«Il servizio Usca non funziona affatto!»
La testimonianza di un'infermiera professionale costretta all'isolamento domiciliare
sabato 31 ottobre 2020
9.41
Opinioni decisamente contrastanti si registrano sull'efficacia delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale il cui compito è farsi carico di seguire passo passo la situazione dei cittadini in isolamento domiciliare fiduciairio perché entrati a contatto con persone risultate positive al Covid.
L'apparizione di un articolo attraverso il quale un paziente cronico ha inteso rimarcare - dal suo punto di vista - il buon funzionamento del servizio (link) ha suscitato la perentoria reazione di una donna, che si è rivolta a BisceglieViva per portare la sua testimonianza riguardo le Usca all'attenzione pubblica.
«Sono un'infermiera professionale che lavora nel reparto di malattie infettive dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie» ha scritto. «Sono risultata positiva al Covid in data 13 ottobre. Sono a casa in isolamento fiduciario, rigorosamente nella mia stanza da letto e la mia famiglia è in quarantena poiché composta da persone che sono miei contatti stretti» ha aggiunto.
«Il servizio Usca non funziona affatto! Forse funzionerà per quel malato cronico, che risulta l'eccezione!» ha tuonato, riferendosi a quanto letto sabato mattina sul nostro giornale.
«Il 27 ottobre abbiamo eseguito il tampone di fine isolamento e a tutt'oggi, 31 ottobre, nessun esito...
Mentre noi siamo sotto sequestro in casa, e io in camera, ai numeri telefonici del servizio Usca non risponde nessuno! Cornetta fuori posto!
Venerdì ho persino denunciato la cosa ai Carabinieri» ha evidenziato.
«Il disagio psichico per tutto ciò che ci capita rischia di diventare un'ulteriore minaccia. L'iter sanitario, "ahimé", ha davvero delle falle!» ha concluso la cittadina biscegliese.
L'apparizione di un articolo attraverso il quale un paziente cronico ha inteso rimarcare - dal suo punto di vista - il buon funzionamento del servizio (link) ha suscitato la perentoria reazione di una donna, che si è rivolta a BisceglieViva per portare la sua testimonianza riguardo le Usca all'attenzione pubblica.
«Sono un'infermiera professionale che lavora nel reparto di malattie infettive dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie» ha scritto. «Sono risultata positiva al Covid in data 13 ottobre. Sono a casa in isolamento fiduciario, rigorosamente nella mia stanza da letto e la mia famiglia è in quarantena poiché composta da persone che sono miei contatti stretti» ha aggiunto.
«Il servizio Usca non funziona affatto! Forse funzionerà per quel malato cronico, che risulta l'eccezione!» ha tuonato, riferendosi a quanto letto sabato mattina sul nostro giornale.
«Il 27 ottobre abbiamo eseguito il tampone di fine isolamento e a tutt'oggi, 31 ottobre, nessun esito...
Mentre noi siamo sotto sequestro in casa, e io in camera, ai numeri telefonici del servizio Usca non risponde nessuno! Cornetta fuori posto!
Venerdì ho persino denunciato la cosa ai Carabinieri» ha evidenziato.
«Il disagio psichico per tutto ciò che ci capita rischia di diventare un'ulteriore minaccia. L'iter sanitario, "ahimé", ha davvero delle falle!» ha concluso la cittadina biscegliese.