Leo Mastrogiacomo: «Il marchio Divinæ Follie è di proprietà della mia famiglia»
L'imprenditore biscegliese precisa e chiarisce: «Il progetto in partenza a breve è diverso dal nostro concept»
domenica 16 febbraio 2020
13.23
Una lunga e dettagliata nota a firma di Leo Mastrogiacomo, figlio dell'imprenditore Vito fondatore del Centro turistico Mastrogiacomo e della discoteca Divinæ Follie, contribuisce a fornire doverosi chiarimenti rispetto la prossima apertura di una locale danzante notturno in viale Ponte Lama a Bisceglie, fissata per sabato 22 febbraio.
«Pur se giornalisticamente "e non" ho soprasseduto al riecheggiato uso del marchio Divinæ Follie - denominazione di tutt'altro concept - preciso che la struttura in riapertura non potrà fregiarsi del nome/marchio/insegna "Divinæ Follie" o potrà in alcun modo utilizzare acronimi, abbreviativi o altre soluzioni che possano ledere il marchio. Non ci potrà in alcun modo esserci un rischio di confusione» ha affermato Mastrogiacomo.
«Il marchio Divinæ Follie®, con il numero 011801644, da diversi anni è un brand valido in 28 paesi dell'Unione Europea, regolarmente registrato presso l'Euipo, ufficio dell'Unione Europea per la proprietà intellettuale incaricato di gestire i marchi, i disegni e i modelli comunitari registrati» ha aggiunto.
«Il marchio Divinæ Follie® è tutelato per diverse classi di Nizza merceologiche tra cui il divertimento e l'entertainment ed è da sempre utilizzato dal sottoscritto; da tempo infatti sono allo studio programmi di licensing anche per altri progetti in corso, che vanno da alloggi deluxe, abbigliamento a catena di locali con un concept ben specifico concedendo il brand a terzi licenziatari» ha rimarcato.
«L'utilizzo del marchio su alcuni gruppi Facebook è autorizzato dal sottoscritto che spesso ne è anche l'amministratore.
Il marchio in questione non era facente parte dei beni della procedura concorsuale del Centro Turistico Mastrogiacomo, ditta individuale del signor Vito Mastrogiacomo, già proprietaria della struttura sita in Bisceglie, ed è marchio in uso e di proprietà di persona fisica (Pantaleo Mastrogiacomo) che appunto ne detiene la titolarità e tutti i diritti di privativa industriale.
Il marchio, diversi anni fa, fu registrato a nome del sottoscritto che ha affidato da tempo la tutela in tema di brand protection e brand reputation e per la consulenza del progetti licensing, all'avvocato Musco (studio Legale Loalex degli avvocati Di Pinto & Musco con sedi a Bisceglie e Milano) che ha specifica esperienza nella difesa dei marchi e quanto connesso al mondo della proprietà intellettuale .
Lo studio monitorerà qualsiasi mezzo di diffusione per evitare che il marchio possa essere usato direttamente o attraverso acronimi come detto e che possano generare quindi rischi di confusione» ha specificato.
«Non ero intervenuto finora tollerando che il brand fosse menzionato più da un punto di vista emozionale (DF/Divinæ Follie) dalla stampa e dalla srl semplificata, aggiudicataria dell'affidamento precario per due anni della struttura.
Questo in assoluto ossequio doveroso della procedura concorsuale in essere presso il Tribunale di Trani del giudice e del curatore. Pur essendo terzo non interessato rispetto alla procedura concorsuale della ditta individuale su menzionata, è però doveroso da parte mia tutelare un bene come il marchio Divinæ Follie (registrato) che anche nella sua immaterialità la legge consente di tutelare e di sfruttare secondo il codice di proprietà industriale e soprattutto consente di azionarsi verso chi infrange, utilizza o possa ledere il valore, la percezione di quanto insito nel marchio civilmente e penalmente» ha rilevato.
«Il marchio Divinæ Follie è legato ad un concept organizzativo, etico ed estetico non necessariamente legato a delle mura; non si può escludere l'utilizzo concesso a terzi, ma a determinate condizioni che non ledano o annacquino la storia e l'appeal del marchio.
Personalmente ritengo che il progetto in partenza a breve in Bisceglie, in quella struttura, non può declinare o utilizzare il mio marchio che ha storicamente un vademecum organizzativo diverso, intellettualmente e anche artisticamente parlando» ha evidenziato l'imprenditore.
