Grazia Di Bari critica il blocco dei ricoveri ordinari al "Vittorio Emanuele II"
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle contrario alla decisione di chiudere tutti gli altri reparti del nosocomio biscegliese, ora Covid hospital
martedì 20 ottobre 2020
18.00
Il "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie è tornato Covid hospital per l'intero territorio della Bat secondo quanto disposto dalle autorità sanitarie nei giorni scorsi. Una scelta che Grazia Di Bari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, stigmatizza specie in ragione del conseguente del blocco dei ricoveri ordinari per le unità operative di ostetricia, pediatria, medicina, cardiologia, chirurgia, ortopedia e rianimazione.
«Una decisione che ha portato purtroppo a dimettere o trasferire i pazienti attualmente ricoverati, con notevoli disagi per chi soffre di patologie non Covid e per le loro famiglie. Già durante il lockdown l'ospedale "Vittorio Emanuele II" fu indicato come Covid hospital, quindi a giugno c'è stata la ripresa delle normali attività sanitarie, mantenendo 18 posti letto Covid nel reparto di malattie infettive. Ora la nuova retromarcia» ha commentato Di Bari.
«Capiamo che il costante aumento dei casi imponga nuove misure ma si sarebbero potuti curare i casi Covid nel reparto di malattie infettive, con 60 posti letto, che si trova in una palazzina con un ingresso dedicato e in sicurezza per gli utenti, mantenendo comunque in attività gli altri reparti.
Perché chiudere un intero ospedale con 160 posti letto, al contrario di quanto avvenuto in altri ospedali individuati Covid come il "Miulli", i Policlinici Universitari di Bari e Foggia e Casa sollievo della sofferenza? Perché non utilizzare i padiglioni vuoti di Universo Salute a Bisceglie?» si è chiesta.
«Una decisione che ha portato purtroppo a dimettere o trasferire i pazienti attualmente ricoverati, con notevoli disagi per chi soffre di patologie non Covid e per le loro famiglie. Già durante il lockdown l'ospedale "Vittorio Emanuele II" fu indicato come Covid hospital, quindi a giugno c'è stata la ripresa delle normali attività sanitarie, mantenendo 18 posti letto Covid nel reparto di malattie infettive. Ora la nuova retromarcia» ha commentato Di Bari.
«Capiamo che il costante aumento dei casi imponga nuove misure ma si sarebbero potuti curare i casi Covid nel reparto di malattie infettive, con 60 posti letto, che si trova in una palazzina con un ingresso dedicato e in sicurezza per gli utenti, mantenendo comunque in attività gli altri reparti.
Perché chiudere un intero ospedale con 160 posti letto, al contrario di quanto avvenuto in altri ospedali individuati Covid come il "Miulli", i Policlinici Universitari di Bari e Foggia e Casa sollievo della sofferenza? Perché non utilizzare i padiglioni vuoti di Universo Salute a Bisceglie?» si è chiesta.