia e comprensione, quindi chi ha tempo per quella fastidiosa compassione? Certo, possiamo già sentire i critici lamentarsi di "diritti umani" o "trattamenti dignitosi", ma a noi cosa importa? L'importante è farli tacere o metterli in qualche posto, giusto? E poi, vogliamo parlare del risvolto economico? I manicomi non sarebbero solo una manna per le istituzioni private (che potrebbero guadagnare milioni!), ma anche per lo Stato, e con l'aria che tira, avrebbe un modo efficiente per "gestire" chi non si conforma alle norme. Niente più lunghe discussioni su come migliorare il sistema sanitario per la salute mentale o promuovere la terapia psicologica. Pensate agli ospedali finalmente liberi dai reparti degli "agitati", a Bisceglie ci siamo riusciti! E per non parlare del Centro di Salute Mentale, avremmo risolto il problema della collocazione nella nostra città. Fine della noiosa ricerca di un posto sicuro per gli operatori e accessibile ai cittadini nel rispetto delle norme sulla sicurezza. Basta con le noiose assemblee tra pazienti, operatori e associazioni di familiari con esperienza che cercano una "parola" per esprimere il loro diritto ad esistere oltre ogni stigma» prosegue il consigliere comunale.

«Pensate anche al divertimento: potremmo trasformare qualche area fatiscente in un vero e proprio parco a tema del disagio mentale. Biglietti d'ingresso, tour guidati con personale in camicie bianco, e magari una bella sezione dedicata ai "grandi successi" della psichiatria del passato. Chi non vorrebbe rivivere l'epoca d'oro del lobotomia o delle sedute di terapia di gruppo a base di shock elettrici? E se qualcuno osasse obiettare che ci sono metodi più moderni e umani per trattare la malattia mentale, possiamo sempre rispondere con un'alzata di spalle: "Troppo complicato! Noi vogliamo le soluzioni semplici!" Dopotutto, è molto più facile gestire la complessità della vita quando possiamo semplicemente etichettare le persone come "pazze" e mandarle via in un posto dove non ci disturbano più. Auguri, da un consigliere comunale, a volte un po' visionario, che da un ventennio ha avuto il privilegio di avere a che fare con il disagio mentale!» conclude.