Ex Sirenella, l'ospedale per le tartarughe marine si farà: ecco i piani del comune
Il Comune finanzierà i lavori con i fondi regionali destinati ad “Interventi per la tutela e valorizzazione della biodiversità terrestre e marina”. Ma per i tempi, occorre attendere la concessione demaniale
martedì 13 giugno 2017
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Le opposizioni avrebbero voluto candidato il Pantano, invece tra i progetti che al 31 marzo i comuni hanno presentato aderendo all'avviso pubblico della Regione PUglia n.493 del 20 dicembre 2016 "per la tutela e valorizzazione della biodiversità terrestre e marina" c'è l'ex Sirenella.
Il comune ha risposto all'avviso da capofila, con il comune di Trani, scegliendo l'immobile, ormai dissequestrato, per ospitare il centro di recupero tartarughe marine di Bisceglie voluto e proposto da Legambiente.
«Questo tipo di finanziamento - ha spiegato l'architetto Giacomo Losapio nel corso del question time del 12 giugno, quando i consiglieri Angarano e Rigante chiedevano lumi in merito ad eventuali candidature per la riqualificazione dell'area "Pantano" - non avrebbe mai consentito di ripristinare la zona umida Pantano - Ripalta. L'ISPPRA, a seguito delle verifiche effettuate in loco, ha già spiegato che non esistono condizioni per istituire una zona marina protetta. Questo bando consentiva invece molto più agevolmente e senza rischi di nuovi rifiuti di realizzare un centro di cura per le tartarughe. Un'opera che porterebbe punti e lustro a Bisceglie».
Il nodo da sciogliere, adesso, resta la concessione. L'immobile pubblico di via della Libertà 2 insiste su un'area di proprietà demaniale, sottoposta al piano regolatore del porto, pertanto non è possibile una concessione tout court se non dietro un oneroso pagamento di un canone erariale. Affidandosi all'art. 34 del Codice della navigazione (consegna gratuita delle aree demaniali per utilizzi istituzionali delle pubbliche amministrazioni) e sciolto il nodo "canone", il Comune potrà utilizzare temporaneamente e per attività di pubblica utilità l'immobile a titolo gratuito. Solo dopo averne ottenuta la consegna, potrà individuare una realtà non profit in grado di supportarlo nella realizzazione del progetto di un centro di recupero comunale per caretta - caretta.
Il comune ha risposto all'avviso da capofila, con il comune di Trani, scegliendo l'immobile, ormai dissequestrato, per ospitare il centro di recupero tartarughe marine di Bisceglie voluto e proposto da Legambiente.
«Questo tipo di finanziamento - ha spiegato l'architetto Giacomo Losapio nel corso del question time del 12 giugno, quando i consiglieri Angarano e Rigante chiedevano lumi in merito ad eventuali candidature per la riqualificazione dell'area "Pantano" - non avrebbe mai consentito di ripristinare la zona umida Pantano - Ripalta. L'ISPPRA, a seguito delle verifiche effettuate in loco, ha già spiegato che non esistono condizioni per istituire una zona marina protetta. Questo bando consentiva invece molto più agevolmente e senza rischi di nuovi rifiuti di realizzare un centro di cura per le tartarughe. Un'opera che porterebbe punti e lustro a Bisceglie».
Il nodo da sciogliere, adesso, resta la concessione. L'immobile pubblico di via della Libertà 2 insiste su un'area di proprietà demaniale, sottoposta al piano regolatore del porto, pertanto non è possibile una concessione tout court se non dietro un oneroso pagamento di un canone erariale. Affidandosi all'art. 34 del Codice della navigazione (consegna gratuita delle aree demaniali per utilizzi istituzionali delle pubbliche amministrazioni) e sciolto il nodo "canone", il Comune potrà utilizzare temporaneamente e per attività di pubblica utilità l'immobile a titolo gratuito. Solo dopo averne ottenuta la consegna, potrà individuare una realtà non profit in grado di supportarlo nella realizzazione del progetto di un centro di recupero comunale per caretta - caretta.