Kasia Smutniak presenta a Bisceglie il docufilm "MUR" - INTERVISTA
Un toccante racconto vissuto in prima persona, accompagnata dalla biscegliese Marella Bombini
domenica 18 febbraio 2024
10.53
Bisceglie ha avuto l'onore di accogliere Kasia Smutniak per la presentazione del suo film Mur, il toccante documentario che esplora la crisi umanitaria al confine tra Polonia e Bielorussia, finalista ai Nastri d'Argento nella categoria "Cinema del Reale".
Un esordio coraggioso, per l'attrice di origini polacche, che nel marzo del 2022 è tornata nel suo Paese nativo per vedere, e far vedere il muro di 186 chilometri eretto tra Polonia e Bielorussia, con l'obiettivo di respingere i migranti che cercavano di raggiungere l'Unione Europea. Insieme a lei la biscegliese Marella Bombini, coautrice di questo documentario, che è stata nella zona rossa, dove l'accesso ai media è fortemente limitato. Un racconto freddo e lucido della disumanità del governo polacco, che non si fa scrupoli ad uccidere chiunque si avvicini al confine. Un'opera prima assolutamente ben riuscita, in cui la regista si espone a qualche rischio - portando le telecamere anche dove sarebbero state vietate - per raccontare una realtà agghiacciante, senza mai però esprimere giudizi. Lascia sempre che sia lo spettatore a formularli, sulla base degli elementi forniti.
Due le proiezioni organizzate dalla sezione locale di Fidapa BPW Italy: una in mattinata, riservata alle scuole, l'altra aperta al pubblico in serata. Entrambe sono state seguite da un dibattito coinvolgente in sala con gli ospiti, moderato dal giornalista cinematografico Davide Sette.
Un esordio coraggioso, per l'attrice di origini polacche, che nel marzo del 2022 è tornata nel suo Paese nativo per vedere, e far vedere il muro di 186 chilometri eretto tra Polonia e Bielorussia, con l'obiettivo di respingere i migranti che cercavano di raggiungere l'Unione Europea. Insieme a lei la biscegliese Marella Bombini, coautrice di questo documentario, che è stata nella zona rossa, dove l'accesso ai media è fortemente limitato. Un racconto freddo e lucido della disumanità del governo polacco, che non si fa scrupoli ad uccidere chiunque si avvicini al confine. Un'opera prima assolutamente ben riuscita, in cui la regista si espone a qualche rischio - portando le telecamere anche dove sarebbero state vietate - per raccontare una realtà agghiacciante, senza mai però esprimere giudizi. Lascia sempre che sia lo spettatore a formularli, sulla base degli elementi forniti.
Due le proiezioni organizzate dalla sezione locale di Fidapa BPW Italy: una in mattinata, riservata alle scuole, l'altra aperta al pubblico in serata. Entrambe sono state seguite da un dibattito coinvolgente in sala con gli ospiti, moderato dal giornalista cinematografico Davide Sette.