Monsignor Giovanni Ricchiuti: «Il Papa buono patrono dell'Esercito? Un'assurdità»

Il vescovo biscegliese di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti contrariato dalla decisione della Congregazione per il culto divino

giovedì 14 settembre 2017 16.28
A cura di Vito Troilo
La decisione di attribuire il titolo di Santo patrono dell'Esercito a Papa Roncalli ha scatenato un putiferio di polemiche. Fra le autorevoli voci che si sono levate per manifestare apertamente la contrarietà verso questa scelta, anche quella di Monsignor Giovanni Ricchiuti. L'alto prelato biscegliese, vescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi, non ha esitato a definire il provvedimento adottato dalla Congregazione per il Culto divino «irrispettoso, assurdo, anticonciliare. Non si può definire in altro modo l'idea di proclamare san Giovanni XXIII patrono dell'Esercito. Un fatto indegno della memoria profetica di quel Pontefice».

Giovanni XXIII, unanimemente definito «Papa buono» e «Papa della pace», associato a una forza armata. L'accostamento non è piaciuto a Monsignor Ricchiuti, che si è detto «indignato e arrabbiato», rimarcando di aver appreso la notizia dai media. Secondo quanto successivamente ricostruito la Segreteria di Stato vaticana non sarebbe stata informata preventivamente. «I vescovi italiani non sono stati consultati, non abbiamo saputo nulla, si è proceduto con una sorta di sotterfugio, ma che stile è? Non lo ammetto, non lo accetto». Fonti vicine alla Congregazione per il Culto divino hanno tentato di "giustificare" la scelta evidenziando il ruolo di cappellano nella sanità militare svolto da Roncalli durante il primo conflitto mondiale.

Molti osservatori si sono chiesti se Papa Francesco fosse al corrente della decisione: «A questo domanda non so rispondere» ha commentato il vescovo biscegliese, confidando in uno stop del procedimento. «Manca ancora l'ufficialità liturgica, che dev'essere proclamata in un rito. In attesa di quel giorno speriamo che si alzino anche altre voci affinché non si faccia questo passo» ha concluso Monsignor Giovanni Ricchiuti.