Marinerie unite nella richiesta di anticipo del fermo biologico sul tratto biscegliese dell'Adriatico
«Programmarlo dopo il 25 agosto significa vanificare tutto quello che è stato fatto finora»
martedì 24 luglio 2018
9.58
Stato di agitazione. È la risposta delle marinerie pugliesi dei compartimenti di Manfredonia e Bari alla decisione del ministero delle politiche agricole, competente in materia, di calendarizzare il fermo biologico delle attività di pesca in quel tratto dell'Adriatico meridionale, che comprende anche Bisceglie, dal 27 agosto al 7 ottobre.
Le associazioni di categoria Agci Agrital, FedAgri Pesca, Legacoop agroalimentare - dipartimento pesca e Assopesca di Molfetta avevano già espresso la loro contrarietà a questa scelta attraverso una nota inviata al ministro leghista Gian Marco Centinaio, esternando la loro «forte preoccupazione per la tutela delle risorse ittiche, i cui stadi giovanili sono maggiormente presenti nel periodo compreso fra luglio e agosto» piuttosto che in settembre, mese nel quale, secondo lo schema definito, sarebbe interdetta, inutilmente, qualsiasi attività di pesca.
Collocare il fermo biologico in un periodo dell'anno sbagliato perché differente rispetto al corso naturale della riproduzione delle specie marine che popolano il tratto meridionale del mare Adriatico costituirebbe un danno pesantissimo che le marinerie farebbero molta fatica a sopportare. «Programmare lo stop delle attività dopo il 25 agosto significa non esercitare alcuna protezione delle risorse e anzi, vanificare tutto quello che è stato fatto finora per gestirle correttamente» hanno rimarcato i rappresentanti di armatori e lavoratori del comparto, riuniti da giorni in assemblee locali.
La richiesta delle marinerie al ministero è semplice: anticipare l'inizio del fermo biologico al 30 luglio e concluderlo il 9 settembre, come stabilito per l'Adriatico settentrionale da Trieste ad Ancona.
Le associazioni di categoria Agci Agrital, FedAgri Pesca, Legacoop agroalimentare - dipartimento pesca e Assopesca di Molfetta avevano già espresso la loro contrarietà a questa scelta attraverso una nota inviata al ministro leghista Gian Marco Centinaio, esternando la loro «forte preoccupazione per la tutela delle risorse ittiche, i cui stadi giovanili sono maggiormente presenti nel periodo compreso fra luglio e agosto» piuttosto che in settembre, mese nel quale, secondo lo schema definito, sarebbe interdetta, inutilmente, qualsiasi attività di pesca.
Collocare il fermo biologico in un periodo dell'anno sbagliato perché differente rispetto al corso naturale della riproduzione delle specie marine che popolano il tratto meridionale del mare Adriatico costituirebbe un danno pesantissimo che le marinerie farebbero molta fatica a sopportare. «Programmare lo stop delle attività dopo il 25 agosto significa non esercitare alcuna protezione delle risorse e anzi, vanificare tutto quello che è stato fatto finora per gestirle correttamente» hanno rimarcato i rappresentanti di armatori e lavoratori del comparto, riuniti da giorni in assemblee locali.
La richiesta delle marinerie al ministero è semplice: anticipare l'inizio del fermo biologico al 30 luglio e concluderlo il 9 settembre, come stabilito per l'Adriatico settentrionale da Trieste ad Ancona.