I presidi pugliesi "sconfessano" l'ordinanza di Emiliano: «Ci atterremo al Dpcm»

La nota dell'organizzazione maggiormente rappresentativa dei dirigenti scolastici

lunedì 9 novembre 2020
L'Anp, associazione nazionale presidi, ha diffuso una nota nella quale ha espresso forti critiche nei confronti dei contenuti dell'ordinanza regionale n° 413. L'organizzazione sindacale, maggiormente rappresentativa dei dirigenti scolastici, ha avviato una valutazione approfondita dei profili tecnico-giuridici del provvedimento di Emiliano «e pertanto si riserva, all'esito di essa, di assumere le conseguenti e più idonee decisioni a tutela dei suoi rappresentati».

Secondo quanto riferito dall'Anp «il presidente Emiliano addebita all'amministrazione scolastica (ministero dell'istruzione) l'omissione "dell'aggiornamento tecnologico delle scuole del ciclo primario, nonostante i lunghi mesi di preparazione e gli ingenti investimenti effettuati"; nel far ciò, sorvola, invece, sulle responsabilità proprie in tema di potenziamento dei trasporti e delle risorse disponibili per il sistema sanitario, i cui ritardi e disfunzioni hanno grandemente determinato (esse, e non l'attività didattica delle scuole) l'attuale critica situazione; impartisce impropriamente istruzioni amministrativo-contabili alle scuole del territorio, intimando loro di provvedere "con l'urgenza del caso" al suddetto aggiornamento tecnologico, in assenza - da parte della Regione - di qualsiasi responsabilità nel concorrere al finanziamento necessario per attuarlo; inoltre, detta norme "innovative" sulle assenze degli alunni e sulla loro giustificazione che, a parere di questa associazione, rientrano invece fra quelle "norme generali sull'istruzione" di cui all'articolo 117, comma 1, lettera n, della Costituzione, che - com'è noto ai più - afferiscono a materie di competenza esclusiva dello Stato».

Anp Puglia ha perciò invitato i colleghi dirigenti «ad attenersi - per il momento e anche in attesa di eventuali interpretazioni applicative che dovessero essere emanate da chi di competenza - unicamente alle norme statali in vigore adottate con il recente Dpcm 3 novembre 2020 in tema di misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica. Tali norme, com'è noto, prevedono che fino al 3 dicembre 2020 gli alunni delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo frequentino in presenza, ferma restando la didattica digitale integrata al 100% per quelli del secondo ciclo».

Il sindacato si è riservato «di attuare tutte le iniziative e le misure che riterrà necessarie a tutela dei propri associati e della categoria dei dirigenti, anche nell'interesse delle famiglie dei ragazzi che frequentano le nostre scuole, ai quali è dedicata tutta la nostra attività professionale - insieme a quella di docenti e personale scolastico - finalizzata a tutelare effettivamente, e non solo sulla carta, il loro sacrosanto diritto all'istruzione».