«Lasciateci lavorare, un nuovo lockdown sarebbe catastrofico»
Carriera assicura la disponibilità di Confcommercio a maggiori controlli e a un continuo confronto con l’amministrazione comunale
domenica 11 ottobre 2020
15.49
«Più controlli sui protocolli di sicurezza, perché misure più restrittive come l'ipotesi di anticipare la chiusura serale di ristoranti, bar e pizzerie non serviranno a fermare il Covid-19». Lo ha sostenuto il biscegliese Leo Carriera, direttore di Confcommercio Bari-Bat, riguardo l'ipotesi di un nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri che potrebbe contenere misure più restrittive per combattere la pandemia, compresa la chiusura anticipata dei pubblici esercizi.
«Le imprese in questi mesi hanno già pagato abbastanza le difficoltà derivanti dalla crisi sanitaria. Lo hanno fatto stringendo i denti con spirito di sacrificio, sapendo che serviva l'impegno di tutti per contrastare i contagi» ha osservato Carriera. «Così, dopo i mesi di chiusura forzata e il blocco delle attività nei mercati, col personale ancora in parte in cassa integrazione, si sono dati da fare investendo energie e denaro nell'applicazione dei rigidissimi protocolli sanitari messi a punto dalle autorità. Tutto pur di tornare a lavorare. E continuano a tenere alta la guardia, per salvaguardare la sicurezza di clienti e collaboratori, perché nessuno ha interesse ad ammalarsi» ha aggiunto.
Decidere la chiusura serale anticipata dei locali secondo Carriera, significa "cancellare la parte forse più cospicua del loro fatturato, con l'inevitabile proliferazione delle varie forme di abusivismo che sfuggono facilmente a qualsiasi controllo e, comunque, non sono controllabili come quelli dei pubblici esercizi.".
L'unica soluzione secondo Carriera "è spingere sui controlli e verificare che tutti gli operatori rispettino le norme sanitarie in vigore. Per il resto, il Covid non fa differenza di orari: se posso consumare la mia cena alle ore 20 in un ristorante sicuro e certificato, nel rispetto di tutte le regole, posso farlo anche alle 23".
«Le imprese in questi mesi hanno già pagato abbastanza le difficoltà derivanti dalla crisi sanitaria. Lo hanno fatto stringendo i denti con spirito di sacrificio, sapendo che serviva l'impegno di tutti per contrastare i contagi» ha osservato Carriera. «Così, dopo i mesi di chiusura forzata e il blocco delle attività nei mercati, col personale ancora in parte in cassa integrazione, si sono dati da fare investendo energie e denaro nell'applicazione dei rigidissimi protocolli sanitari messi a punto dalle autorità. Tutto pur di tornare a lavorare. E continuano a tenere alta la guardia, per salvaguardare la sicurezza di clienti e collaboratori, perché nessuno ha interesse ad ammalarsi» ha aggiunto.
Decidere la chiusura serale anticipata dei locali secondo Carriera, significa "cancellare la parte forse più cospicua del loro fatturato, con l'inevitabile proliferazione delle varie forme di abusivismo che sfuggono facilmente a qualsiasi controllo e, comunque, non sono controllabili come quelli dei pubblici esercizi.".
L'unica soluzione secondo Carriera "è spingere sui controlli e verificare che tutti gli operatori rispettino le norme sanitarie in vigore. Per il resto, il Covid non fa differenza di orari: se posso consumare la mia cena alle ore 20 in un ristorante sicuro e certificato, nel rispetto di tutte le regole, posso farlo anche alle 23".