Le scuole superiori biscegliesi al vaglio del rapporto Eduscopio
L'analisi dei dati raccolti dalla Fondazione Agnelli su "Dell'Olio", "da Vinci" e "Cosmai"
domenica 15 novembre 2020
La nuova edizione del rapporto Eduscopio, curato dalla Fondazione Agnelli, è stata diffusa giovedì 12 novembre con l'aggiornamento dei dati relativi all'analisi di alcuni aspetti riguardanti le scuole secondarie superiori su tutto il territorio nazionale.
L'obiettivo del progetto - attivo dal 2014 - è supportare i ragazzi e le loro famiglie nell'orientamento alla scelta dell'indirizzo di studi una volta chiuso il ciclo secondario di primo grado (ovvero le medie) indicando quali istituti, nell'area di residenza, preparano meglio agli studi universitari e consentono un accesso più diretto al lavoro post diploma. Eduscopio è divenuto rapidamente un riferimento per tutto il mondo della scuola.
Le statistiche riguardano anche la percentuale di diplomati che a due anni di distanza dalla conclusione del ciclo di studi lavorano e hanno una qualifica professionale perfettamente in linea con il titolo di studio conseguito ma non includono coloro che lavorano avendo una qualifica professionale trasversale, cioè comune a più titoli di studio e per i quali non si può valutare con certezza il grado di coerenza, né ovviamente coloro che lavorano ma hanno una qualifica professionale non in linea con il proprio titolo di studio.Le performances degli istituti biscegliesi
Sono 122, in media, i diplomati per anno al "Giacinto Dell'Olio" di via Mauro Giuliani. Il voto medio di chi si immatricola è 82.4, quello di chi sceglie di non proseguire gli studi scende a 72.4. Solo il 31% del totale prosegue oltre il primo anno, mentre il 10% si ferma prima e un 60% preferisce non iscriversi all'Università.
L'indice di occupazione dei diplomati è pari al 43%, l'attesa media per il primo contratto significativo è stimata in 231 giorni, la distanza del lavoro rispetto al comune di residenza è minima.
Il 26% dei diplomati al "Dell'Olio" ha lavorato più di sei mesi nei due anni successivi alla conclusione degli studi; il 15% per meno di sei mesi nello stesso lasso di tempo; il 19% lavora e frequenta anche un corso universitario; il 22% si dedica esclusivamente agli studi universitari; il 19% risulta disoccupato, neet (non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale), all'estero o impegnato in altro tipo di formazione. I dati sono leggermente migliori rispetto alla media delle altre scuole di indirizzo analogo nel territorio della Bat.
Quanto alla natura dei contratti stipulati da coloro che si sono inseriti nel mondo del lavoro, il 19.4% ha trovato collocazione permanente a tempo indeterminato, il 28.7% ha un contratto permanente di apprendistato, il 51.9% a tempo determinato.
Gli studenti in uscita dal "Dell'Olio" che scelgono di frequentare l'Università si iscrivono a facoltà economico-statistiche per il 31.1%, umanistiche per il 25%, giuridico-politiche per il 17.6%, scientifiche per il 10.8% e ancora tecniche (5.4%), sociali (4.7%), di scienze motorie (4.1%) e sanitarie (1.3%). Oltre due su tre optano per l'Università di Bari, il 19.6% per quella di Foggia, il 4.7% per il Poliba, l'8.1% per altri atenei.
Oltre quattro diplomati su dieci del "Cosmai" per i servizi (il 41%) ha lavorato per oltre sei mesi nei due anni dopo la maturità: un dato eccellente rispetto alla media degli altri istituti simili della Bat (36%). Il 22% ha lavorato meno di sei mesi in due anni; il 4% concilia lavoro e università mentre il 5% si concentra solo sugli studi; il dato di coloro che risultano disoccupati, neet, fuori dall'Italia o in altro tipo di formazione è del 28%, inferiore alla media della Provincia (buon segno).
Dati differenti per industria e artigianato: il 36% ha lavorato più di sei mesi, il 22% per meno, l'1% lavora e studia, il 4% frequenta l'Università, il 38% rientra nel campione complessivo di disoccupati, neet, trasferiti all'estero o impegnati in altra formazione.