«Per chi ha pensato che il Divinae Follie fosse rappresentato solo dalle mura, probabilmente non l'ha mai vissuto da protagonista, forse solo da spettatore, per giunta distratto o probabilmente se l'è fatto solo raccontare, come diceva uno dei vocalist del DF nelle notti degli anni 2000. Questo non vuol dire vivere nel passato, perché le nuove generazioni racconteranno e vivranno altre esperienze, altre atmosfere e bisogna adattarsi per evitare che nel rieccheggiare il passato non si diventi pateticamente malinconici. Questo non vuol dire che un mood, un concept a marchio Divinæ Follie, non potrà essere e non sarà riproposto con i dovuti accorgimenti di modernità, tutto però senza tralasciare quei punti fermi che lo hanno reso un concetto organizzativo, che va oltre il luogo fisico. Sicuramente non potrà essere un restauro il catalizzatore di un modo di concepire il divertimento, la notte, le programmazioni artistiche degne di una capitale europea.
Il DF è un concept un impostazione, una visione, che non può essere replicato se non dalle anime che l'hanno fatto diventare grande come chi vi scrive, mia sorella Titti e mio padre, che in maniera visionaria ma tangibile non ha determinato solo il mito del concept ma anche cambiato l'approccio imprenditoriale anche del bar che apriva di notte non solo di Bisceglie, ma dell'intera Puglia.
Le storie imprenditoriali della ditta individuale Vito Mastrogiacomo, non devono, solo con il recente ricordo, cancellare l'indiscussa lungimiranza dell'uomo, dell'imprenditore e della mia famiglia, e non solo per il Divinæ Follie.
Il marchio Divinæ Follie è un concept e non un contenitore dove stipare persone, ricordo che il brand ha esportato e con enorme successo la sua experteese in ogni dove; basti ricordare che il Divinæ Follie ha aperto subito dopo la guerra nei balcani a Dubrovnik, e organizzato molte serate per l'Europa con propri dj, animatori, vocalist, costumisti, scenografici da Ibiza a Londra, Miami, agli studi Rai fino a essere in diretta nel corso del Festival di Sanremo» ha ricordato.
«Vogliate prendere questo comunicato non una polemica sterile, ma la dovuta precisazione a tutela di un marchio europeo di mia proprietà che nulla c'entra con i beni della struttura sita in viale Ponte Lama a Bisceglie, titolo di proprietà industriale regolarmente detenuto e registrato in tutta la comunità europea ed affidato nel suo piano di espansione licensing allo studio legale su menzionato, che sta valutando da tempo alcune proposte di chi ha manifestato interesse per l'utilizzo del brand/concept per operazioni di entertainment, food, hotel e locali notturni o di eventi ad hoc.
Per il resto tutto ciò che è impresa può solo portare ogni bene al tessuto economico e sociale di una comunità e quindi in bocca a lupo a chiunque si cimenti, ci prova e si metta in discussione, purchP il tutto sia caratterizzato da inventiva e non da tentativi temporanei e di breve periodo più simili a estemporanee e ridotte visioni che a vere e proprie rivoluzionarie scelte imprenditoriali uniche ed irripetibili» ha concluso Leo Mastrogiacomo.
«Pur se giornalisticamente "e non" ho soprasseduto al riecheggiato uso del marchio Divinæ Follie - denominazione di tutt'altro concept - preciso che la struttura in riapertura non potrà fregiarsi del nome/marchio/insegna "Divinæ Follie" o potrà in alcun modo utilizzare acronimi, abbreviativi o altre soluzioni che possano ledere il marchio. Non ci potrà in alcun modo esserci un rischio di confusione» ha affermato Mastrogiacomo.
«Il marchio Divinæ Follie®, con il numero 011801644, da diversi anni è un brand valido in 28 paesi dell'Unione Europea, regolarmente registrato presso l'Euipo, ufficio dell'Unione Europea per la proprietà intellettuale incaricato di gestire i marchi, i disegni e i modelli comunitari registrati» ha aggiunto.
«Il marchio Divinæ Follie® è tutelato per diverse classi di Nizza merceologiche tra cui il divertimento e l'entertainment ed è da sempre utilizzato dal sottoscritto; da tempo infatti sono allo studio programmi di licensing anche per altri progetti in corso, che vanno da alloggi deluxe, abbigliamento a catena di locali con un concept ben specifico concedendo il brand a terzi licenziatari» ha rimarcato.
«L'utilizzo del marchio su alcuni gruppi Facebook è autorizzato dal sottoscritto che spesso ne è anche l'amministratore.
Il marchio in questione non era facente parte dei beni della procedura concorsuale del Centro Turistico Mastrogiacomo, ditta individuale del signor Vito Mastrogiacomo, già proprietaria della struttura sita in Bisceglie, ed è marchio in uso e di proprietà di persona fisica (Pantaleo Mastrogiacomo) che appunto ne detiene la titolarità e tutti i diritti di privativa industriale.
Il marchio, diversi anni fa, fu registrato a nome del sottoscritto che ha affidato da tempo la tutela in tema di brand protection e brand reputation e per la consulenza del progetti licensing, all'avvocato Musco (studio Legale Loalex degli avvocati Di Pinto & Musco con sedi a Bisceglie e Milano) che ha specifica esperienza nella difesa dei marchi e quanto connesso al mondo della proprietà intellettuale .
