Per il mese della Memoria il regista Gianluigi Belsito mette in scena Il piccolo dittatore
Lo spettacolo del Teatro del viaggio girerà per le scuole che ne faranno richiesta
sabato 27 gennaio 2018
Raccontare con parole nuove l'orrore dell'olocausto, non è operazione semplice. Sono milioni ormai le opere, le rappresentazioni artistiche, teatrali, poetiche e letterarie dedicate ad una pagina di storia che ogni anno, dal 27 gennaio - Giornata della Memoria, vengono proposte al pubblico.
Il rischio di overload informativo, dato dalla sovraesposizione del tema, è altissimo e per chi fa arte, aggirare l'ostacolo, attirare l'attenzione è, quando si parla di Shoah, altissimo.
Non teme questo pericolo il regista biscegliese Gianluigi Belsito, che ha messo in scena, già con successo nelle scuole di mezza Puglia, lo spettacolo Il piccolo dittatore.
il copione scritto per il Teatro del Viaggio è un ideale omaggio a Charlie Chaplin del regista, che ne è anche interprete con le attrici barlettane Maria Lanciano e Michela Diviccaro.
Il rischio di overload informativo, dato dalla sovraesposizione del tema, è altissimo e per chi fa arte, aggirare l'ostacolo, attirare l'attenzione è, quando si parla di Shoah, altissimo.
Non teme questo pericolo il regista biscegliese Gianluigi Belsito, che ha messo in scena, già con successo nelle scuole di mezza Puglia, lo spettacolo Il piccolo dittatore.
il copione scritto per il Teatro del Viaggio è un ideale omaggio a Charlie Chaplin del regista, che ne è anche interprete con le attrici barlettane Maria Lanciano e Michela Diviccaro.
Una festa in maschera, una botta in testa e il signor Adolfo finisce col credere di essere Hitler per davvero. Il fantoccio di un dittatore con una grande paura del "diverso".
Riuscirà la sua fidata governante ebrea a farlo rinsavire?
Lo spettacolo segue la linea del grottesco: azioni e battute del protagonista fanno continuamente riferimento ai ben noti drammatici avvenimenti, e lo stile un po' da avanspettacolo della messinscena li evidenzia ancora di più nella loro tragicità. Il paradosso è sempre presente, come quando il finto Führer confida alla sua governate che lui ritiene sbagliato far studiare i giovani, perché lo studio, la cultura e la conoscenza permetterebbe loro di capire troppe cose.
Riuscirà la sua fidata governante ebrea a farlo rinsavire?
Lo spettacolo segue la linea del grottesco: azioni e battute del protagonista fanno continuamente riferimento ai ben noti drammatici avvenimenti, e lo stile un po' da avanspettacolo della messinscena li evidenzia ancora di più nella loro tragicità. Il paradosso è sempre presente, come quando il finto Führer confida alla sua governate che lui ritiene sbagliato far studiare i giovani, perché lo studio, la cultura e la conoscenza permetterebbe loro di capire troppe cose.