ItaliaViva: «Contrastare la violenza economica»
Baldini e Crudele: «Mozione in Parlamento e in tutti i Comuni per un'educazione finanziaria rivolta alla parità di genere»
giovedì 25 novembre 2021
8.50
Contrastare la violenza economica, attraverso la quale il potere maschile si esercita nelle relazioni coppia. È l'nteressante e purtroppo veritiero risvolto sollevato da Italia Viva in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
«La violenza economica è quella serie di atteggiamenti violenti volti ad ostacolare l'indipendenza economica della vittima, per metterla in una condizione di subordinazione, dipendenza e controllo» hanno spiegato Gabriella Baldini, biscegliese, e Ruggiero Crudele, segretari provinciali del partito per la Bat.
«L'utilizzazione del denaro e della superiorità economica come strumento di potere può manifestarsi in vari modi e con gradi diversi di intensità: impedire alla donna di lavorare, di possedere un proprio conto corrente o una carta di credito, di conoscere il reddito familiare, di usare il proprio denaro, di avere autonomia di spesa, di esporla a situazione debitoria, fino al mancato pagamento dell'assegno di mantenimento, solo per citarne alcuni.
L'effetto principale di queste condotte è la privazione dell'autonomia e della libertà della donna per tenerla legata a sé e condizionarne la vita. Quando la violenza economica si accompagna a quella fisica, la mancanza di risorse economiche per provvedere a sé e, in molti casi per i propri figli, finisce col divenire un ostacolo per la donna nel percorso di allontanamento dal contesto violento: il 37% delle donne in Italia non possiede un conto corrente, un dato che cresce quando diminuisce il livello di istruzione delle donne, portando così molte di esse a dover utilizzare il conto corrente del compagno o del marito» è quanto osservato da Italia Viva.
«Fondamentale è dunque lavorare per l'autonomia delle donne e per il sostegno economico alle vittime di violenza, per aiutarle a conseguire l'indipendenza finanziaria dal partner violento. È in questa direzione che va l'iniziativa di Italia Viva, che, attraverso un emendamento al decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, cosiddetto "Rilancio", ha istituito il Reddito di libertà: un aiuto economico mensile per favorire, attraverso l'indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza che si trovano in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà; il reddito è stato poi rifinanziato con un emendamento di Italia Viva alla Legge 30 dicembre 2020, n. 178, che destina risorse pari a 2 milioni di euro per il 2021 e 2 milioni di euro per il 2022. In tale contesto, è stata inoltre varato il Microcredito di libertà, una misura di supporto alle donne vittime di violenza che intendono intraprendere un percorso di emancipazione anche economica accedendo al microcredito d'impresa (per abbattere il Taeg del finanziamento concesso alla donna dagli intermediari) o al microcredito sociale (sia ai fini dell'abbattimento del Taeg, sia come Fondo di garanzia nei casi di mancata restituzione delle rate di prestito).
Fondamentali poi sono le iniziative di prevenzione al fine di informare le donne sui loro diritti in ambito economico e finanziario, su come riconoscere la violenza economica ed eliminarla dalla propria vita. In tal senso, l'educazione finanziaria è uno strumento importante per accelerare il processo di uscita dalla violenza e per favorire percorsi di inclusione delle donne che vogliono riprendere in mano la loro vita.
L'importanza dell'educazione finanziaria come leva di una fattiva partecipazione delle donne alla vita del nostro Paese è stata indicata con grande chiarezza nella Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2025, fortemente voluta dal ministro Elena Bonetti: per la prima volta, infatti, l'Italia si è dotata di una Strategia che riprende i principi già definiti dalla Strategia europea per la parità di genere 2020/2025 e che si concentra sui temi del lavoro, del welfare, dell'educazione e della promozione della leadership femminile» hanno aggiunto.
«Dunque, un impegno importante quello di Italia Viva sull'educazione finanziaria, sia come strumento di prevenzione e contrasto della violenza economica, sia come strumento di empowerment e di indipendenza. Attraverso l'acquisizione di competenze economico-finanziarie di base, si può infatti rafforzare l'autostima delle donne, facendo emergere gli stimoli giusti per facilitare il raggiungimento di una autonomia economica e personale. Oggi più che mai, è necessario che le donne abbiano un insieme di conoscenze e competenze finanziarie che le aiuti a migliorare la relazione tra conoscenza economica e autonomia delle scelte, per accrescere il proprio benessere, quello delle proprie famiglie e del Paese nel suo complesso.
