Mauro Sasso, gruppo RAP-Pro Natura: «Stiamo riminizzando la costa di Bisceglie»
La preoccupazione degli ambientalisti: «Faremo un centro per le tartarughe marine, ma come sopravviveranno le tartarughe nelle nostre acque?»
domenica 16 luglio 2017
9.32
«Stiamo riminizzando la costa di Bisceglie e non ce ne rendiamo conto».
Esordisce così, in modo polemico, il presidente del gruppo Ripalta Area Protetta affiliato a Pro Natura, ipotizzando, a seguito della concessione a privati di lunghi tratti di litorale, uno scenario poco roseo per le risorse naturali già a partire dal 2018.
«Questa amministrazione - spiega - ha di fatto abbandonato ogni intento di valorizzazione ambientale della costa. Da Levante a Ponente il must è lo sfruttamento intensivo delle risorse marine e costiere. Nella zona Pantano Ripalta l'area marina protetta è stata archiviata, preferendo un centro tartarughe che, paradossalmente, avrebbe senso qualora ci fosse uno specchio di mare tutelato e salvaguardato. Possono mai le tartarughe marine sopravvivere nelle nostre acque? Lo stato di degrado della costa sud è, infatti, evidente: rifiuti abbandonati, automobili e ciclomotori percorrono la pista ciclabile, le spiagge sono sporche, i servizi a turisti sono inesistenti e e l'inquinamento delle acque reflue dei depuratori continua. Lo stato di degrado ambientale a nord è più avanzato.A Ponente ci si arriva solo in auto, con buona pace della mobilità sostenibile. Sul lungomare, completamente cementificato, luogo di pochi privilegiati che soggiornano in una villetta, si fa fatica a percorrere le piste ciclabili e le soste "gratis" sono pura chimera. In assenza di panchine. Solo chi ha possibilità economiche può concedersi una sosta a "pagamento" in un bar o su una striscia blu! E non c'è nessuna possibilità di voltare pagina senza un Piano Comunale delle Coste. Scordiamoci la Bisceglie da cartolina turistica, abbiamo svoltato verso la riminizzazione del litorale che sta inesorabilmente consumando, irreversibilmente, tutte le nostre risorse naturali».
Esordisce così, in modo polemico, il presidente del gruppo Ripalta Area Protetta affiliato a Pro Natura, ipotizzando, a seguito della concessione a privati di lunghi tratti di litorale, uno scenario poco roseo per le risorse naturali già a partire dal 2018.
«Questa amministrazione - spiega - ha di fatto abbandonato ogni intento di valorizzazione ambientale della costa. Da Levante a Ponente il must è lo sfruttamento intensivo delle risorse marine e costiere. Nella zona Pantano Ripalta l'area marina protetta è stata archiviata, preferendo un centro tartarughe che, paradossalmente, avrebbe senso qualora ci fosse uno specchio di mare tutelato e salvaguardato. Possono mai le tartarughe marine sopravvivere nelle nostre acque? Lo stato di degrado della costa sud è, infatti, evidente: rifiuti abbandonati, automobili e ciclomotori percorrono la pista ciclabile, le spiagge sono sporche, i servizi a turisti sono inesistenti e e l'inquinamento delle acque reflue dei depuratori continua. Lo stato di degrado ambientale a nord è più avanzato.A Ponente ci si arriva solo in auto, con buona pace della mobilità sostenibile. Sul lungomare, completamente cementificato, luogo di pochi privilegiati che soggiornano in una villetta, si fa fatica a percorrere le piste ciclabili e le soste "gratis" sono pura chimera. In assenza di panchine. Solo chi ha possibilità economiche può concedersi una sosta a "pagamento" in un bar o su una striscia blu! E non c'è nessuna possibilità di voltare pagina senza un Piano Comunale delle Coste. Scordiamoci la Bisceglie da cartolina turistica, abbiamo svoltato verso la riminizzazione del litorale che sta inesorabilmente consumando, irreversibilmente, tutte le nostre risorse naturali».