La biscegliese Erica Mou fa tappa a Bari - L’INTERVISTA
La cantante nel suo ultimo singolo "La festa del santo" celebra la Puglia
martedì 2 luglio 2024
9.48
Sarà Erica Mou, biscegliese d'origine, a trasformare in musica i suoni e le tradizioni della Puglia. Dopo la pubblicazione lo scorso 7 giugno del singolo e del video intitolato "La festa del santo", il tour della poliedrica artista, invitata dalla kermesse firmata Cubo live, farà tappa oggi alle 21:15 all'Unahotels Regina di Bari. Qui sarà accompagnata da Flavia Massimo al violoncello e il polistrumentista Molla, con i quali condivide da tempo il palco.
Il nuovo singolo racconta di una festa di paese, mescolando l'eccitazione e il disorientamento tipici di questi eventi. La release è stata accompagnata da un videoclip diretto da Giacomo Citro, girato in occasione della festa di santi martiri Mauro, Sergio e Pantaleone e realizzato con il sostegno del Comune di Bisceglie. Per conoscere meglio il suo nuovo progetto musicale e capire l'importanza del territorio protagonista delle sue canzoni l'abbiamo intervistata.
Di origini biscegliesi ma ormai di caratura internazionale. Come è stato partire dal Sud? Quali difficoltà o vantaggi hai trovato nel tuo percorso musicale?
«Non conosco altra partenza rispetto a quella che ho fatto, rispetto alla grande ispirazione che i luoghi che chiamo casa mi hanno dato, al legame con il mare e con una realtà che in adolescenza ci incaponivamo di voler cambiare usando proprio la musica e le parole. Ci sono degli svantaggi logistici, è chiaro, un'eccentricità rispetto alla rete dei posti "che contano" e un accento che spesso porta pregiudizi in chi lo ascolta. Ma c'è pure una sorta di impronta digitale, un'appartenenza che mi rende chi sono».
Nel videoclip la festa del santo ci sono tantissimi riferimenti alla Puglia. Perché? Cosa vorresti sottolineare?
«La canzone racconta di una festa di paese sul cui sfondo si dipinge una bizzarra storia d'amore. Grazie al regista, Giacomo Citro, ho voluto restituire anche visivamente quell'atmosfera estiva delle sere di festa, caotiche e immutabili».
Chi è il santo che dà il titolo alla canzone?
«Non pensavo a una festa in particolare, è un racconto che profuma di Sud, di luminarie, bancarelle e zucchero filato».
Sei legata alla tua terra?
«Molto. Sono anche tornata a vivere in Puglia, nello specifico a Bisceglie, dopo che ho vissuto tanti anni lontana dall'Italia e dunque dalla mia terra d'origine».
Ci sono altre canzoni che raccontano la Puglia? Se si perché dedicare ampio spazio ai luoghi e cosa rappresentano per te?
«I luoghi sono sempre metafora di qualcos'altro e un'inesauribile fonte di ispirazione. Ci sono molte canzoni del mio repertorio che raccontano la Puglia. Il ritornello del mio brano più conosciuto dice "Mi perdo sempre ma so sempre da che parte è il mare". È una dichiarazione di appartenenza, una bussola interiore che ti riporta a casa. Il mio romanzo "Nel mare c'è la sete" è ambientato in Puglia e anche cose nuove su cui sto lavorando hanno come sfondo i luoghi che meglio conosco».
Per finire qual è, se c'è, l'obiettivo del tuo nuovo album?
«L'album che pubblicherò aggiunge un tassello, il settimo, alla mia produzione discografica. Non scrivo e canto pensando a un obiettivo ma alla necessaria prosecuzione di un racconto, di una storia che continua a emozionarmi e che spero riesca a comunicare le stesse emozioni a chi ascolterà».
L'ingresso al concerto che si terrà a Bari è gratuito e prevede solo la prenotazione obbligatoria.
Il nuovo singolo racconta di una festa di paese, mescolando l'eccitazione e il disorientamento tipici di questi eventi. La release è stata accompagnata da un videoclip diretto da Giacomo Citro, girato in occasione della festa di santi martiri Mauro, Sergio e Pantaleone e realizzato con il sostegno del Comune di Bisceglie. Per conoscere meglio il suo nuovo progetto musicale e capire l'importanza del territorio protagonista delle sue canzoni l'abbiamo intervistata.
Di origini biscegliesi ma ormai di caratura internazionale. Come è stato partire dal Sud? Quali difficoltà o vantaggi hai trovato nel tuo percorso musicale?
«Non conosco altra partenza rispetto a quella che ho fatto, rispetto alla grande ispirazione che i luoghi che chiamo casa mi hanno dato, al legame con il mare e con una realtà che in adolescenza ci incaponivamo di voler cambiare usando proprio la musica e le parole. Ci sono degli svantaggi logistici, è chiaro, un'eccentricità rispetto alla rete dei posti "che contano" e un accento che spesso porta pregiudizi in chi lo ascolta. Ma c'è pure una sorta di impronta digitale, un'appartenenza che mi rende chi sono».
Nel videoclip la festa del santo ci sono tantissimi riferimenti alla Puglia. Perché? Cosa vorresti sottolineare?
«La canzone racconta di una festa di paese sul cui sfondo si dipinge una bizzarra storia d'amore. Grazie al regista, Giacomo Citro, ho voluto restituire anche visivamente quell'atmosfera estiva delle sere di festa, caotiche e immutabili».
Chi è il santo che dà il titolo alla canzone?
«Non pensavo a una festa in particolare, è un racconto che profuma di Sud, di luminarie, bancarelle e zucchero filato».
Sei legata alla tua terra?
«Molto. Sono anche tornata a vivere in Puglia, nello specifico a Bisceglie, dopo che ho vissuto tanti anni lontana dall'Italia e dunque dalla mia terra d'origine».
Ci sono altre canzoni che raccontano la Puglia? Se si perché dedicare ampio spazio ai luoghi e cosa rappresentano per te?
«I luoghi sono sempre metafora di qualcos'altro e un'inesauribile fonte di ispirazione. Ci sono molte canzoni del mio repertorio che raccontano la Puglia. Il ritornello del mio brano più conosciuto dice "Mi perdo sempre ma so sempre da che parte è il mare". È una dichiarazione di appartenenza, una bussola interiore che ti riporta a casa. Il mio romanzo "Nel mare c'è la sete" è ambientato in Puglia e anche cose nuove su cui sto lavorando hanno come sfondo i luoghi che meglio conosco».
Per finire qual è, se c'è, l'obiettivo del tuo nuovo album?
«L'album che pubblicherò aggiunge un tassello, il settimo, alla mia produzione discografica. Non scrivo e canto pensando a un obiettivo ma alla necessaria prosecuzione di un racconto, di una storia che continua a emozionarmi e che spero riesca a comunicare le stesse emozioni a chi ascolterà».
L'ingresso al concerto che si terrà a Bari è gratuito e prevede solo la prenotazione obbligatoria.