Legge elettorale, le ripercussioni sulla politica biscegliese

Tutto fermo in attesa della definizione dei collegi

martedì 31 ottobre 2017 13.36
A cura di Vito Troilo
Camera e Senato l'hanno approvato e a meno di clamorosi colpi di scena il presidente della repubblica Sergio Mattarella apporrà a breve la sua firma sul provvedimento. Il "Rosatellum" sarà la legge elettorale con cui gli italiani, verosimilmente tra febbraio e marzo, torneranno a esprimere il loro voto per "rinnovare" il parlamento.

La novità rilevante è la reintroduzione di un sistema misto, col ritorno dei collegi: 232 deputati e 116 senatori, pari al 36% dei seggi, saranno scelti attraverso una competizione fra i candidati delle diverse coalizioni. Il 64% dei posti (cioè 386 deputati e 193 senatori) sarà assegnato col metodo proporzionale attraverso un riparto nazionale aperto a tutte le coalizioni e alle liste che supereranno le soglie di sbarramento previste (rispettivamente del 10% e del 3%: le liste incluse in coalizioni dovranno superare appena l'1% dei voti su scala nazionale per concorrere alla distribuzione dei seggi). Resteranno rispettivamente 12 per Montecitorio e 6 per Palazzo Madama gli eletti espressione delle comunità italiane all'estero.

L'elettore riceverà due schede, una per ciascun ramo: non sarà possibile il voto disgiunto sulla stessa scheda, ragione per cui la preferenza per la lista nel proporzionale sarà estesa al candidato nel collegio uninominale. I partiti in coalizione presenteranno lo stesso candidato nel singolo collegio. Introdotta anche la soglia di genere: nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato, nei collegi uninominali e plurinominali, in misura superiore al 60%.

Il governo, una volta entrata in vigore la legge, avrà la possibilità di ridisegnare i collegi. Le ripercussioni sulle vicende biscegliesi, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, saranno inevitabili. Le ambizioni dei vari protagonisti sulla scena sono al momento condizionate dalla composizione dei collegi di cui farà parte anche la nostra città per la Camera e il Senato. L'inconsueto attendismo è il frutto di questa situazione di incertezza: una volta compreso il contesto territoriale entro il quale muoversi e conosciuti i principali ostacoli sulla strada verso la candidatura, la campagna per le politiche avrà veramente inizio.

L'attenzione è inevitabilmente concentrata sulle mire dell'ex sindaco Francesco Spina: sarà il suo il nominativo espresso dal Partito Democratico sulla scheda del collegio uninominale per la Camera dei deputati? Quanti e quali candidati biscegliesi correranno? Non è escluso che un esponente del Movimento 5 Stelle possa essere inserito in uno dei listini plurinominali o addirittura scelto per il faccia a faccia con Pd e centrodestra. Quanto alla coalizione in costruzione sull'asse Berlusconi-Salvini, storicamente vincente in Puglia, bisognerà misurare il peso delle singole liste sul territorio.

Sullo sfondo, naturalmente, le aspirazioni di Francesco Boccia, esponente di spicco del Pd a livello nazionale che potrebbe essere candidato in qualsiasi punto d'Italia in quanto figura di spicco e riconosciuta competenza in materia economica. Quanto al senatore Francesco Amoruso, le voci recentemente circolate di un suo possibile ritiro dalla vita politica andranno confermate o smentite nel breve volgere di alcuni giorni.

Tutto è ancora in discussione: l'unica certezza è che i biscegliesi, loro malgrado, si accorgeranno ben presto dell'apertura delle ostilità elettorali. Saranno mesi estenuanti.