È morto Giovanni Bruni, primo parlamentare biscegliese della storia
Insegnante amatissimo, esponente di rilievo del Pri, avrebbe compiuto 94 anni a giugno
mercoledì 29 aprile 2020
13.45
È morto nella tarda mattinata di martedì 28 aprile il professor Giovanni Bruni, primo biscegliese eletto in Parlamento nella storia. Esponente di rilievo del Partito repubblicano italiano, avrebbe compiuto 94 anni a giugno.
Antifascista convinto, a lungo consigliere comunale e assessore in diverse amministrazioni tra gli anni '60 e gli anni '80, nel 1987 conquistò il seggio alla Camera dei deputati assicurando ai repubblicani il più alto risultato mai registrato a Bisceglie (7214 voti, pari al 25.33% dei consensi).
Giovanni Bruni, nato nel 1926, cominciò la carriera di insegnante nel lontano 1951, lasciandola solo per fare il suo ingresso a Montecitorio, deputato nella decima Legislatura. La sua adesione al partito repubblicano non fu immediata: il professore, in un primo tempo, militò nel Psi ma poi scelse di seguire l'Edera di Ugo La Malfa e, più in là, del primo premier non democristiano, Giovanni Spadolini.
Il suo attivismo politico non si chiuse con la stagione, peraltro lunghissima, della prima repubblica, ma proseguì, sempre nei movimenti di ispirazione repubblicana, al punto da dar vita a una lista civica (insieme ad altre forze politiche) che sostenne Franco Napoletano alle amministrative del maggio 2002 e iscriversi, più tardi, al Partito Democratico, di cui è stato simbolicamente capolista, benché già 85enne, alle comunali del 2011.
Bruni ha dedicato gli ultimi anni della sua vita agli studi e alle riflessioni sulle figure di Vincenzo Calace e Giuseppe Mazzini, lottando affinché Bisceglie non le dimenticasse. Di notevole rilievo, fino alla fine degli anni '90, la sua attività di editorialista sui principali media del territorio.
Bisceglie piange la scomparsa di uno dei suoi figli migliori.
Antifascista convinto, a lungo consigliere comunale e assessore in diverse amministrazioni tra gli anni '60 e gli anni '80, nel 1987 conquistò il seggio alla Camera dei deputati assicurando ai repubblicani il più alto risultato mai registrato a Bisceglie (7214 voti, pari al 25.33% dei consensi).
Giovanni Bruni, nato nel 1926, cominciò la carriera di insegnante nel lontano 1951, lasciandola solo per fare il suo ingresso a Montecitorio, deputato nella decima Legislatura. La sua adesione al partito repubblicano non fu immediata: il professore, in un primo tempo, militò nel Psi ma poi scelse di seguire l'Edera di Ugo La Malfa e, più in là, del primo premier non democristiano, Giovanni Spadolini.
Il suo attivismo politico non si chiuse con la stagione, peraltro lunghissima, della prima repubblica, ma proseguì, sempre nei movimenti di ispirazione repubblicana, al punto da dar vita a una lista civica (insieme ad altre forze politiche) che sostenne Franco Napoletano alle amministrative del maggio 2002 e iscriversi, più tardi, al Partito Democratico, di cui è stato simbolicamente capolista, benché già 85enne, alle comunali del 2011.
Bruni ha dedicato gli ultimi anni della sua vita agli studi e alle riflessioni sulle figure di Vincenzo Calace e Giuseppe Mazzini, lottando affinché Bisceglie non le dimenticasse. Di notevole rilievo, fino alla fine degli anni '90, la sua attività di editorialista sui principali media del territorio.
Bisceglie piange la scomparsa di uno dei suoi figli migliori.