I fotografi: «Un anno di blackout, impossibile superarlo senza sostegni»

Il loro appello è stato raccolto dal presidente della Provincia Lodispoto e dal consigliere regionale Caracciolo

domenica 10 maggio 2020
Gli operatori della fotografia che aderiscono al Fondo internazionale per la fotografia video e comunicazione - l'associazione che rappresenta circa dodicimila tra fotografi, operatori video, grafici, addetti alla comunicazione e laboratori stampa - si sono rivolti al presidente del consiglio Giuseppe Conte con una lettera aperta nella quale hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni.

L'impossibilità a svolgere eventi e l'incertezza della pianificazione del lavoro ha fortemente penalizzato tutto il comparto.
«La Fase 2, che si preannuncia come un momento di ripresa, resta per il nostro settore assolutamente incerta, soprattutto se si guarda alle vicende internazionali. Il 90% del nostro fatturato dipende da commissioni legate al mondo delle cerimonie ed eventi, quali matrimoni, battesimi, comunioni, tutto ciò che attiene l'ambito cerimoniale e ludico, ma anche eventi di promozione del territorio e di diffusione della cultura dell'immagine» hanno scritto al premier.

«Desideriamo manifestarle il nostro forte impegno al contrasto della pandemia e al rispetto delle norme di sicurezza, ma allo stesso tempo desideriamo sottoporre alla Sua attenzione l'evidente necessità di contenere gli effetti devastanti che questa pandemia sta causando al nostro settore professionale. Le nostre attività, sono state folgorate a inizio della stagione annuale lavorativa. Marzo ed aprile, invece di essere l'incipit della nostra professione, hanno visto un improvviso azzeramento del lavoro non solo nell'immediato, ma anche per i mesi a seguire. Questi due mesi hanno segnato le nostre agende lavorative con disdette e posticipazioni a data da destinarsi. Pertanto, non saremo in grado di ripartire prima della prossima stagione, ovvero aprile 2021, dopo la Quaresima. A nulla servirà aprire le nostre attività, se non ad aggiungere altri costi» hanno sottolineato i componenti dell'associazione, convinti che quanto stabilito dal Governo sia insufficiente, al momento, per far fronte a un anno di blackout lavorativo.

Gli operatori della categoria chiedono un intervento in conto capitale che copra il sostentamento delle attività, fino alla reale ripresa prevista per aprile 2021.

La ricetta è ben chiara: un contributo a fondo perduto di 19 mila euro per l'anno in corso o in alternativa un contributo mensile pari a 1500 euro per il 2020.

«Queste somme serviranno a far fronte alle spese di gestione delle attività, che attualmente sono e resteranno inattive, ovvero: oneri fiscali e contributivi, di pertinenza nazionale e comunale, locazioni, utenze di vario genere, e spese per il sostentamento familiare» hanno rimarcato.

Il presidente della Bat Bernardo Lodispoto e il consigliere regionale Filippo Caracciolo hanno partecipato a una videoconferenza con alcuni rappresentanti della categoria. Un'occasione per intercettare le istanze successivamente sottoposte all'attenzione del governatore Emiliano e dell'assessore al turismo Loredana Capone.