Il 22.6% dei diplomati nel comparto servizi è occupato a tempo indeterminato; il 19.4% ha un contratto permanente di apprendistato; il 58.1% lavora a tempo determinato. Le percentuali, per gli indirizzi di industria e artigianato, sono rispettivamente del 20.4%, 16.3% e 63.3%.
Fra le aree disciplinari più gettonate da chi esce dall'istituto di cala dell'arciprete per la prosecuzione del percorso, il 24.1% sceglie facoltà tecniche, il 23.4% quelle scientifiche, il 12.2% quelle economico-statistiche. Il 10.8% opta per quelle umanistiche, il 9.2% per le discipline giuridiche o politiche, il 7.5% per il comparto sanitario, il 6.4% per quello medico, il 4.1% per le facoltà sociali, il 2.3% per scienze motorie.
Riguardo l'individuazione della sede successiva di studi, il 54.2% dei diplomati al liceo si iscrive all'Università "Aldo Moro" di Bari, il 21% al Politecnico del capoluogo pugliese, il 9.5% a Foggia e il 15.3% ad altre università.
Cifre differenti per chi esce dal linguistico. I diplomati in media sono 37 l'anno, con un voto medio di 80.8 fra chi non si immatricola e di 85 tra coloro che si iscrivono all'Università. Il taso di abbandono è più alto (32%) mentre il 6% non supera il primo anno di studi e il 62% va avanti.
L'area umanistica è preferita dal 50% del campione, seguita da quelle giuridico-politica (13.2%), economico-statistica e sociale (entrambe al 9.2%), scientifica (7.9%), tecnica (5.3%), sanitaria e delle scienze motorie (ambedue al 2.6%). Il 68.4% sceglie Bari, il 5.3 Bologna, Foggia o il Politecnico barese, il 15.7% altre università ancora.
L'obiettivo del progetto - attivo dal 2014 - è supportare i ragazzi e le loro famiglie nell'orientamento alla scelta dell'indirizzo di studi una volta chiuso il ciclo secondario di primo grado (ovvero le medie) indicando quali istituti, nell'area di residenza, preparano meglio agli studi universitari e consentono un accesso più diretto al lavoro post diploma. Eduscopio è divenuto rapidamente un riferimento per tutto il mondo della scuola.
I valori misurati dal rapporto
L'indice di occupazione valuta la percentuale degli occupati (ovvero coloro che hanno lavorato almeno 6 mesi entro i primi due anni dal conseguimento dal diploma) sul totale di coloro che non si sono immatricolati all'università (occupati+sottoccupati+altro), concentrandosi perciò sui diplomati che manifestano un interesse esclusivo per il lavoro per valutare la capacità formativa della scuola in termini di inserimento lavorativo.Le statistiche riguardano anche la percentuale di diplomati che a due anni di distanza dalla conclusione del ciclo di studi lavorano e hanno una qualifica professionale perfettamente in linea con il titolo di studio conseguito ma non includono coloro che lavorano avendo una qualifica professionale trasversale, cioè comune a più titoli di studio e per i quali non si può valutare con certezza il grado di coerenza, né ovviamente coloro che lavorano ma hanno una qualifica professionale non in linea con il proprio titolo di studio.
Le performances degli istituti biscegliesi
"Giacinto Dell'Olio"
Sono 122, in media, i diplomati per anno al "Giacinto Dell'Olio" di via Mauro Giuliani. Il voto medio di chi si immatricola è 82.4, quello di chi sceglie di non proseguire gli studi scende a 72.4. Solo il 31% del totale prosegue oltre il primo anno, mentre il 10% si ferma prima e un 60% preferisce non iscriversi all'Università.L'indice di occupazione dei diplomati è pari al 43%, l'attesa media per il primo contratto significativo è stimata in 231 giorni, la distanza del lavoro rispetto al comune di residenza è minima.
Il 26% dei diplomati al "Dell'Olio" ha lavorato più di sei mesi nei due anni successivi alla conclusione degli studi; il 15% per meno di sei mesi nello stesso lasso di tempo; il 19% lavora e frequenta anche un corso universitario; il 22% si dedica esclusivamente agli studi universitari; il 19% risulta disoccupato, neet (non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale), all'estero o impegnato in altro tipo di formazione. I dati sono leggermente migliori rispetto alla media delle altre scuole di indirizzo analogo nel territorio della Bat.
