Il Movimento 5 Stelle: «Stop alle speculazioni edilizie, serve sviluppo sostenibile»
Sul Piano urbanistico generale: «La popolazione biscegliese non è cresciuta come previsto, bisogna cambiare»
giovedì 17 gennaio 2019
7.59
Bisceglie, è un dato di fatto, non ha 83 mila abitanti. Ragione per cui, come sostiene il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Enzo Amendolagine, sarebbe opportuno tenerne conto in questa fase di redazione del nuovo Piano Urbanistico Generale.
L'esponente pentastellato chiede che l'amministrazione Angarano consideri il reale fabbisogno abitativo della città, differente rispetto alle previsioni urbanistiche. «Il Pug di Bisceglie non può prevedere nuove zone di espansione residenziale, perché la programmazione urbanistica vigente garantisce più che abbondantemente il soddisfacimento delle esigenze abitative da qui a 10 anni. Aggiungiamo che anche fantomatici piani di lottizzazione all'orizzonte rappresenterebbero una scelta politica insensata, dati alla mano» ha spiegato.
«Cerchiamo, per questo, di avvalorare l'indirizzo politico proposto dal Movimento con un'analisi di dettaglio dei dati sul reale fabbisogno abitativo. Il calcolo di quest'ultimo deve essere fatto sia in relazione al dimensionamento del Piano Regolatore vigente sia in relazione alla popolazione residente che si presume, in base ad una proiezione statistica, possa instaurarsi in un periodo di tempo prefissato. Il documento regionale di assetto generale raccomanda di fare riferimento, per la redazione della parte programmatica del Pug, a un lasso temporale non superiore a 10 anni!
Secondo le tabelle Istat emerge chiaramente come, nel 2017, la popolazione biscegliese non solo non sia cresciuta ma addirittura diminuita per il terzo anno consecutivo, passando negli ultimi dieci anni da 54123 a 55385 residenti, con un trend di crescita pari a 0.00231516, che, se rispettato nel prossimo decennio, potrebbe portare un incremento di appena 1296 abitanti, portando Bisceglie a 56681 nel 2027.
Il vecchio Piano Regolatore Generale di Bisceglie, approvato nell'agosto del 1975, prevedeva volumetrie (cioè metri cubi di edilizia residenziale) capaci di soddisfare il fabbisogno di 75000 abitanti.
«A seguito di un rilievo di maggior dettaglio elaborato su base informatizzata e a seguito dell'approvazione di programmi complessi (il Peep, maglia 167, per 1600 abitanti; il Pru del quartiere San Pietro per altri 900 abitanti; il Pirp per altri 450 abitanti e il Pruacs per ulteriori 900 abitanti), il Prg di Bisceglie, secondo quanto riportato dalla relazione generale allegata al Pug (capitolo 2.1.4 - Il bilancio della pianificazione vigente, pag. 101 e successive), vedeva crescere le sue volumetrie con le suddette varianti in modo da "Soddisfare il fabbisogno di oltre 83000 abitanti".
Stando così le cose, è chiaro ed evidente che già oggi il Piano Regolatore vigente di Bisceglie è sovrastimato, rispetto al fabbisogno abitativo per i prossimi 10 anni» ha aggiunto Amendolagine, proponendo, sulla base di questi dati «la revisione delle stime di fabbisogno abitativo per la redazione del nuovo Pug, lo stop a qualsiasi ipotesi di speculazione, un piano capillare di rigenerazione urbana, la riqualificazione urbanistica al fine di offrire ricettività turistica di alta fascia, secondo i canoni del turismo sostenibile».
L'esponente pentastellato chiede che l'amministrazione Angarano consideri il reale fabbisogno abitativo della città, differente rispetto alle previsioni urbanistiche. «Il Pug di Bisceglie non può prevedere nuove zone di espansione residenziale, perché la programmazione urbanistica vigente garantisce più che abbondantemente il soddisfacimento delle esigenze abitative da qui a 10 anni. Aggiungiamo che anche fantomatici piani di lottizzazione all'orizzonte rappresenterebbero una scelta politica insensata, dati alla mano» ha spiegato.
«Cerchiamo, per questo, di avvalorare l'indirizzo politico proposto dal Movimento con un'analisi di dettaglio dei dati sul reale fabbisogno abitativo. Il calcolo di quest'ultimo deve essere fatto sia in relazione al dimensionamento del Piano Regolatore vigente sia in relazione alla popolazione residente che si presume, in base ad una proiezione statistica, possa instaurarsi in un periodo di tempo prefissato. Il documento regionale di assetto generale raccomanda di fare riferimento, per la redazione della parte programmatica del Pug, a un lasso temporale non superiore a 10 anni!
Secondo le tabelle Istat emerge chiaramente come, nel 2017, la popolazione biscegliese non solo non sia cresciuta ma addirittura diminuita per il terzo anno consecutivo, passando negli ultimi dieci anni da 54123 a 55385 residenti, con un trend di crescita pari a 0.00231516, che, se rispettato nel prossimo decennio, potrebbe portare un incremento di appena 1296 abitanti, portando Bisceglie a 56681 nel 2027.
Il vecchio Piano Regolatore Generale di Bisceglie, approvato nell'agosto del 1975, prevedeva volumetrie (cioè metri cubi di edilizia residenziale) capaci di soddisfare il fabbisogno di 75000 abitanti.
«A seguito di un rilievo di maggior dettaglio elaborato su base informatizzata e a seguito dell'approvazione di programmi complessi (il Peep, maglia 167, per 1600 abitanti; il Pru del quartiere San Pietro per altri 900 abitanti; il Pirp per altri 450 abitanti e il Pruacs per ulteriori 900 abitanti), il Prg di Bisceglie, secondo quanto riportato dalla relazione generale allegata al Pug (capitolo 2.1.4 - Il bilancio della pianificazione vigente, pag. 101 e successive), vedeva crescere le sue volumetrie con le suddette varianti in modo da "Soddisfare il fabbisogno di oltre 83000 abitanti".
Stando così le cose, è chiaro ed evidente che già oggi il Piano Regolatore vigente di Bisceglie è sovrastimato, rispetto al fabbisogno abitativo per i prossimi 10 anni» ha aggiunto Amendolagine, proponendo, sulla base di questi dati «la revisione delle stime di fabbisogno abitativo per la redazione del nuovo Pug, lo stop a qualsiasi ipotesi di speculazione, un piano capillare di rigenerazione urbana, la riqualificazione urbanistica al fine di offrire ricettività turistica di alta fascia, secondo i canoni del turismo sostenibile».