Interrogatorio di garanzia per amministratore e contabile di Extrafrutta srl
Il loro legale avrebbe chiesto la revoca delle misure cautelari e del sequestro dei beni per un milione di euro
venerdì 27 luglio 2018
12.26
Bernardino Pedone e Massimo Dell'Orco, rispettivamente amministratore e contabile dell'impresa biscegliese Extrafrutta srl, sono stati sottoposti nelle scorse ore agli interrogatori di garanzia riguardo l'operazione "Macchia nera" che ha portato, nella mattinata di martedì 24 luglio, all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti oltre che di Marisa Macchia, la donna di Mola di Bari ritenuta dagli inquirenti una vera e propria "caporale".
I tre principali indagati dell'inchiesta, in cui sono coinvolte complessivamente undici persone, hanno deciso di non rispondere a gran parte delle domande che sono state loro rivolte dai magistrati. Secondo quanto trapelato, Pedone, Dell'Orco e Macchia, difesi dal legale Salvatore Campanelli, avrebbero controbattuto ai quesiti degli inquirenti in merito al meccanismo attraverso cui centinaia di braccianti avrebbero lavorato, in base alle accuse, anche per 14 ore consecutive per un compenso di appena 2.50 euro orari. Tutto da verificare il coinvolgimento dei due biscegliesi nella vicenda dei due euro per ogni giornata lavorativa che, sulla sporta delle testimonianze raccolte, sarebbero stati versati a Macchia e costituiscono la circostanza più pesante dell'impianto accusatorio.
L'avvocato Campanelli avrebbe chiesto la revoca delle misure cautelari nei confronti degli indagati e del sequestro di beni per un valore di circa un milione di euro già avvenuto martedì, richieste sulle quali in giudice si esprimerà a stretto giro. Le accuse a vario titolo verso gli undici indagati comprendono i reati di associazione per delinquere, caporalato, estorsione, truffi ai danni dell'Inps e autoriciclaggio.
I tre principali indagati dell'inchiesta, in cui sono coinvolte complessivamente undici persone, hanno deciso di non rispondere a gran parte delle domande che sono state loro rivolte dai magistrati. Secondo quanto trapelato, Pedone, Dell'Orco e Macchia, difesi dal legale Salvatore Campanelli, avrebbero controbattuto ai quesiti degli inquirenti in merito al meccanismo attraverso cui centinaia di braccianti avrebbero lavorato, in base alle accuse, anche per 14 ore consecutive per un compenso di appena 2.50 euro orari. Tutto da verificare il coinvolgimento dei due biscegliesi nella vicenda dei due euro per ogni giornata lavorativa che, sulla sporta delle testimonianze raccolte, sarebbero stati versati a Macchia e costituiscono la circostanza più pesante dell'impianto accusatorio.
L'avvocato Campanelli avrebbe chiesto la revoca delle misure cautelari nei confronti degli indagati e del sequestro di beni per un valore di circa un milione di euro già avvenuto martedì, richieste sulle quali in giudice si esprimerà a stretto giro. Le accuse a vario titolo verso gli undici indagati comprendono i reati di associazione per delinquere, caporalato, estorsione, truffi ai danni dell'Inps e autoriciclaggio.