«Io maltrattato e schiaffeggiato da un vigile urbano». La replica: «Ha inscenato una caduta per attirare l’attenzione del pubblico»
La polemica sul venditore abusivo di coriandoli monta sui social network. Gli agenti: «disponibili a denunciare per diffamazione chiunque divulghi notizie lesive del nostro decoro»
martedì 6 febbraio 2018
La vicenda che va raccontata solo per evitare che venga strumentalizzata.
Da una parta c'è il protagonista dei fatti, che su Facebook denuncia di essere stato aggredito da un agente di polizia locale che gli dava «tre schiaffi facendomi cadere» solo perché «per guadagnare un po' di pane» si era messo a «vendere coriandoli, abusivamente come altre dieci bancarelle».
Dall'altra c'è il rapporto di servizio del sovraintendente capo e del vice sovraintendente, che raccontano la loro versione di quanto accaduto domenica 4 febbraio al termine del comizio elettorale di Francesco Spina.
I due agenti spiegano che, a seguito di segnalazione, intervenivano con un controllo mirato in Piazza Vittorio Emanuele, per scoprire che l'uomo era effettivamente privo di licenza per la vendita su area pubblica e dei documenti di riconoscimento. Nella versione degli agenti, alle pressanti richieste di esibire la documentazione di rito, l'uomo reagiva prima chiedendo chi li avesse convocati in piazza, poi «si allontanava e lanciava verso il volto del sottoscritto agente dei coriandoli, riferendo di non voler esibire alcun documento». «A tal punto il sottoscritto ha cercato di fermare detto operatore per un braccio e questi inscenava una caduta per attirare l'attenzione del pubblico». Accompagnato al comando, l'uomo ammetteva tra lacrime e risa di essere brillo e, incassata la multa per accertata violazione, veniva rilasciato.
Questi i fatti, nella doppia versione.
Sui social network l'opinione pubblica si è scatenata, costringendo i due agenti a dichiarare che: «ove occorra, siamo disponibili a denunciare per diffamazione chiunque divulghi notizie tendenziose e lesive dell'onore e del decoro del nostro operato».
Da una parta c'è il protagonista dei fatti, che su Facebook denuncia di essere stato aggredito da un agente di polizia locale che gli dava «tre schiaffi facendomi cadere» solo perché «per guadagnare un po' di pane» si era messo a «vendere coriandoli, abusivamente come altre dieci bancarelle».
Dall'altra c'è il rapporto di servizio del sovraintendente capo e del vice sovraintendente, che raccontano la loro versione di quanto accaduto domenica 4 febbraio al termine del comizio elettorale di Francesco Spina.
I due agenti spiegano che, a seguito di segnalazione, intervenivano con un controllo mirato in Piazza Vittorio Emanuele, per scoprire che l'uomo era effettivamente privo di licenza per la vendita su area pubblica e dei documenti di riconoscimento. Nella versione degli agenti, alle pressanti richieste di esibire la documentazione di rito, l'uomo reagiva prima chiedendo chi li avesse convocati in piazza, poi «si allontanava e lanciava verso il volto del sottoscritto agente dei coriandoli, riferendo di non voler esibire alcun documento». «A tal punto il sottoscritto ha cercato di fermare detto operatore per un braccio e questi inscenava una caduta per attirare l'attenzione del pubblico». Accompagnato al comando, l'uomo ammetteva tra lacrime e risa di essere brillo e, incassata la multa per accertata violazione, veniva rilasciato.
Questi i fatti, nella doppia versione.
Sui social network l'opinione pubblica si è scatenata, costringendo i due agenti a dichiarare che: «ove occorra, siamo disponibili a denunciare per diffamazione chiunque divulghi notizie tendenziose e lesive dell'onore e del decoro del nostro operato».