Quanto alla natura dei contratti stipulati da coloro che si sono inseriti nel mondo del lavoro, il 19.4% ha trovato collocazione permanente a tempo indeterminato, il 28.7% ha un contratto permanente di apprendistato, il 51.9% a tempo determinato.
Gli studenti in uscita dal "Dell'Olio" che scelgono di frequentare l'Università si iscrivono a facoltà economico-statistiche per il 31.1%, umanistiche per il 25%, giuridico-politiche per il 17.6%, scientifiche per il 10.8% e ancora tecniche (5.4%), sociali (4.7%), di scienze motorie (4.1%) e sanitarie (1.3%). Oltre due su tre optano per l'Università di Bari, il 19.6% per quella di Foggia, il 4.7% per il Poliba, l'8.1% per altri atenei.
"Sergio Cosmai"
La media dei diplomati per anno nell'istituto di via Gandhi con indirizzo relativo ai servizi è pari a 37 mentre per gli indirizzi relativi a industria e artigianato è 53. L'indice di occupazione si attesta al 45% per i servizi e al 38% per industria e artigianato, l'attesa media per il primo contratto rispettivamente a 240 e 221 giorni, la distanza media del luogo di lavoro rispetto alla residenza è pari a zero km per i diplomati nei servizi e a 9 km per industria e artigianato.Oltre quattro diplomati su dieci del "Cosmai" per i servizi (il 41%) ha lavorato per oltre sei mesi nei due anni dopo la maturità: un dato eccellente rispetto alla media degli altri istituti simili della Bat (36%). Il 22% ha lavorato meno di sei mesi in due anni; il 4% concilia lavoro e università mentre il 5% si concentra solo sugli studi; il dato di coloro che risultano disoccupati, neet, fuori dall'Italia o in altro tipo di formazione è del 28%, inferiore alla media della Provincia (buon segno).
Dati differenti per industria e artigianato: il 36% ha lavorato più di sei mesi, il 22% per meno, l'1% lavora e studia, il 4% frequenta l'Università, il 38% rientra nel campione complessivo di disoccupati, neet, trasferiti all'estero o impegnati in altra formazione.
Il 22.6% dei diplomati nel comparto servizi è occupato a tempo indeterminato; il 19.4% ha un contratto permanente di apprendistato; il 58.1% lavora a tempo determinato. Le percentuali, per gli indirizzi di industria e artigianato, sono rispettivamente del 20.4%, 16.3% e 63.3%.
Liceo "Leonardo da Vinci"
Sono 107, in media, i diplomati per anno nell'indirizzo scientifico. La votazione media conseguita da coloro che decidono di non immatricolarsi è 75.6, che sale a 82.3 tra chi invece si iscrive all'Università. Ben l'84% dei diplomati nell'istituto biscegliese prosegue oltre il primo anno di studi universitari mentre l'8% abbandona entro i primi due semestri e il 9% sceglie di non immatricolarsi. La media rilevata dei voti ottenuti negli esami universitari è 26.79.Fra le aree disciplinari più gettonate da chi esce dall'istituto di cala dell'arciprete per la prosecuzione del percorso, il 24.1% sceglie facoltà tecniche, il 23.4% quelle scientifiche, il 12.2% quelle economico-statistiche. Il 10.8% opta per quelle umanistiche, il 9.2% per le discipline giuridiche o politiche, il 7.5% per il comparto sanitario, il 6.4% per quello medico, il 4.1% per le facoltà sociali, il 2.3% per scienze motorie.
Riguardo l'individuazione della sede successiva di studi, il 54.2% dei diplomati al liceo si iscrive all'Università "Aldo Moro" di Bari, il 21% al Politecnico del capoluogo pugliese, il 9.5% a Foggia e il 15.3% ad altre università.
Cifre differenti per chi esce dal linguistico. I diplomati in media sono 37 l'anno, con un voto medio di 80.8 fra chi non si immatricola e di 85 tra coloro che si iscrivono all'Università. Il taso di abbandono è più alto (32%) mentre il 6% non supera il primo anno di studi e il 62% va avanti.
L'area umanistica è preferita dal 50% del campione, seguita da quelle giuridico-politica (13.2%), economico-statistica e sociale (entrambe al 9.2%), scientifica (7.9%), tecnica (5.3%), sanitaria e delle scienze motorie (ambedue al 2.6%). Il 68.4% sceglie Bari, il 5.3 Bologna, Foggia o il Politecnico barese, il 15.7% altre università ancora.