Marcello Veneziani, voce narrante del presente
Lo scrittore biscegliese ha presentato alle Vecchie Segherie Mastrototaro il suo ultimo lavoro
giovedì 7 febbraio 2019
12.36
Marcello Veneziani, giornalista e saggista, figlio illustre della nostra città, è stato interprete arguto e profondo della presente era e del ricordo di quella passata. Nostalgia, termine amato da Veneziani per rammentare il passato in funzione del futuro. Ieri e domani che si intersecano, due poli opposti che sono in grado di toccarsi nella coscienza dell'individuo, componente della società che guarda a ciò che è stato per programmare ciò che sarà.
L'autore come un pedagogo accompagna il lettore in un itinerario esistenziale, intriso di filosofia, senso del sacro, storia e sociologia dell'Italia che fu e che si racconta nel presente non senza crisi d'identità. Crisi che nasce dalla cancellazione del trascendente, della consapevolezza della divinità come attore protagonista nella conformazione di una società e di una patria forte che riesce a costruire il futuro senza fossilizzarsi sulla religione del tecnicismo, del tecnologico, che ha come unico obiettivo la mera funzionalità e utilità verso il consumatore finale.
«Questo libro è un compendio che incontra 10 divinità, metafore come il legame con la patria, il senso di Dio, la famiglia, il ritorno, la civiltà. La nostalgia degli dei, titolo che esprime quella volontà di ritornare a dare un senso alla vita, un significato al futuro invece di definirlo e attenderlo attraverso l'uscita dell'ultimo smartphone e delle innovazioni tecnologiche che riempiono la vita di tutti noi. La nostalgia è aspettativa di futuro» ha affermato nel corso della conversazione di mercoledì 6 febbraio alle Vecchie Segherie Mastrototaro.
Da buon narratore politico, Veneziani non si nega nel commentare l'Italia di oggi, portando l'attenzione sull'identità di patria che si difende attraverso le mura concettuali e fisiche. Non mancano le critiche all'attuale Papa Bergoglio, interpretato dal giornalista biscegliese, come l'esponente della globalizzazione senza confini, della religione dell'accoglienza.
«Il confine è il riconoscimento della propria identità, della propria casa. Nei confini viviamo, tessiamo relazioni sociali. L'idea dello sconfinamento è contraria alla conservazione di una civiltà, il muro non crea contrasto ma ci preserva e preserva il nostro vicino dall'anarchia» ha rimarcato Veneziani.
Fedele alla sua indole politica e fortemente italica, l'autore non rifiuta però il concetto di Europa ma mette in crisi le basi sui cui è stata fondata: decristianizzazione del continente e rifiuto delle radici greco-romane. Un'Europa senza mito e utopia a cui mirare per la costruzione del futuro diviene un agglomerato di tecnicismo e burocrazia che invece di mitigare il concetto estremo del nazionalismo, lo esaspera come succede negli ultimi anni in tutto il continente.
La nostalgia degli Dei, nel singolo e nella società, è il concetto espresso da Marcello Veneziani attraverso un itinerario che condurrà il lettore a considerare l'alternativa alla società presente.
Nostalgia del mito, del trascendente espressa attraverso l'immagine dell'uomo che mira il cielo stellato e poi è in grado di guardarsi dentro stimando il mondo attraverso gli occhi degli "dei", dell'eterno per dare un altro significato alla vita e alla consapevolezza dell'esistenza terrena.
L'autore come un pedagogo accompagna il lettore in un itinerario esistenziale, intriso di filosofia, senso del sacro, storia e sociologia dell'Italia che fu e che si racconta nel presente non senza crisi d'identità. Crisi che nasce dalla cancellazione del trascendente, della consapevolezza della divinità come attore protagonista nella conformazione di una società e di una patria forte che riesce a costruire il futuro senza fossilizzarsi sulla religione del tecnicismo, del tecnologico, che ha come unico obiettivo la mera funzionalità e utilità verso il consumatore finale.
«Questo libro è un compendio che incontra 10 divinità, metafore come il legame con la patria, il senso di Dio, la famiglia, il ritorno, la civiltà. La nostalgia degli dei, titolo che esprime quella volontà di ritornare a dare un senso alla vita, un significato al futuro invece di definirlo e attenderlo attraverso l'uscita dell'ultimo smartphone e delle innovazioni tecnologiche che riempiono la vita di tutti noi. La nostalgia è aspettativa di futuro» ha affermato nel corso della conversazione di mercoledì 6 febbraio alle Vecchie Segherie Mastrototaro.
Da buon narratore politico, Veneziani non si nega nel commentare l'Italia di oggi, portando l'attenzione sull'identità di patria che si difende attraverso le mura concettuali e fisiche. Non mancano le critiche all'attuale Papa Bergoglio, interpretato dal giornalista biscegliese, come l'esponente della globalizzazione senza confini, della religione dell'accoglienza.
«Il confine è il riconoscimento della propria identità, della propria casa. Nei confini viviamo, tessiamo relazioni sociali. L'idea dello sconfinamento è contraria alla conservazione di una civiltà, il muro non crea contrasto ma ci preserva e preserva il nostro vicino dall'anarchia» ha rimarcato Veneziani.
Fedele alla sua indole politica e fortemente italica, l'autore non rifiuta però il concetto di Europa ma mette in crisi le basi sui cui è stata fondata: decristianizzazione del continente e rifiuto delle radici greco-romane. Un'Europa senza mito e utopia a cui mirare per la costruzione del futuro diviene un agglomerato di tecnicismo e burocrazia che invece di mitigare il concetto estremo del nazionalismo, lo esaspera come succede negli ultimi anni in tutto il continente.
La nostalgia degli Dei, nel singolo e nella società, è il concetto espresso da Marcello Veneziani attraverso un itinerario che condurrà il lettore a considerare l'alternativa alla società presente.
Nostalgia del mito, del trascendente espressa attraverso l'immagine dell'uomo che mira il cielo stellato e poi è in grado di guardarsi dentro stimando il mondo attraverso gli occhi degli "dei", dell'eterno per dare un altro significato alla vita e alla consapevolezza dell'esistenza terrena.