E, in occasione di tale giornata, Italia Viva propone in tutti i Comuni una mozione sull'educazione finanziaria quale strumento per la prevenzione il contrasto della violenza contro le donne. Una mozione simile sarà presentata a prima firma Lucia Annibali alla Camera».
«La violenza economica è quella serie di atteggiamenti violenti volti ad ostacolare l'indipendenza economica della vittima, per metterla in una condizione di subordinazione, dipendenza e controllo» hanno spiegato Gabriella Baldini, biscegliese, e Ruggiero Crudele, segretari provinciali del partito per la Bat.
«L'utilizzazione del denaro e della superiorità economica come strumento di potere può manifestarsi in vari modi e con gradi diversi di intensità: impedire alla donna di lavorare, di possedere un proprio conto corrente o una carta di credito, di conoscere il reddito familiare, di usare il proprio denaro, di avere autonomia di spesa, di esporla a situazione debitoria, fino al mancato pagamento dell'assegno di mantenimento, solo per citarne alcuni.
L'effetto principale di queste condotte è la privazione dell'autonomia e della libertà della donna per tenerla legata a sé e condizionarne la vita. Quando la violenza economica si accompagna a quella fisica, la mancanza di risorse economiche per provvedere a sé e, in molti casi per i propri figli, finisce col divenire un ostacolo per la donna nel percorso di allontanamento dal contesto violento: il 37% delle donne in Italia non possiede un conto corrente, un dato che cresce quando diminuisce il livello di istruzione delle donne, portando così molte di esse a dover utilizzare il conto corrente del compagno o del marito» è quanto osservato da Italia Viva.
«Fondamentale è dunque lavorare per l'autonomia delle donne e per il sostegno economico alle vittime di violenza, per aiutarle a conseguire l'indipendenza finanziaria dal partner violento. È in questa direzione che va l'iniziativa di Italia Viva, che, attraverso un emendamento al decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, cosiddetto "Rilancio", ha istituito il Reddito di libertà: un aiuto economico mensile per favorire, attraverso l'indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza che si trovano in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà; il reddito è stato poi rifinanziato con un emendamento di Italia Viva alla Legge 30 dicembre 2020, n. 178, che destina risorse pari a 2 milioni di euro per il 2021 e 2 milioni di euro per il 2022. In tale contesto, è stata inoltre varato il Microcredito di libertà, una misura di supporto alle donne vittime di violenza che intendono intraprendere un percorso di emancipazione anche economica accedendo al microcredito d'impresa (per abbattere il Taeg del finanziamento concesso alla donna dagli intermediari) o al microcredito sociale (sia ai fini dell'abbattimento del Taeg, sia come Fondo di garanzia nei casi di mancata restituzione delle rate di prestito).
Fondamentali poi sono le iniziative di prevenzione al fine di informare le donne sui loro diritti in ambito economico e finanziario, su come riconoscere la violenza economica ed eliminarla dalla propria vita. In tal senso, l'educazione finanziaria è uno strumento importante per accelerare il processo di uscita dalla violenza e per favorire percorsi di inclusione delle donne che vogliono riprendere in mano la loro vita.
L'importanza dell'educazione finanziaria come leva di una fattiva partecipazione delle donne alla vita del nostro Paese è stata indicata con grande chiarezza nella Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2025, fortemente voluta dal ministro Elena Bonetti: per la prima volta, infatti, l'Italia si è dotata di una Strategia che riprende i principi già definiti dalla Strategia europea per la parità di genere 2020/2025 e che si concentra sui temi del lavoro, del welfare, dell'educazione e della promozione della leadership femminile» hanno aggiunto.
«Dunque, un impegno importante quello di Italia Viva sull'educazione finanziaria, sia come strumento di prevenzione e contrasto della violenza economica, sia come strumento di empowerment e di indipendenza. Attraverso l'acquisizione di competenze economico-finanziarie di base, si può infatti rafforzare l'autostima delle donne, facendo emergere gli stimoli giusti per facilitare il raggiungimento di una autonomia economica e personale. Oggi più che mai, è necessario che le donne abbiano un insieme di conoscenze e competenze finanziarie che le aiuti a migliorare la relazione tra conoscenza economica e autonomia delle scelte, per accrescere il proprio benessere, quello delle proprie famiglie e del Paese nel suo complesso.
E, in occasione di tale giornata, Italia Viva propone in tutti i Comuni una mozione sull'educazione finanziaria quale strumento per la prevenzione il contrasto della violenza contro le donne. Una mozione simile sarà presentata a prima firma Lucia Annibali alla Camera».