Laura Boldrini: «C’è ancora parecchia strada da fare. Ma non si può più aspettare»
L'ex presidente della Camera alle Vecchie Segherie Mastrototaro ha presentato il suo libro su un tema estremamente attuale
domenica 15 maggio 2022
La parità di genere, la lotta ai pregiudizi e alle discriminazioni in genere. Temi molto cari a Laura Boldrini, che nel pomeriggio di sabato 14 maggio ha presentato il suo ultimo libro dal titolo "Questo non è normale. Come porre fine al potere maschile sulle donne" alle Vecchie Segherie Mastrototaro.
Una platea variegata, composta dalle autorità comunali, dagli studenti di due licei, il "Leonardo da Vinci" di Bisceglie e il "Vito Fornari" di Molfetta, e dalle rappresentanti di due centri antiviolenza del territorio ha assistito al dialogo tra l'ex presidente della Camera dei deputati e Luciano Lopopolo, vicepresidente della commissione pari opportunità del comune di Bisceglie.
Gli argomenti trattati sono tristemente attuali, sebbene considerati divisivi e politicizzati: «L'uguaglianza di genere è un'esigenza di civiltà - ha spiegato Boldrini - Le società che non operano in questo senso perdono treni importanti. Le differenze ci aiutano ad avere una lente più attenta per leggere la realtà». I comportamenti di ostracismo nei confronti delle donne in tutti gli ambiti della vita pubblica sono radicati, secondo la ex presidente, nel patriarcato, intorno al quale si sono stratificate le ingiustizie e le differenze che hanno portato a un modello disfunzionale: «Dobbiamo disimparare tutto, ma possiamo e dobbiamo farlo».
«Ho iniziato a scrivere questo libro in piena pandemia quando le donne sono state in prima linea nell'affrontare le problematiche legate a questa vicenda ma non erano presenti nelle task force del governo per trovare delle soluzioni concrete alla situazione che vivevamo, quindi ho messo nero su bianco quello che era diventato un intercalare. Penso che questo libro sia il mio contributo al nostro Paese perché questo è un tema che non può più essere delegato, ognuno deve fare il suo» ha spiegato.
Secondo Boldrini esiste una relazione tra le discriminazioni e l'autoritarismo, facendo riferimento alle vicende di attualità che riguardano l'Ucraina: «Non è solo una questione legata al genere, ma proprio un annullamento delle differenze che gira intorno alla cultura patriarcale. Un Paese è tanto più democratico quanto più protegge minoranze e garantisce la possibilità di esprimere dissenso, quando questo non viene garantito è normale arrivare al conflitto. È importante difendere i diritti, perché non basta che siano acquisiti per restare tali, tutti devono poterne godere: un diritto o è di tutti o è un privilegio».
L'auspicio per il futuro è dunque quello di continuare a difendere i diritti di tutte e tutti: «Di strada ne abbiamo fatta tanta, ma ce n'è ancora parecchia da fare ed è per questo che è importante mettere in luce quello che non è normale. Il processo è irreversibile, dunque si va in quella direzione ormai. La sopraffazione è segno di debolezza. Non vivere la differenza di genere come una sconfitta, ma come arricchimento È più bello fare le cose insieme, prima lo capite, prima la società potrà essere più giusta e inclusiva. Riponiamo in voi grandi speranze» ha detto ai giovani presenti in sala.
Una platea variegata, composta dalle autorità comunali, dagli studenti di due licei, il "Leonardo da Vinci" di Bisceglie e il "Vito Fornari" di Molfetta, e dalle rappresentanti di due centri antiviolenza del territorio ha assistito al dialogo tra l'ex presidente della Camera dei deputati e Luciano Lopopolo, vicepresidente della commissione pari opportunità del comune di Bisceglie.
Gli argomenti trattati sono tristemente attuali, sebbene considerati divisivi e politicizzati: «L'uguaglianza di genere è un'esigenza di civiltà - ha spiegato Boldrini - Le società che non operano in questo senso perdono treni importanti. Le differenze ci aiutano ad avere una lente più attenta per leggere la realtà». I comportamenti di ostracismo nei confronti delle donne in tutti gli ambiti della vita pubblica sono radicati, secondo la ex presidente, nel patriarcato, intorno al quale si sono stratificate le ingiustizie e le differenze che hanno portato a un modello disfunzionale: «Dobbiamo disimparare tutto, ma possiamo e dobbiamo farlo».
«Ho iniziato a scrivere questo libro in piena pandemia quando le donne sono state in prima linea nell'affrontare le problematiche legate a questa vicenda ma non erano presenti nelle task force del governo per trovare delle soluzioni concrete alla situazione che vivevamo, quindi ho messo nero su bianco quello che era diventato un intercalare. Penso che questo libro sia il mio contributo al nostro Paese perché questo è un tema che non può più essere delegato, ognuno deve fare il suo» ha spiegato.
Secondo Boldrini esiste una relazione tra le discriminazioni e l'autoritarismo, facendo riferimento alle vicende di attualità che riguardano l'Ucraina: «Non è solo una questione legata al genere, ma proprio un annullamento delle differenze che gira intorno alla cultura patriarcale. Un Paese è tanto più democratico quanto più protegge minoranze e garantisce la possibilità di esprimere dissenso, quando questo non viene garantito è normale arrivare al conflitto. È importante difendere i diritti, perché non basta che siano acquisiti per restare tali, tutti devono poterne godere: un diritto o è di tutti o è un privilegio».
L'auspicio per il futuro è dunque quello di continuare a difendere i diritti di tutte e tutti: «Di strada ne abbiamo fatta tanta, ma ce n'è ancora parecchia da fare ed è per questo che è importante mettere in luce quello che non è normale. Il processo è irreversibile, dunque si va in quella direzione ormai. La sopraffazione è segno di debolezza. Non vivere la differenza di genere come una sconfitta, ma come arricchimento È più bello fare le cose insieme, prima lo capite, prima la società potrà essere più giusta e inclusiva. Riponiamo in voi grandi speranze» ha detto ai giovani presenti in sala.