Lo studio monitorerà qualsiasi mezzo di diffusione per evitare che il marchio possa essere usato direttamente o attraverso acronimi come detto e che possano generare quindi rischi di confusione» ha specificato.
«Non ero intervenuto finora tollerando che il brand fosse menzionato più da un punto di vista emozionale (DF/Divinæ Follie) dalla stampa e dalla srl semplificata, aggiudicataria dell'affidamento precario per due anni della struttura.
Questo in assoluto ossequio doveroso della procedura concorsuale in essere presso il Tribunale di Trani del giudice e del curatore. Pur essendo terzo non interessato rispetto alla procedura concorsuale della ditta individuale su menzionata, è però doveroso da parte mia tutelare un bene come il marchio Divinæ Follie (registrato) che anche nella sua immaterialità la legge consente di tutelare e di sfruttare secondo il codice di proprietà industriale e soprattutto consente di azionarsi verso chi infrange, utilizza o possa ledere il valore, la percezione di quanto insito nel marchio civilmente e penalmente» ha rilevato.
«Il marchio Divinæ Follie è legato ad un concept organizzativo, etico ed estetico non necessariamente legato a delle mura; non si può escludere l'utilizzo concesso a terzi, ma a determinate condizioni che non ledano o annacquino la storia e l'appeal del marchio.
Personalmente ritengo che il progetto in partenza a breve in Bisceglie, in quella struttura, non può declinare o utilizzare il mio marchio che ha storicamente un vademecum organizzativo diverso, intellettualmente e anche artisticamente parlando» ha evidenziato l'imprenditore.
«Per chi ha pensato che il Divinae Follie fosse rappresentato solo dalle mura, probabilmente non l'ha mai vissuto da protagonista, forse solo da spettatore, per giunta distratto o probabilmente se l'è fatto solo raccontare, come diceva uno dei vocalist del DF nelle notti degli anni 2000. Questo non vuol dire vivere nel passato, perché le nuove generazioni racconteranno e vivranno altre esperienze, altre atmosfere e bisogna adattarsi per evitare che nel rieccheggiare il passato non si diventi pateticamente malinconici. Questo non vuol dire che un mood, un concept a marchio Divinæ Follie, non potrà essere e non sarà riproposto con i dovuti accorgimenti di modernità, tutto però senza tralasciare quei punti fermi che lo hanno reso un concetto organizzativo, che va oltre il luogo fisico. Sicuramente non potrà essere un restauro il catalizzatore di un modo di concepire il divertimento, la notte, le programmazioni artistiche degne di una capitale europea.
Il DF è un concept un impostazione, una visione, che non può essere replicato se non dalle anime che l'hanno fatto diventare grande come chi vi scrive, mia sorella Titti e mio padre, che in maniera visionaria ma tangibile non ha determinato solo il mito del concept ma anche cambiato l'approccio imprenditoriale anche del bar che apriva di notte non solo di Bisceglie, ma dell'intera Puglia.
Le storie imprenditoriali della ditta individuale Vito Mastrogiacomo, non devono, solo con il recente ricordo, cancellare l'indiscussa lungimiranza dell'uomo, dell'imprenditore e della mia famiglia, e non solo per il Divinæ Follie.
Il marchio Divinæ Follie è un concept e non un contenitore dove stipare persone, ricordo che il brand ha esportato e con enorme successo la sua experteese in ogni dove; basti ricordare che il Divinæ Follie ha aperto subito dopo la guerra nei balcani a Dubrovnik, e organizzato molte serate per l'Europa con propri dj, animatori, vocalist, costumisti, scenografici da Ibiza a Londra, Miami, agli studi Rai fino a essere in diretta nel corso del Festival di Sanremo» ha ricordato.
«Vogliate prendere questo comunicato non una polemica sterile, ma la dovuta precisazione a tutela di un marchio europeo di mia proprietà che nulla c'entra con i beni della struttura sita in viale Ponte Lama a Bisceglie, titolo di proprietà industriale regolarmente detenuto e registrato in tutta la comunità europea ed affidato nel suo piano di espansione licensing allo studio legale su menzionato, che sta valutando da tempo alcune proposte di chi ha manifestato interesse per l'utilizzo del brand/concept per operazioni di entertainment, food, hotel e locali notturni o di eventi ad hoc.
Per il resto tutto ciò che è impresa può solo portare ogni bene al tessuto economico e sociale di una comunità e quindi in bocca a lupo a chiunque si cimenti, ci prova e si metta in discussione, purchP il tutto sia caratterizzato da inventiva e non da tentativi temporanei e di breve periodo più simili a estemporanee e ridotte visioni che a vere e proprie rivoluzionarie scelte imprenditoriali uniche ed irripetibili» ha concluso Leo Mastrogiacomo.