Le guardie ambientali rinnegano la convenzione con il comune di Bisceglie: «Non ci sono le condizioni»
Casardi: «Mille euro non ci assicurano le condizioni minime per svolgere le attività oggetto della convenzione»
venerdì 18 agosto 2017
07.30
A Barletta, dal sindaco Cascella, hanno ricevuto 4000 euro anticipatamente, per tutte le spese da sostenersi durante il 2017. Il comune di Bisceglie avrebbe invece accordato al Nucleo Guardie Ambientali solamente 1000 euro, ma a consuntivo delle attività svolte.
Troppo pochi - spiega in una lettera al comandante della polizia municipale il primo dirigente Savino Casardi - anche per dei volontari. Ecco perché hanno scritto al comandante della polizia municipale per comunicare che rifiutano la convenzione.
Rifacendosi alla legge quadro sul volontariato (la n.266 dell'11 agosto 1991), Casardi ricorda che le convenzioni tra associazioni di volontari ed entri pubblici «devono contenere disposizioni dirette a garantire l'esistenza delle condizioni necessarie a svolgere con continuità le attività oggetto della convenzione, nonché il rispetto dei diritti e della dignità degli utenti. Devono inoltre prevedere forme di verifica delle prestazioni e di controllo della loro qualità nonché le modalità di rimborso delle spese» e «non certo possono dipendere da eventuali introiti derivanti dalle attività di vigilanza (verbali sanzionatori)».
Quando avevano firmato, le guardie ambientali non avevano stabilito alcuna cifra per il rimborso. Quella è arrivata dopo, a giochi fatti. Poiché però è già stata raggiunta, i volontari hanno intenzione di appendere le scarpe al chiodo e chiedere un rimborso, sulla base di tutte le spese effettuate e documentate.
Troppo pochi - spiega in una lettera al comandante della polizia municipale il primo dirigente Savino Casardi - anche per dei volontari. Ecco perché hanno scritto al comandante della polizia municipale per comunicare che rifiutano la convenzione.
Rifacendosi alla legge quadro sul volontariato (la n.266 dell'11 agosto 1991), Casardi ricorda che le convenzioni tra associazioni di volontari ed entri pubblici «devono contenere disposizioni dirette a garantire l'esistenza delle condizioni necessarie a svolgere con continuità le attività oggetto della convenzione, nonché il rispetto dei diritti e della dignità degli utenti. Devono inoltre prevedere forme di verifica delle prestazioni e di controllo della loro qualità nonché le modalità di rimborso delle spese» e «non certo possono dipendere da eventuali introiti derivanti dalle attività di vigilanza (verbali sanzionatori)».
Quando avevano firmato, le guardie ambientali non avevano stabilito alcuna cifra per il rimborso. Quella è arrivata dopo, a giochi fatti. Poiché però è già stata raggiunta, i volontari hanno intenzione di appendere le scarpe al chiodo e chiedere un rimborso, sulla base di tutte le spese effettuate e documentate.