Incontri Fai, Paolo Saraceno (ministero dell'ambiente) a Bisceglie spiega perché il nucleare è la soluzione per l'energia del futuro
La due giorni dedicata al rapporto uomo-ambiente nella chiesetta di Santa Margherita si conclude con un decalogo di "to do"
lunedì 22 maggio 2017
06.38
Laureato in fisica alla Sapienza di Roma, dirigente di ricerca dell'Istituto nazionale di astronomia ed astrofisica, responsabile del gruppo "Studio della formazione stellare e dei sistemi planetari" dell'Istituto di fisica dello spazio interplanetario di Roma, dal 2010 membro delle commissioni di valutazione di impatto ambientale del ministero dell'ambiente.
Un curriculum invidiabilissimo, quello del protagonista dell'incontro che domenica 21 maggio il Fai Bat ha ospitato nella chiesetta di Santa Margherita per il ciclo d'incontri "Dialogando". Oggetto della confronto, prosieguo ideale di quello con Bruno Carli di sabato 20 maggio, il rapporto tra uomo e clima visto da una prospettiva energetica.
Paolo Saraceno, fisico sperimentale vocato alle materie ambientali, è un convinto sostenitore del nucleare.
Ha studiato la materia approfonditamente ed è convinto di una cosa: il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, nell'ultimo secolo è lungamente migliorato. Non è contraddittorio il fatto che le emissioni di gas serra siano profondamente aumentate, semplicemente perché queste seguono l'andamento della crescita della popolazione. Poiché negli ultimi 200 anni la popolazione si è moltiplicata per 12 e, causa l'evoluzione tecnica, per ciascun abitante i consumi si sono moltiplicati per 100.
«Per nostra fortuna - ha spiegato - la metà della CO2 è assorbita da biosfera e oceani. Resta il problema delle fonti energetiche. Gli idrocarburi non finiranno come molti catastrofisti pensano perché le riserve di combustibili fossili sono enormi e continuano a crescere. La disponibilità di petrolio si è triplicata negli ultimi anni, mentre il gas convenzionale, secondo le stime fatte nel 2010, copre il fabbisogno per almeno 60 anni.
La rapida crescita della popolazione dei paesi più poveri, a cui non si può parlare di risparmio energetico, continua però a crescere. E poiché il ruolo delle rinnovabili è ancora modesto, occorre fare fronte altrimenti all'esplosione di popolazione in corso ed arrivare al 2075, quando la popolazione ricomincerà a decrescere, con un pianete in buone condizioni di salute».
E allora cosa fare? Il decalogo del fisico romano è puntuale: «Occorre sviluppare l'efficienza energetica nei paesi occidentali, utilizzare ogni forma di energia che non produca gas serra, diminuire i consumi individuali, che incidono sul 30% della produzione di CO2, sviluppare il solare con celle multilayers, affidarsi ala fusione nucleare, sola forma di energia che utilizza combustibili fossili ma non inquina».
Un curriculum invidiabilissimo, quello del protagonista dell'incontro che domenica 21 maggio il Fai Bat ha ospitato nella chiesetta di Santa Margherita per il ciclo d'incontri "Dialogando". Oggetto della confronto, prosieguo ideale di quello con Bruno Carli di sabato 20 maggio, il rapporto tra uomo e clima visto da una prospettiva energetica.
Paolo Saraceno, fisico sperimentale vocato alle materie ambientali, è un convinto sostenitore del nucleare.
Ha studiato la materia approfonditamente ed è convinto di una cosa: il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, nell'ultimo secolo è lungamente migliorato. Non è contraddittorio il fatto che le emissioni di gas serra siano profondamente aumentate, semplicemente perché queste seguono l'andamento della crescita della popolazione. Poiché negli ultimi 200 anni la popolazione si è moltiplicata per 12 e, causa l'evoluzione tecnica, per ciascun abitante i consumi si sono moltiplicati per 100.
«Per nostra fortuna - ha spiegato - la metà della CO2 è assorbita da biosfera e oceani. Resta il problema delle fonti energetiche. Gli idrocarburi non finiranno come molti catastrofisti pensano perché le riserve di combustibili fossili sono enormi e continuano a crescere. La disponibilità di petrolio si è triplicata negli ultimi anni, mentre il gas convenzionale, secondo le stime fatte nel 2010, copre il fabbisogno per almeno 60 anni.
La rapida crescita della popolazione dei paesi più poveri, a cui non si può parlare di risparmio energetico, continua però a crescere. E poiché il ruolo delle rinnovabili è ancora modesto, occorre fare fronte altrimenti all'esplosione di popolazione in corso ed arrivare al 2075, quando la popolazione ricomincerà a decrescere, con un pianete in buone condizioni di salute».
E allora cosa fare? Il decalogo del fisico romano è puntuale: «Occorre sviluppare l'efficienza energetica nei paesi occidentali, utilizzare ogni forma di energia che non produca gas serra, diminuire i consumi individuali, che incidono sul 30% della produzione di CO2, sviluppare il solare con celle multilayers, affidarsi ala fusione nucleare, sola forma di energia che utilizza combustibili fossili ma non inquina».