Legge regionale contro l'omofobia: sogno o realtà?
Arcigay Bat ha tirato le somme sulla proposta di Michele Emiliano
venerdì 12 gennaio 2018
Non perde le speranze l'Arcigay di fronte alla difficile realizzazione del disegno di legge proposto da Michele Emiliano per contrastare in Puglia i fenomeni associati a omofobia e transfobia.
Un grande passo in avanti, se si considerasse che già da tempo altre regioni hanno messo in atto proposte e cambiamenti per prevenire ogni forma di discriminazione di matrice sessuale. Con un disegno di legge che ha suscitato non poche critiche per le sue difficoltà realizzative, è risultato doveroso per il circolo Arcigay Bat "Le mine vaganti" organizzare un incontro informativo presso il castello di Bisceglie per distinguere, in maniera chiara e precisa, i vantaggi dagli svantaggi che deriverebbero da un'eventuale conferma del progetto avanzato dalla regione Puglia.
Tre i relatori dell'appuntamento: il biscegliese Luciano Lopopolo, presidente di Arcigay Bat e responsabile nazionale Arcigay per la formazione; Alessandro Taurino, docente di psicologia clinica presso l'Università di Bari; Caterina De Simone, consigliera politica del presidente della regione Puglia Michele Emiliano. Proprio a quest'ultima è toccato il compito di tracciare un quadro generale del nuovo disegno di legge: «La nostra amministrazione punta, attraverso diverse iniziative organizzate in collaborazione con le tante associazioni di volontariato, a combattere l'omofobia e la transfobia. L'obiettivo è lavorare per un'Italia più laica, dove i cittadini possano avere gli strumenti adatti per capire cosa voglia dire omofobia e come essa possa essere combattuta», ha aggiunto.
Un progetto che diventerebbe realtà se si agisse sui giovani e si lavorasse approfonditamente su quella dimensione della diversità tanto difficile da comprendere: un obiettivo al quale da diversi anni l'Arcigay Bat sta ponendo le sue attenzioni, grazie alla sua vasta 'rete' - come la definisce Luciano Lopopolo - «formata dai numerosi volontari dei centri anti-violenza presenti in Puglia». Nonostante ciò, i dati statistici rilevati negli ultimi anni sono eclatanti: è bastato un questionario somministrato a 9800 persone per capire quanto il fenomeno del bullismo omofobo sia più che presente in Italia e che solo un disegno di legge fatto ad hoc possa aprire le porte ad una vera prevenzione.
«Rompere i silenzi sul tema» è la soluzione secondo lo psicologo e docente universitario Alessandro Taurino, il quale ha dovuto ammettere «i numerosi casi di pazienti presentatisi dopo che la loro vita era stata pesantemente influenzata dalle opinioni omofobe delle altre persone». Un problema che può essere combattuto non solo grazie al lavoro capillare che Emiliano proverà ad attuare con il suo ddl ma anche grazie alle correzioni di quel linguaggio che, reputato neutrale, può risultare offensivo per omosessuali e transessuali: «Scordatevi la parola omofobia» ha affermato Taurino, «la paura è un sentimento incontrollabile, di cui tutti soffriamo e a cui nessuno può tirarsi indietro. L'omofobia è controllabile: sta a noi fermarla» ha concluso.
Un grande passo in avanti, se si considerasse che già da tempo altre regioni hanno messo in atto proposte e cambiamenti per prevenire ogni forma di discriminazione di matrice sessuale. Con un disegno di legge che ha suscitato non poche critiche per le sue difficoltà realizzative, è risultato doveroso per il circolo Arcigay Bat "Le mine vaganti" organizzare un incontro informativo presso il castello di Bisceglie per distinguere, in maniera chiara e precisa, i vantaggi dagli svantaggi che deriverebbero da un'eventuale conferma del progetto avanzato dalla regione Puglia.
Tre i relatori dell'appuntamento: il biscegliese Luciano Lopopolo, presidente di Arcigay Bat e responsabile nazionale Arcigay per la formazione; Alessandro Taurino, docente di psicologia clinica presso l'Università di Bari; Caterina De Simone, consigliera politica del presidente della regione Puglia Michele Emiliano. Proprio a quest'ultima è toccato il compito di tracciare un quadro generale del nuovo disegno di legge: «La nostra amministrazione punta, attraverso diverse iniziative organizzate in collaborazione con le tante associazioni di volontariato, a combattere l'omofobia e la transfobia. L'obiettivo è lavorare per un'Italia più laica, dove i cittadini possano avere gli strumenti adatti per capire cosa voglia dire omofobia e come essa possa essere combattuta», ha aggiunto.
Un progetto che diventerebbe realtà se si agisse sui giovani e si lavorasse approfonditamente su quella dimensione della diversità tanto difficile da comprendere: un obiettivo al quale da diversi anni l'Arcigay Bat sta ponendo le sue attenzioni, grazie alla sua vasta 'rete' - come la definisce Luciano Lopopolo - «formata dai numerosi volontari dei centri anti-violenza presenti in Puglia». Nonostante ciò, i dati statistici rilevati negli ultimi anni sono eclatanti: è bastato un questionario somministrato a 9800 persone per capire quanto il fenomeno del bullismo omofobo sia più che presente in Italia e che solo un disegno di legge fatto ad hoc possa aprire le porte ad una vera prevenzione.
«Rompere i silenzi sul tema» è la soluzione secondo lo psicologo e docente universitario Alessandro Taurino, il quale ha dovuto ammettere «i numerosi casi di pazienti presentatisi dopo che la loro vita era stata pesantemente influenzata dalle opinioni omofobe delle altre persone». Un problema che può essere combattuto non solo grazie al lavoro capillare che Emiliano proverà ad attuare con il suo ddl ma anche grazie alle correzioni di quel linguaggio che, reputato neutrale, può risultare offensivo per omosessuali e transessuali: «Scordatevi la parola omofobia» ha affermato Taurino, «la paura è un sentimento incontrollabile, di cui tutti soffriamo e a cui nessuno può tirarsi indietro. L'omofobia è controllabile: sta a noi fermarla» ha concluso.