I "Brucherò nei pascoli" a Controcorrente

L'esibizione della band milanese è prevista per venerdì 19 luglio

giovedì 18 luglio 2024 11.19
Dopo il grande successo dello spettacolo di stand up comedy del 17 luglio con Daniele Tinti, sul palco di Controcorrente è il turno della musica, come sempre rigorosamente inedita: venerdì 19 luglio da Milano arrivano i Brucheró nei pascoli, un concentro di energia ed irriverenza, nonché una delle formazioni indipendenti che più sta facendo parlare di sé all'interno del circuito musicale nazionale tra addetti ai lavori e non solo.

Tra rock, elettronica con influenze rap ed un atteggiamento decisamente punk, la band partita da un piccolo bar di Milano promette di regalare energia e spettacolo, portando suoni urbani e distorsioni tra le campagne di Bisceglie, per un connubio davvero promettente. Sicuramente una delle proposte più interessanti del ricco tabellone estivo di Controcorrente, trattandosi anche dell'unica data pugliese della band.

L'accesso all'evento è libero.

Se si chiede ai Brucherò nei pascoli che genere fanno, vi risponderanno "facciamo canzoni". Ci credono davvero e il loro interesse genuino è quello di scrivere canzoni belle che restino in testa alla gente, che provochino o commuovano. Per questo l'aspetto specifico del genere musicale viene meno, la sonorità arriva con la canzone e ognuna è diversa dalle altre. Se chiedete invece alla stampa di settore, scriverà che sono una band "Hardcore It-Pop", una definizione che calza molto bene con le diverse influenze nel loro lavoro che, da una parte copre l'aspetto punk e dall'altra si affaccia alla musica popolare italiana che non nascondono di amare (dalle forme più virtuose a quelle più trash).

Il progetto ha un gusto e un sound molto eclettici: partendo dal rap come forma mentis della scrittura si spazia dal rock al jazz, passando per l'It Pop. Se questa è una nota che forse penalizza per una sorta di incasellamento in un genere specifico, dall'altra è un punto importante che rende unico il progetto. Davide e Stefano hanno un approccio molto particolare nell'incidere i loro brani: non sapendo suonare, dopo aver pensato a una canzone (sia testo che un'idea melodica di base), la cantano o "mugugnano" al loro produttore Nic che inizia ad arrangiarla e da qui parte il processo di produzione vera e propria. Sigaretta in una mano e whisky nell'altra, con lo spirito caustico e popolare che li contraddistingue, Davide e Stefano scrivono i loro pezzi lontani da ogni cliché e si battono in modo animalesco e senza filtri per la ricerca di una libertà utopica fatta di legami umani e condivisione. Hanno un'anima "rossa" e contadina, sono immediati, veri e grezzi, se ne fregano di mostrare la loro parte migliore o di stare in una comfort-zone fasulla con i loro testi e la loro musica. Vogliono destabilizzare, vogliono dichiaratamente essere scomodi e indisponenti, raccontando spesso storie di personaggi sconfitti ma forsennatamente attaccati alla vita (padri di famiglia alcolizzati, donne sole, lavoratori precari, esseri umani insomma...) e rendendo manifeste le contraddizioni e quello che non funziona nella nostra società.