L'Arcivescovo D'Ascenzo scrive agli ammalati
Rivolto l'invito a recitare il Santo Rosario l'11 di ogni mese
«Caro Fratello, Cara Sorella, mentre scrivo penso a te che stai leggendo questa lettera. In questo tempo di pandemia abbiamo fatto molto spesso l'esperienza della solitudine. Il mio cuore prova a mettersi vicino al Tuo, che sicuramente in maniera più accentuata ha avvertito tutto ciò. Mi sono chiesto: "Come riempire questo spazio?". La preghiera mi sembra la maniera più opportuna. Non è un riempitivo ovviamente, ma semplicemente è mettere in pratica quanto Gesù ci ha chiesto: Cioè il pregare sempre senza stancarsi, come nel Vangelo di Luca ci ricorda.
Insieme a don Pasquale Quercia e al coordinamento di pastorale della salute diocesano, sento il desiderio di creare un momento di condivisione e comunione nella preghiera con te. Come ben sai la preghiera abbatte le distanze, per questo ti propongo di unirti a me e a tutti gli ammalati della diocesi ogni 11 del mese attraverso la recita del Santo Rosario, sarà questa un'occasione per sentirci un po' meno soli e certamente più chiesa».