Mafie nella Bat, il procuratore Nitti: «Clan aperturisti e tolleranti»

«Non c'è controllo esclusivo del territorio»

venerdì 9 settembre 2022 11.10
I gruppi criminali attivi nella provincia di Barletta-Andria-Trani, non hanno «protezione del proprio territorio ma hanno una forma di apertura. L'aspetto importante, secondo una mentalità levantina che esiste anche nei clan baresi, è fare profitto subito». A sottolinearlo in un'intervista rilasciata a Dire è stato Renato Nitti, capo della procura di Trani da anni impegnato nel contrasto alle mafie.

Nel nord barese i clan «non operano il controllo in modo esclusivo e questo comporta una grave conseguenza» ha evidenziato, spiegando che «oltre alla mafia tradizionale vi è un sottobosco di criminalità, tollerato ampiamente dalle mafie, che riesce a proliferare e a creare enormi danni all'economia e alla popolazione. Anzi, le caratteristiche che hanno mostrato alcuni gruppi sono state quelle di una straordinaria apertura rispetto ad altri clan o mafie, consentendo di operare in questo territorio a tutto danno della collettività».

L'intreccio mafioso si esplica anche nelle modalità seguite per la commissione di delitti: la provincia Bat registra un numero elevato di lupare bianche. «A livello regionale il numero dei casi che riguardano la Bat è elevato e in proporzione spicca rispetto ad altri luoghi. È fuori discussione che storicamente questa metodologia sia stata importata dalla ndrangheta» ha chiarito.

Per il procuratore «questo ha un significato molto importante: è risaputo che nel nostro territorio vi sono mafie autoctone ed è altresì risaputo che le mafie anche più risalenti abbiano avuto stretti rapporti sia con la ndrangheta che con la camorra campana. È assai facile che vi sia stato un trasferimento di indicazioni e informazioni e tradizioni in questo senso» ha concluso.