Le spoglie di 6 militari biscegliesi nel "cimitero degli italiani" vicino Praga
La rivelazione del Console onorario della Repubblica Ceca in Puglia, Riccardo Di Matteo: «Furono catturati dagli austro-ungarici nella prima guerra mondiale»
giovedì 5 gennaio 2023
«Sono venuto a conoscenza della presenza di militari della nostra terra di Puglia, i cui resti mortali sono presenti in alcune fosse comuni nel cimitero di Milovice, una cittadina della Repubblica Ceca a circa 50 chilometri a nord est di Praga, nella Boemia centrale». Sono le parole del Console onorario della Repubblica Ceca in Puglia, il Cavaliere Riccardo Di Matteo, che nelle settimane scorse ha portato a conoscenza del Sindaco di Bisceglie, Angelantonio Angarano, di altri sindaci della Bat e del barese come di altre province pugliesi, della presenza di sei caduti in alcune fosse comuni di quello che è comunemente chiamato il "Cimitero degli Italiani" e che raccoglie le spoglie mortali di prigionieri italiani, catturati dalle truppe austro-ungariche nel corso del primo conflitto mondiale. Sei caduti risultano originari di Bisceglie, due di Andria, uno di Barletta, tre di Trani, due di Minervino Murge e due di Canosa di Puglia.
«Ho ricevuto la segnalazione dal dottor Mauro Lovecchio, amico e membro eletto dei Com.It.Es. nella circoscrizione Repubblica Ceca, che ha curato la predisposizione dell'elenco dei caduti delle province di Bari e Bat e rintracciato altre fonti storiche» ha spiegato Di Matteo.
«Durante la prima guerra mondiale, nei pressi della città militare di Milovice, esisteva un campo di prigionia (Mladá) nel quale, per le scarse condizioni igienico sanitarie e alimentari, è morta una moltitudine di militari internati. Con l'abbandono del territorio da parte delle truppe del Patto di Varsavia, nel 1991, la zona fu bonificata – era anche un poligono di tiro - e smise di essere così area militare. Ricominciarono così le visite al cimitero da parte delle popolazioni locali e dei pellegrini che giungevano da altri Paesi» ha aggiunto il Console.
Tornando a quanto accaduto diversi decenni prima, Di Matteo ha evidenziato: «Il numero di prigionieri sarebbe stato di oltre 20mila. Per ovvi motivi fu indispensabile adibire una zona che consentisse di seppellire un tale numero di persone poiché i cimiteri civili si dimostrarono subito insufficienti. Il camposanto militare fu utilizzato fino al 1945. Esteso su oltre 5mila metri quadri, in esso sono seppelliti complessivamente i resti mortali di 5.276 caduti italiani, per lo più in fosse comuni ma si presume che i nostri Caduti siano circa 7mila, tutti prigionieri di guerra, catturati dalle truppe austro-ungariche. La maggior parte dei connazionali affluì dopo la battaglia di Caporetto avvenuta nell'autunno del 1917. Proprio a causa dell'alto gruppo di caduti Italiani, i più numerosi, l'edificio è chiamato "Il cimitero degli Italiani", tanto che la strada che porta a questo camposanto è stata denominata via Italská, cioè via Italia».
Scorrendo l'elenco dei Caduti, non si può fare a meno di notare come la diagnosi di morte, bronchite, tubercolosi, enterite, per la grande maggioranza fu attribuita ad "edema". In realtà, secondo molte fonti storiche, si trattava di una parola ambigua per nascondere quella che fu la maggior causa di morte, e cioè l'inedia, che è la forma più grave di malnutrizione. Ogni anno, i primi giorni di novembre, l'Ambasciata italiana, che cura il vicino museo, insieme ad altre istituzioni, organizza eventi commemorativi e celebrazioni religiose.
«È frequente la presenza di associazioni ex combattentistiche e d'arma. Auspico che i nomi di questi caduti possano essere noti così da rendere poter far conoscere ai loro famigliari quale triste destino riservò loro la prigionia presso il campo di prigionia di Mladá"» ha concluso il console onorario della Repubblica Ceca.
«Ho ricevuto la segnalazione dal dottor Mauro Lovecchio, amico e membro eletto dei Com.It.Es. nella circoscrizione Repubblica Ceca, che ha curato la predisposizione dell'elenco dei caduti delle province di Bari e Bat e rintracciato altre fonti storiche» ha spiegato Di Matteo.
«Durante la prima guerra mondiale, nei pressi della città militare di Milovice, esisteva un campo di prigionia (Mladá) nel quale, per le scarse condizioni igienico sanitarie e alimentari, è morta una moltitudine di militari internati. Con l'abbandono del territorio da parte delle truppe del Patto di Varsavia, nel 1991, la zona fu bonificata – era anche un poligono di tiro - e smise di essere così area militare. Ricominciarono così le visite al cimitero da parte delle popolazioni locali e dei pellegrini che giungevano da altri Paesi» ha aggiunto il Console.
Tornando a quanto accaduto diversi decenni prima, Di Matteo ha evidenziato: «Il numero di prigionieri sarebbe stato di oltre 20mila. Per ovvi motivi fu indispensabile adibire una zona che consentisse di seppellire un tale numero di persone poiché i cimiteri civili si dimostrarono subito insufficienti. Il camposanto militare fu utilizzato fino al 1945. Esteso su oltre 5mila metri quadri, in esso sono seppelliti complessivamente i resti mortali di 5.276 caduti italiani, per lo più in fosse comuni ma si presume che i nostri Caduti siano circa 7mila, tutti prigionieri di guerra, catturati dalle truppe austro-ungariche. La maggior parte dei connazionali affluì dopo la battaglia di Caporetto avvenuta nell'autunno del 1917. Proprio a causa dell'alto gruppo di caduti Italiani, i più numerosi, l'edificio è chiamato "Il cimitero degli Italiani", tanto che la strada che porta a questo camposanto è stata denominata via Italská, cioè via Italia».
Scorrendo l'elenco dei Caduti, non si può fare a meno di notare come la diagnosi di morte, bronchite, tubercolosi, enterite, per la grande maggioranza fu attribuita ad "edema". In realtà, secondo molte fonti storiche, si trattava di una parola ambigua per nascondere quella che fu la maggior causa di morte, e cioè l'inedia, che è la forma più grave di malnutrizione. Ogni anno, i primi giorni di novembre, l'Ambasciata italiana, che cura il vicino museo, insieme ad altre istituzioni, organizza eventi commemorativi e celebrazioni religiose.
«È frequente la presenza di associazioni ex combattentistiche e d'arma. Auspico che i nomi di questi caduti possano essere noti così da rendere poter far conoscere ai loro famigliari quale triste destino riservò loro la prigionia presso il campo di prigionia di Mladá"» ha concluso il console onorario della Repubblica Ceca.