L'amore ai tempi della mafia: Alessio Viola ospite a LBA
La storia di due giovani innamorati ai tempi di ‘Mani Pulite’
lunedì 28 agosto 2017
17.11
Correva l'anno 1992 quando, tra le tante città coinvolte, spuntava anche Bari nella famosa operazione 'Mani Pulite': sindaco nonché consiglieri comunali, giornalisti e mafiosi furono arrestati, accusati di aver a suon di mazzette e appalti truccati contribuito a diffondere nella città pugliese numerose associazioni di stampo mafioso.
È in questa atmosfera che nasce l'amore tra Gabriele e Alessandra, due ragazzi giovanissimi, chiamati dalla sorte ad amarsi nella difficile realtà di Bari vecchia. Un amore legato non solo dal sentimento, ma anche dalla "congiuntura" mafiosa che allaccia i due: lui è apparanzato con una delle famiglie baresi più dominanti, lei è figlia di un commerciante indebitato con una famiglia alleata.
Un perfetto ossimoro quello tra mafia e amore diventato protagonista del libro "Vivere e morire a Levante", scritto dall'autore barese Alessio Viola. Perché il giornalista, laureato in filosofia, collaboratore di Repubblica ed editorialista del Corriere del Mezzogiorno, sa bene che la mafia a Bari c'è ancora, "invisibile e silenziosa". E la "radiografia", parola del moderatore e giornalista Michele de Feudis, che Viola effettua sulla criminalità organizzata del tempo è fondamentale per conoscere gli sviluppi della storia d'amore tra Gabriele e Alessandra.
Il prodotto che ne nasce è un «romanzo definitivo sulle basi noir degli anni '80, che offre un canovaccio" non solo sulla realtà mafiosa barese, ma anche sul "circolo vizioso che, tramite denaro, prostituzione, appalti, ha influenzato – e influenza - negativamente l'economia italiana».
«Levante è anche questo», ha detto Viola, «un luogo della mente, un modo di pensare, è denaro e affari». Un posto dove le persone che ci circondano sono tutti personaggi letterari, sconosciuti che, nel loro piccolo, «hanno sempre qualcosa da raccontare». Non è un caso che i protagonisti scelti da Viola siano «pragmatici, con personalità tratteggiate», tanto coraggiosi da dover affrontare una realtà difficile come quella barese.
E se veramente l'amore vince su tutto, per Gabriele e Alessandra non resta solo che sperare.
È in questa atmosfera che nasce l'amore tra Gabriele e Alessandra, due ragazzi giovanissimi, chiamati dalla sorte ad amarsi nella difficile realtà di Bari vecchia. Un amore legato non solo dal sentimento, ma anche dalla "congiuntura" mafiosa che allaccia i due: lui è apparanzato con una delle famiglie baresi più dominanti, lei è figlia di un commerciante indebitato con una famiglia alleata.
Un perfetto ossimoro quello tra mafia e amore diventato protagonista del libro "Vivere e morire a Levante", scritto dall'autore barese Alessio Viola. Perché il giornalista, laureato in filosofia, collaboratore di Repubblica ed editorialista del Corriere del Mezzogiorno, sa bene che la mafia a Bari c'è ancora, "invisibile e silenziosa". E la "radiografia", parola del moderatore e giornalista Michele de Feudis, che Viola effettua sulla criminalità organizzata del tempo è fondamentale per conoscere gli sviluppi della storia d'amore tra Gabriele e Alessandra.
Il prodotto che ne nasce è un «romanzo definitivo sulle basi noir degli anni '80, che offre un canovaccio" non solo sulla realtà mafiosa barese, ma anche sul "circolo vizioso che, tramite denaro, prostituzione, appalti, ha influenzato – e influenza - negativamente l'economia italiana».
«Levante è anche questo», ha detto Viola, «un luogo della mente, un modo di pensare, è denaro e affari». Un posto dove le persone che ci circondano sono tutti personaggi letterari, sconosciuti che, nel loro piccolo, «hanno sempre qualcosa da raccontare». Non è un caso che i protagonisti scelti da Viola siano «pragmatici, con personalità tratteggiate», tanto coraggiosi da dover affrontare una realtà difficile come quella barese.
E se veramente l'amore vince su tutto, per Gabriele e Alessandra non resta solo che sperare.