La Commissione pari opportunità stigmatizza i contenuti del manifesto anti-abortista
«Quella pubblicità è fake news e violenza»
venerdì 11 dicembre 2020
14.28
Un'energica disapprovazione dei toni e dei contenuti del 6x3 fatto affiggere, anche in città, dall'associazione Pro vita & famiglia. L'ha espressa, attraverso una nota, la Commissione pari opportunità del Comune di Bisceglie, avvertita la necessità di esternare una chiara posizione, pur nella consapevolezza della tutela della libertà di pensiero.
«Tutte e tutti abbiamo il dovere di stare attenti alle parole che scegliamo per perorare le nostre cause. Quella pubblicità è fake news e violenza» è l'affermazione, perentoria, dei componenti della Commissione.
«Fake news perché lascia intendere che la pillola RU486 sia più pericolosa degli altri medicinali. Tutti i farmaci possono avere delle controindicazioni (farmaco deriva, appunto, dal greco "φαρμακον" che significa "veleno") ma nessuno farebbe una gigantografia con scritto "Prenderesti mai del veleno? Stop al paracetamolo"» hanno osservato.
«Violenza perché il messaggio che si vuole lanciare a chi vede questo manifesto è stigmatizzare il diritto all'aborto, come se fosse una scelta masochista e deplorevole per chi vi ricorre. Come Biancaneve che si lascia abbindolare dalla strega cattiva, la donna che abortisce cederebbe alla tentazione della mela avvelenata alias la pillola RU486, come se rappresentasse un metodo più semplice e meno invasivo rispetto all'aborto chirurgico» hanno aggiunto.
«L'aborto è sempre un trauma per le donne, nessuna brama di abortire e tutte vi ricorrono per necessità; stigmatizzare tale diritto significa non avere nessun rispetto per il dolore altrui.
Anche le componenti e i componenti della Commissione pari opportunità sono #dallapartedelledonne, per citare l'hashtag contenuto nel manifesto, dalla parte di tutte le donne, coloro che hanno figli, coloro che decidono di non averne, coloro che ne adottano, coloro che decidono di abortire.
Ogni scelta delle donne sarà sempre da noi difesa» hanno concluso.
«Tutte e tutti abbiamo il dovere di stare attenti alle parole che scegliamo per perorare le nostre cause. Quella pubblicità è fake news e violenza» è l'affermazione, perentoria, dei componenti della Commissione.
«Fake news perché lascia intendere che la pillola RU486 sia più pericolosa degli altri medicinali. Tutti i farmaci possono avere delle controindicazioni (farmaco deriva, appunto, dal greco "φαρμακον" che significa "veleno") ma nessuno farebbe una gigantografia con scritto "Prenderesti mai del veleno? Stop al paracetamolo"» hanno osservato.
«Violenza perché il messaggio che si vuole lanciare a chi vede questo manifesto è stigmatizzare il diritto all'aborto, come se fosse una scelta masochista e deplorevole per chi vi ricorre. Come Biancaneve che si lascia abbindolare dalla strega cattiva, la donna che abortisce cederebbe alla tentazione della mela avvelenata alias la pillola RU486, come se rappresentasse un metodo più semplice e meno invasivo rispetto all'aborto chirurgico» hanno aggiunto.
«L'aborto è sempre un trauma per le donne, nessuna brama di abortire e tutte vi ricorrono per necessità; stigmatizzare tale diritto significa non avere nessun rispetto per il dolore altrui.
Anche le componenti e i componenti della Commissione pari opportunità sono #dallapartedelledonne, per citare l'hashtag contenuto nel manifesto, dalla parte di tutte le donne, coloro che hanno figli, coloro che decidono di non averne, coloro che ne adottano, coloro che decidono di abortire.
Ogni scelta delle donne sarà sempre da noi difesa» hanno concluso.