«Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei commercialisti decada e nessuno osi ripresentarsi»
Il biscegliese Antonello Soldani, presidente dell'Odcec di Trani, dopo l’ennesimo stop alle elezioni imposto dal Tar Lazio. Attesa anche per le elezioni degli Ordini locali
giovedì 21 ottobre 2021
9.29
Ancora un rinvio. Ancora una decisione del Tar che costringe gli Ordini dei commercialisti ed esperti contabili di tutta Italia a rinviare il rinnovo delle cariche elettive. La scadenza del mandato era fissata per il 2020. Poi una prima sospensione ad aprile 2021 per mancata indicazione della "parità di genere" nel regolamento elettorale. A luglio impugnativa al Tar per la decadenza del Consiglio nazionale. Il presidente Tar Lazio concede la sospensiva, confermata dal Tar in sede collegiale.
La conferma arriva dal presidente del Consiglio dell'Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Trani, il biscegliese Antonello Soldani, che ha riassunto la vicenda a beneficio dei colleghi: «Il Tar Lazio, sciogliendo la riserva del 12 ottobre scorso, ha confermato in maniera collegiale, la sospensiva delle procedure elettorali per il rinnovo degli organi istituzionali territoriali, già concessa dal Presidente del Tar, riconoscendo l'esistenza del "fumus" nel momento in cui sostiene che la "decadenza" del Consiglio nazionale dopo 45 giorni dalla sua ordinaria scadenza (gennaio 2021) avrebbe dovuto comportare il commissariamento ad opera del Ministro della Giustizia e la convocazione delle elezioni territoriali ad opera del commissario nominato. L'udienza di merito è stata fissata al 25 febbraio 2022. La sentenza potrebbe essere impugnata davanti al Consiglio di Stato. Conosciamo i tempi della giustizia. Poi i tempi della nuova convocazione delle elezioni territoriali. Andremo a finire a carnevale del 2023».
Ma, purtroppo, non c'è nulla da ridere. Perché il rischio concreto è di un ulteriore slittamento. «L'11 ottobre scorso si è svolta - in presenza a Roma - l'assemblea dei presidenti durante la quale il presidente nazionale Miani e il tesoriere Cunsolo hanno esposto la versione dei fatti secondo il Consiglio nazionale e gli aspetti legali dell'opposizione all'istanza di sospensiva redatta dal professor Luciani. Durante il suo intervento, il presidente Miani ha dato lettura della comunicazione del ricorrente Felice Ruscetta, pervenuta in mattinata, che condizionava il ritiro del ricorso al Tar alle dimissioni del Consiglio nazionale; il Presidente Miani, ritenendo questa missiva un chiaro ricatto, forse architettato da mandanti non meglio precisati, ha ribadito la correttezza del proprio operato e del Consiglio nazionale sottolineando che tutte le decisioni assunte sono sempre state condivise con il Ministero vigilante, e ha concluso manifestando la propria ferma volontà di non essere disposto a subire alcun ricatto anche se, nell'interesse della professione sarebbe stato anche disponibile - per la prima volta durante il suo mandato - a subirlo in questa circostanza a condizione che le sue personali dimissioni (che fanno decadere l'intero Consiglio nazionale) avrebbero fatto ridurre i tempi delle elezioni degli ordini territoriali, unici titolari del rinnovo del Consiglio nazionale. Ora attendiamo le decisioni del presidente» ha spiegato Soldani.
«Personalmente auspico che il presidente Miani per la prima volta ceda a "questo ricatto" e che nessuno degli attuali consiglieri nazionali abbia l'ardire di proporsi alle nuove elezioni per avere contribuito, sia pure in buona fede che va riconosciuta salvo prova contraria, alla creazione di questa situazione che certamente non fa bene alla reputazione dell'intera categoria» ha concluso.
La conferma arriva dal presidente del Consiglio dell'Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Trani, il biscegliese Antonello Soldani, che ha riassunto la vicenda a beneficio dei colleghi: «Il Tar Lazio, sciogliendo la riserva del 12 ottobre scorso, ha confermato in maniera collegiale, la sospensiva delle procedure elettorali per il rinnovo degli organi istituzionali territoriali, già concessa dal Presidente del Tar, riconoscendo l'esistenza del "fumus" nel momento in cui sostiene che la "decadenza" del Consiglio nazionale dopo 45 giorni dalla sua ordinaria scadenza (gennaio 2021) avrebbe dovuto comportare il commissariamento ad opera del Ministro della Giustizia e la convocazione delle elezioni territoriali ad opera del commissario nominato. L'udienza di merito è stata fissata al 25 febbraio 2022. La sentenza potrebbe essere impugnata davanti al Consiglio di Stato. Conosciamo i tempi della giustizia. Poi i tempi della nuova convocazione delle elezioni territoriali. Andremo a finire a carnevale del 2023».
Ma, purtroppo, non c'è nulla da ridere. Perché il rischio concreto è di un ulteriore slittamento. «L'11 ottobre scorso si è svolta - in presenza a Roma - l'assemblea dei presidenti durante la quale il presidente nazionale Miani e il tesoriere Cunsolo hanno esposto la versione dei fatti secondo il Consiglio nazionale e gli aspetti legali dell'opposizione all'istanza di sospensiva redatta dal professor Luciani. Durante il suo intervento, il presidente Miani ha dato lettura della comunicazione del ricorrente Felice Ruscetta, pervenuta in mattinata, che condizionava il ritiro del ricorso al Tar alle dimissioni del Consiglio nazionale; il Presidente Miani, ritenendo questa missiva un chiaro ricatto, forse architettato da mandanti non meglio precisati, ha ribadito la correttezza del proprio operato e del Consiglio nazionale sottolineando che tutte le decisioni assunte sono sempre state condivise con il Ministero vigilante, e ha concluso manifestando la propria ferma volontà di non essere disposto a subire alcun ricatto anche se, nell'interesse della professione sarebbe stato anche disponibile - per la prima volta durante il suo mandato - a subirlo in questa circostanza a condizione che le sue personali dimissioni (che fanno decadere l'intero Consiglio nazionale) avrebbero fatto ridurre i tempi delle elezioni degli ordini territoriali, unici titolari del rinnovo del Consiglio nazionale. Ora attendiamo le decisioni del presidente» ha spiegato Soldani.
«Personalmente auspico che il presidente Miani per la prima volta ceda a "questo ricatto" e che nessuno degli attuali consiglieri nazionali abbia l'ardire di proporsi alle nuove elezioni per avere contribuito, sia pure in buona fede che va riconosciuta salvo prova contraria, alla creazione di questa situazione che certamente non fa bene alla reputazione dell'intera categoria» ha concluso.