Il Comitato 5 stelle Bisceglie chiede la costituzione di parte civile del comune nei processi per femminicidio e violenza sulla donna
La possibilità è prevista da una legge regionale del 2014. Molti comuni hanno già adottato provvedimenti in merito
lunedì 20 marzo 2017
10.00
La regione Puglia lo ha fatto per la prima volta nel 2015, costituendosi parte civile in un procedimento penale per femminicidio – quello relativo alla morte della ventinovenne italo-brasiliana Bruna Bovino uccisa il 12 dicembre del 2013 a Mola di Bari – insieme al centro antiviolenza Safiya di Polignano a Mare e all'associazione Giraffal.
La possibilità di costituirsi parte civile nei processi per femminicidio fu prevista dalla recente Legge Regionale n. 29/2014, approvata all'unanimità dal consiglio regionale, con la quale veniva istituita anche una task‐force permanente antiviolenza con case-rifugio, rappresentanti del sistema giudiziario e delle forze dell'ordine, scuole, ordini professionali, istituzioni e associazioni.
Ora il Comitato Cinque stelle Bisceglie, con una lettera ufficiale ufficiale controfirmata da quaranta concittadini, chiede al sindaco di impegnarsi con tutta la giunta a fare qualcosa di simile a Bisceglie, dove i casi di abuso su donne e minori non sono infrequenti, ma restano spesso sommersi.
«Il comune di Bisceglie – spiegano i firmatari – ha assunto nelle sue previsioni statutarie l'impegno a contrastare il fenomeno della violenza sulla donna e/o sui minori, trasformando gli interessi generici e diffusi dei cittadini in propri interessi specifici. Di qui la configurabilità di un interesse concreto alla salvaguardia della salute e del benessere psico-fisico dei propri cittadini e di tutela sociale ed economica del proprio territorio. La fermezza e la compatezza della risposta delle istituzioni che il consiglio comunale rappresenta, darebbe modo ai cittadini di comprendere che anche la nostra città non nascone né minimizza il problema, ma intende rispondere con i mezzi leciti e incisivi che la legge mette a sua disposizione».
Il comitato chiede anche al comune di farsi portavoce, attraverso l'assessorato alla cultura, di una serie di eventi di sensibilizzazione in occasione della giornata contro il femminicidio, che cade ogni anno il 25 novembre.
La possibilità di costituirsi parte civile nei processi per femminicidio fu prevista dalla recente Legge Regionale n. 29/2014, approvata all'unanimità dal consiglio regionale, con la quale veniva istituita anche una task‐force permanente antiviolenza con case-rifugio, rappresentanti del sistema giudiziario e delle forze dell'ordine, scuole, ordini professionali, istituzioni e associazioni.
Ora il Comitato Cinque stelle Bisceglie, con una lettera ufficiale ufficiale controfirmata da quaranta concittadini, chiede al sindaco di impegnarsi con tutta la giunta a fare qualcosa di simile a Bisceglie, dove i casi di abuso su donne e minori non sono infrequenti, ma restano spesso sommersi.
«Il comune di Bisceglie – spiegano i firmatari – ha assunto nelle sue previsioni statutarie l'impegno a contrastare il fenomeno della violenza sulla donna e/o sui minori, trasformando gli interessi generici e diffusi dei cittadini in propri interessi specifici. Di qui la configurabilità di un interesse concreto alla salvaguardia della salute e del benessere psico-fisico dei propri cittadini e di tutela sociale ed economica del proprio territorio. La fermezza e la compatezza della risposta delle istituzioni che il consiglio comunale rappresenta, darebbe modo ai cittadini di comprendere che anche la nostra città non nascone né minimizza il problema, ma intende rispondere con i mezzi leciti e incisivi che la legge mette a sua disposizione».
Il comitato chiede anche al comune di farsi portavoce, attraverso l'assessorato alla cultura, di una serie di eventi di sensibilizzazione in occasione della giornata contro il femminicidio, che cade ogni anno il 25 novembre.