Il 25 aprile del sindaco Angarano: «La memoria non basta, bisogna tornare a partecipare»

L'onorevole Galantino: «Rendiamo onore a quanti hanno lottato per consegnarci un'Italia libera e democratica»

giovedì 25 aprile 2019 18.55
Le tradizionali cerimonie per il 74° anniversario della Liberazione si sono svolte anche a Bisceglie nella mattinata di giovedì 25 aprile.

«Oggi è un giorno di Festa che dobbiamo vivere con gioia. Abbiamo il dovere di ricordare e trasmettere, soprattutto ai più giovani. Se oggi siamo uomini liberi, c'è stato un prezzo da pagare. Non dobbiamo dimenticarlo. Un prezzo che i nostri padri, i nostri nonni e i nostri bisnonni hanno pagato per noi» ha commentato il sindaco Angelantonio Angarano, partecipando alle manifestazioni organizzate dal comune insieme alle altre autorità civili, militari e religiose, ai componenti delle associazioni combattentistiche e d'arma, ai rappresentanti di altre associazioni e ad alcune decine di biscegliesi, compresi bambine e bambini che frequentano le scuole primarie della città.

Il corteo, partito come di consueto da Palazzo San Domenico con l'accompagnamento musicale del Gran Concerto Bandistico "Biagio Abbate" - Città di Bisceglie, si è fermato per alcuni minuti davanti alla lapide del Milite Ignoto in via Cardinale Dell'Olio e al cospetto del busto dedicato a Vincenzo Calace in piazza Regina Margherita per la deposizione di due corone di fiori, concludendosi ai piedi del monumento ai Caduti di piazza Vittorio Emanuele II. L'alzabandiera ha preceduto la liturgia della parola, officiata dal vicario zonale don Franco Lorusso, e della lettura di alcune lettere molto toccanti scritte da partigiani prima della condanna a morte.

«I partigiani lottarono fieramente per un'Italia unita, libera e democratica. Sacrificando la loro vita, ci hanno lasciato un'eredità preziosissima che ha consentito di ricostruire il Paese, dopo le macerie della guerra, su pilastri diversi: quelli della libertà di pensiero, di parola e di espressione, del rispetto, della dignità di tutte le persone, dell'uguaglianza. Valori sanciti e tutelati dalla Costituzione, la più bella del mondo, il nostro bene più prezioso» ha affermato Angarano nel corso del suo saluto istituzionale.

«La memoria non basta e rischia di essere fine a sé stessa se non è unita all'impegno quotidiano di ognuno di noi. Oggi sempre più spesso assistiamo ad una preoccupante deriva populista. Dobbiamo coltivare la politica dell'integrazione, del rispetto, dell'accoglienza, della solidarietà, dell'incontro tra culture diverse. Bisogna partecipare attivamente, tornare a fare politica nel senso più ampio del termine. Esprimendosi, dando il nostro punto di vista. Animando l'associazionismo, aumentando l'impegno civile. Questa è la migliore risposta al sovranismo e il modo più efficace per preservare le istituzioni democratiche che la Resistenza ci ha donato» ha concluso il sindaco.

«Partecipare alla Festa della Liberazione non significa essere di destra o sinistra. È una partecipazione di memoria e coscienza storica che dovrebbe coinvolgere tutti gli italiani. Oggi rendiamo onore a quanti, in passato, hanno lottato per consegnarci un'Italia libera e democratica, continuando a difendere questo Paese e i principi della nostra Costituzione» ha dichiarato il parlamentare biscegliese Davide Galantino.