Il Casale di Giano al 68° posto nella classifica dei Luoghi del cuore Fai
Quasi seimila le preferenze ottenute
domenica 10 febbraio 2019
9.30
5805 voti e 68esimo posto nella graduatoria generale. Questi il riscontro in termini di preferenze e il piazzamento ottenuti dal Casale di Giano nella speciale classifica dei Luoghi del cuore Fai per il 2018.
Oltre due milioni di utenti hanno partecipato al grande sondaggio organizzato dal Fondo per l'ambiente italiano, esprimendo almeno un consenso per oltre 37 mila siti, a certificazione della straripante bellezza paesaggistica e architettonica del paese.
Nessun monumento pugliese riceverà i fondi messi a disposizione dal Fai, riservati ai primi tre classificati, pure se la Puglia risulta tra le regioni più votate grazie ai circa trenta monumenti in elenco, per 220mila voti.
Il Casale di Giano, in via Andria, a 4.5 km dal centro abitato biscegliese e al confine con l'agro tranese, ed è uno dei più antichi casali del territorio. In tale luogo sono stati rinvenuti alcuni assi romani (oggi custoditi nel Museo kircheriano di Roma), e un'iscrizione del tempo di Flavio Claudio Giuliano. Lo stesso nome indicherebbe che nei pressi sorgeva anche un tempio dedicato al dio Giano, da cui il suddetto Casale prende il nome, sul quale fu eretto più tardi un tempio cristiano.
Con la caduta l'Impero Romano con l'avvento dei Longobardi, fu soppresso il culto romano di Giano, e con il diffondersi del Cristianesimo si iniziò a praticare il culto della Vergine Maria, la quale cambiò il nome del Casale in Santa Maria di Giano. Nelle vicinanze, all'inizio del 700, sotto i duchi longobardi: Liutprando e Scaniperga, sorse un ricco monastero (di cui oggi non si ha traccia) a cui appartenevano beni e servitù sparsi tra Barletta e Bitonto.
Il Casale è stato citato per la prima volta in un documento di donazione del 965, in cui l'intestatario dichiara essere originario "ex loco iana pertinentis tranensis civitatis", confermando ancora una volta, come per Pacciano, l'inesistenza di una civitas biscegliese. Il Casale iniziò a spopolarsi nella seconda metà del 1000, come attestano alcuni documenti, e che il culto fosse trasferito nella Chiesa di San Matteo. Nel 1182 fu collocato sotto l'altare della Chiesa di Santa Maria di Giano, il braccio di S. Stefano proveniente dal Monastero di Santa Maria di Colonna, e oggi custodito in Cattedrale. Nel 1727, sotto il vescovo Pacecco, la chiesa medioevale fu restaurata, secondo i canoni barocchi, e consacrata. Sempre nel 1700 si attestano nelle vicinanze la presenza di due chiesette (oggi scomparse) dedicate a San Giacomo e San Martino.
Oltre due milioni di utenti hanno partecipato al grande sondaggio organizzato dal Fondo per l'ambiente italiano, esprimendo almeno un consenso per oltre 37 mila siti, a certificazione della straripante bellezza paesaggistica e architettonica del paese.
Nessun monumento pugliese riceverà i fondi messi a disposizione dal Fai, riservati ai primi tre classificati, pure se la Puglia risulta tra le regioni più votate grazie ai circa trenta monumenti in elenco, per 220mila voti.
Il Casale di Giano, in via Andria, a 4.5 km dal centro abitato biscegliese e al confine con l'agro tranese, ed è uno dei più antichi casali del territorio. In tale luogo sono stati rinvenuti alcuni assi romani (oggi custoditi nel Museo kircheriano di Roma), e un'iscrizione del tempo di Flavio Claudio Giuliano. Lo stesso nome indicherebbe che nei pressi sorgeva anche un tempio dedicato al dio Giano, da cui il suddetto Casale prende il nome, sul quale fu eretto più tardi un tempio cristiano.
Con la caduta l'Impero Romano con l'avvento dei Longobardi, fu soppresso il culto romano di Giano, e con il diffondersi del Cristianesimo si iniziò a praticare il culto della Vergine Maria, la quale cambiò il nome del Casale in Santa Maria di Giano. Nelle vicinanze, all'inizio del 700, sotto i duchi longobardi: Liutprando e Scaniperga, sorse un ricco monastero (di cui oggi non si ha traccia) a cui appartenevano beni e servitù sparsi tra Barletta e Bitonto.
Il Casale è stato citato per la prima volta in un documento di donazione del 965, in cui l'intestatario dichiara essere originario "ex loco iana pertinentis tranensis civitatis", confermando ancora una volta, come per Pacciano, l'inesistenza di una civitas biscegliese. Il Casale iniziò a spopolarsi nella seconda metà del 1000, come attestano alcuni documenti, e che il culto fosse trasferito nella Chiesa di San Matteo. Nel 1182 fu collocato sotto l'altare della Chiesa di Santa Maria di Giano, il braccio di S. Stefano proveniente dal Monastero di Santa Maria di Colonna, e oggi custodito in Cattedrale. Nel 1727, sotto il vescovo Pacecco, la chiesa medioevale fu restaurata, secondo i canoni barocchi, e consacrata. Sempre nel 1700 si attestano nelle vicinanze la presenza di due chiesette (oggi scomparse) dedicate a San Giacomo e San Martino.