La proposta di Bisceglie Civile e Libera: «Via Cialdini diventi via Falcone e Borsellino»
Chiesta anche un'integrazione per corso Sergio Cosmai
martedì 23 maggio 2017
10.12
La toponomastica di una città è tutt'altro che un aspetto di scarso rilievo. Intitolare strade, vie, piazze a personalità del passato costituisce un ulteriore esercizio di memoria collettiva, troppo spesso trascurata. Il gruppo civico Bisceglie Civile e il Presidio Libera Bisceglie "Sergio Cosmai" hanno proposto all'amministrazione comunale una modifica di buon senso.
Via Enrico Cialdini, una delle traverse di piazza Vittorio Emanuele, è conosciuta ai più per la presenza dei locali che da quasi 70 anni ospitano la segreteria politica del Pci (e in seguito di Rifondazione Comunista e Comunisti italiani). Ma chi era Enrico Cialdini?
Militare e politico italiano, fu inviato a Napoli, con poteri eccezionali, nel 1861, con la finalità di affrontare l'emergenza del "brigantaggio postunitario". «Nominato Luogotenente del re Vittorio Emanuele II nell'ex Regno delle Due Sicilie; in tale sua qualità, il 14 agosto 1861, Cialdini si rese responsabile del massacro di Pontelandolfo e Casalduni (Benevento), compiuto dal Regio Esercito ai danni della popolazione civile dei due comuni.
Tale atto fu conseguente all'uccisione di 45 militari dell'esercito piemontese, avvenuta alcuni giorni prima ad opera di alcuni "briganti" e di contadini del posto che li avevano fatti prigionieri. I due piccoli centri vennero quasi rasi al suolo tramite fuoco, lasciando circa 3.000 persone senza dimora. Il numero di vittime è tuttora incerto, ma si stima sia compreso tra il centinaio e il migliaio. Furono violentate e uccise le donne, l'esercito saccheggiò tutti i beni, chi non morì fucilato fu arso vivo all'interno delle abitazioni dei due paesi».
Le due associazioni ritengono «intollerabile che una strada di una città meridionale sia intitolata ad un assassino che uccise per rappresaglia migliaia di persone» e chiedono «che venga modificato il nome dell'attuale via Enrico Cialdini, e che la strada sia intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, servitori dello Stato, figli del Mezzogiorno d'Italia, morti per difendere la giustizia e la democrazia».
Un'altra proposta riguarda l'integrazione dell'attuale intitolazione di corso Sergio Cosmai con l'aggiunta della dicitura "vittima di 'ndrangheta".
«L'intitolazione dei luoghi pubblici di una città non è mai stata una scelta neutra: i nomi di strade e piazze ricorrono nel linguaggio quotidiano, costituiscono segni di identificazione sociale e culturale, esprimono la "narrazione" che una comunità» sostengono a giusta ragione Bisceglie Civile e Presidio Libera Bisceglie "Sergio Cosmai". Toccherà a chi si occupa della toponomastica dare risposte concrete in tal senso, pur se l'irrisolta questione (sollevata da anni sul nostro sito) di una via Aldo Moro distante chilometri da via Martiri di via Fani non lascia ben sperare...
Via Enrico Cialdini, una delle traverse di piazza Vittorio Emanuele, è conosciuta ai più per la presenza dei locali che da quasi 70 anni ospitano la segreteria politica del Pci (e in seguito di Rifondazione Comunista e Comunisti italiani). Ma chi era Enrico Cialdini?
Militare e politico italiano, fu inviato a Napoli, con poteri eccezionali, nel 1861, con la finalità di affrontare l'emergenza del "brigantaggio postunitario". «Nominato Luogotenente del re Vittorio Emanuele II nell'ex Regno delle Due Sicilie; in tale sua qualità, il 14 agosto 1861, Cialdini si rese responsabile del massacro di Pontelandolfo e Casalduni (Benevento), compiuto dal Regio Esercito ai danni della popolazione civile dei due comuni.
Tale atto fu conseguente all'uccisione di 45 militari dell'esercito piemontese, avvenuta alcuni giorni prima ad opera di alcuni "briganti" e di contadini del posto che li avevano fatti prigionieri. I due piccoli centri vennero quasi rasi al suolo tramite fuoco, lasciando circa 3.000 persone senza dimora. Il numero di vittime è tuttora incerto, ma si stima sia compreso tra il centinaio e il migliaio. Furono violentate e uccise le donne, l'esercito saccheggiò tutti i beni, chi non morì fucilato fu arso vivo all'interno delle abitazioni dei due paesi».
Le due associazioni ritengono «intollerabile che una strada di una città meridionale sia intitolata ad un assassino che uccise per rappresaglia migliaia di persone» e chiedono «che venga modificato il nome dell'attuale via Enrico Cialdini, e che la strada sia intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, servitori dello Stato, figli del Mezzogiorno d'Italia, morti per difendere la giustizia e la democrazia».
Un'altra proposta riguarda l'integrazione dell'attuale intitolazione di corso Sergio Cosmai con l'aggiunta della dicitura "vittima di 'ndrangheta".
«L'intitolazione dei luoghi pubblici di una città non è mai stata una scelta neutra: i nomi di strade e piazze ricorrono nel linguaggio quotidiano, costituiscono segni di identificazione sociale e culturale, esprimono la "narrazione" che una comunità» sostengono a giusta ragione Bisceglie Civile e Presidio Libera Bisceglie "Sergio Cosmai". Toccherà a chi si occupa della toponomastica dare risposte concrete in tal senso, pur se l'irrisolta questione (sollevata da anni sul nostro sito) di una via Aldo Moro distante chilometri da via Martiri di via Fani non lascia ben sperare...