"L'Italia intatta", a Libri nel Borgo Antico il viaggio di Mario Tozzi nel paese che fu e che resiste indenne
Il noto geologo e divulgatore scientifico ha presentato la sua ultima fatica letteraria in largo Castello concludendo la seconda serata della rassegna letteraria
domenica 26 agosto 2018
10.42
Mario Tozzi è un personaggio noto a coloro che amano la divulgazione scientifica per le sue trasmissioni televisive di successo come "Gaia, il pianeta che vive". Ma è soprattutto scienziato e geologo, studioso dell'evoluzione geologica della penisola italica e del Mediterraneo centro-orientale. Esponente di quella coscienza civica e naturalistica che promuove la collaborazione dell'uomo col territorio da lui abitato e trasformato al fine di preservare sia se stesso che l'habitat abitativo rispettandone i confini fisici ed esistenziali.
Da questa visione lungimirante prende spunto il libro "L'Italia intatta", nel quale l'autore accompagna con un itinerario geografico il lettore negli scenari naturali che hanno custodito la loro verginità dall'opera selvaggia dell'uomo. Tozzi, pur lodando i siti turistici più noti della penisola come Roma, Pompei e Venezia, ha proposto un'altra chiave di lettura nell'interpretare la bellezza del territorio italiano: egli è alla ricerca di quella commistione che si genera quando il tessuto fisico e geologico è in armonia con il tessuto umano che lo abita.
Coniando un nuovo termine, turistificazione, ha citato Venezia, che secondo le statistiche detiene la presenza di 600 turisti per ogni abitante nativo del luogo modificando così l'integrità e l'identità della città stessa. Una Venezia che sarebbe irriconoscibile se l'avessimo visitata qualche decennio fa in quanto la sua civitas, cioè la sua composizione civica e sociale ha lasciato spazio alla se pur splendida ma meno vibrante urbs, intesa come l'insieme dei suoi edifici e infrastrutture. Proprio ciò che lo scienziato si chiede: esistono ancora luoghi intatti e integri dalla mano divoratrice dell'uomo?
Passando dalla Sardegna alla Puglia, fino alla Basilicata e al Trentino egli condivide al grande pubblico questa sua ricerca finalizzata a coloro che vogliono scoprire l'Italia storica e geografica ancora innestata nel suo contesto sociale e culturale, dove l'uomo e la natura collaborano come compagni solidali rispettandosi a vicenda e raccogliendo i frutti di questo mutuo rispetto che sembra trascendere le epoche e i giorni.
Da questa visione lungimirante prende spunto il libro "L'Italia intatta", nel quale l'autore accompagna con un itinerario geografico il lettore negli scenari naturali che hanno custodito la loro verginità dall'opera selvaggia dell'uomo. Tozzi, pur lodando i siti turistici più noti della penisola come Roma, Pompei e Venezia, ha proposto un'altra chiave di lettura nell'interpretare la bellezza del territorio italiano: egli è alla ricerca di quella commistione che si genera quando il tessuto fisico e geologico è in armonia con il tessuto umano che lo abita.
Coniando un nuovo termine, turistificazione, ha citato Venezia, che secondo le statistiche detiene la presenza di 600 turisti per ogni abitante nativo del luogo modificando così l'integrità e l'identità della città stessa. Una Venezia che sarebbe irriconoscibile se l'avessimo visitata qualche decennio fa in quanto la sua civitas, cioè la sua composizione civica e sociale ha lasciato spazio alla se pur splendida ma meno vibrante urbs, intesa come l'insieme dei suoi edifici e infrastrutture. Proprio ciò che lo scienziato si chiede: esistono ancora luoghi intatti e integri dalla mano divoratrice dell'uomo?
Passando dalla Sardegna alla Puglia, fino alla Basilicata e al Trentino egli condivide al grande pubblico questa sua ricerca finalizzata a coloro che vogliono scoprire l'Italia storica e geografica ancora innestata nel suo contesto sociale e culturale, dove l'uomo e la natura collaborano come compagni solidali rispettandosi a vicenda e raccogliendo i frutti di questo mutuo rispetto che sembra trascendere le epoche e i giorni.