Movida estiva e sicurezza: il punto di vista del presidente Confesercenti Bat
La nota del presidente provinciale Mario Landriscina
martedì 9 luglio 2024
7.42
In una recente nota stampa, Mario Landriscina, direttore della Confesercenti Provinciale BAT, ha affrontato le problematiche legate alla movida estiva, un tema che ogni anno solleva questioni di sicurezza e ordine pubblico. I sindaci, trovandosi spesso a dover prendere decisioni impopolari, sono solo una parte della complessa dinamica che coinvolge anche le Associazioni di Categoria. Queste ultime, infatti, devono bilanciare la responsabilità verso la comunità con la tutela degli interessi delle imprese.
Durante un incontro in Prefettura, Confesercenti e Confcommercio hanno espresso posizioni diverse in base alle categorie commerciali discusse: «Non è facile uniformare orari di categorie diversificate per cui si è cercato di venire incontro alle esigenze della prefetta, dott.ssa d'Agostino, pur non condividendo le motivazioni alla base della sua richiesta, accettando la chiusura dei pubblici esercizi all'una di notte fino al giovedì; per il venerdì e prefestivi e festivi, alle ore due, concordata fra i presenti in maniera uniforme su tutto il territorio provinciale» si legge nella nota.
«Sugli orari di chiusura delle discoteche, abbiamo cercato di evidenziare che si tratta non solo dei locali da ballo, ma anche di quei Pubblici esercizi in possesso delle autorizzazioni di cui al Testo Unico di P.S., sottoposte alle Commissioni provinciali di Vigilanza. Sono state sollevate dunque molte perplessità sulla chiusura delle discoteche alle ore tre in quanto gli usi e le abitudini dei nostri giovani le portano ad iniziare le loro attività intorno alla mezzanotte. In molti luoghi l'orario di chiusura è alle ore 4.00, con sgombero in un'ora successiva. Successivamente il prefetto Silvana D'Agostino e i sindaci hanno deciso di uniformare anche gli orari delle discoteche e dei Pubblici Esercizi in possesso di autorizzazione Testo unico P.S. in in tutta la Provincia».
«Una decisione che da sola non eviterà il girovagare notturno dei giovani perché, chiuse le discoteche della BAT, ci si sposterà in quelle di altre province che chiuderanno più tardi. Così facendo si danneggeranno i pubblici esercizi che svolgono il proprio lavoro con correttezza imprenditoriale. Il problema a mio avviso, come indicato alla Prefetta, è molto più complesso di quanto lo si possa pensare perché ha origini nell'assetto socio educativo delle nostre collettività, per cui non si risolve con una semplice anticipazione delle chiusure dei pubblici esercizi. Purtroppo i tempi sono cambiati. Purtroppo non è colpa degli esercenti se i ragazzini, anche dai 12 anni in su, restano in giro di notte a tarda ora. Sarebbe il caso di iniziare a stabilire quali iniziative intraprendere a livello familiare e scolastico per arginare questo fenomeno, da cui certamente non ci si sottrae, ma di cui non si è colpevoli» ha aggiunto.
«Come Confesercenti abbiamo anche dichiarato di essere disponibili a colloquiare maggiormente, anche attraverso lo strumento dei Distretti Urbani del Commercio, sinora poco e mal utilizzati, con poche eccezioni positive, con i nostri imprenditori, associati e non, affinché siano propensi a rispettare i nuovi orari e a cercare di collaborare rendendosi disponibili a mettere in atto quanto opportuno per cercare di cambiare le abitudini dei propri avventori. Anche per loro sarebbe un successo perché li porterebbe a lavorare meno pesantemente di quanto fatto sinora.
Ciò comporta però un cambio di atteggiamento tra gli attori in campo, a cominciare dai sindaci che devono collaborare maggiormente con le associazioni di categoria riconosciute per tutelare anche gli imprenditori che rispettano la legalità, coinvolgendo anche le forze dell'ordine».
«Per avere contezza precisa delle problematiche degli orari notturni, anche rispetto alle normative vigenti di settore, abbiamo persino contattato il nostro ufficio legislativo nazionale attraverso cui non abbiamo fatto altro che prendere atto della necessità di uniformare tutta la normativa nazionale.
Così come anche crediamo sia stato fatto dai colleghi di Confcommercio con i quali avevamo concordato di intraprendere azioni comuni positive e propositive per contemperare le esigenze collettive con quelle imprenditoriali, facendoci carico della problematica sociale, ma, evidentemente, e ne siamo molto dispiaciuti, hanno preferito fare una gara per comunicare per primi il loro dissenso. Cosa che chiaramente indebolisce le nostre azioni politico sindacali» ha concluso.
Durante un incontro in Prefettura, Confesercenti e Confcommercio hanno espresso posizioni diverse in base alle categorie commerciali discusse: «Non è facile uniformare orari di categorie diversificate per cui si è cercato di venire incontro alle esigenze della prefetta, dott.ssa d'Agostino, pur non condividendo le motivazioni alla base della sua richiesta, accettando la chiusura dei pubblici esercizi all'una di notte fino al giovedì; per il venerdì e prefestivi e festivi, alle ore due, concordata fra i presenti in maniera uniforme su tutto il territorio provinciale» si legge nella nota.
«Sugli orari di chiusura delle discoteche, abbiamo cercato di evidenziare che si tratta non solo dei locali da ballo, ma anche di quei Pubblici esercizi in possesso delle autorizzazioni di cui al Testo Unico di P.S., sottoposte alle Commissioni provinciali di Vigilanza. Sono state sollevate dunque molte perplessità sulla chiusura delle discoteche alle ore tre in quanto gli usi e le abitudini dei nostri giovani le portano ad iniziare le loro attività intorno alla mezzanotte. In molti luoghi l'orario di chiusura è alle ore 4.00, con sgombero in un'ora successiva. Successivamente il prefetto Silvana D'Agostino e i sindaci hanno deciso di uniformare anche gli orari delle discoteche e dei Pubblici Esercizi in possesso di autorizzazione Testo unico P.S. in in tutta la Provincia».
«Una decisione che da sola non eviterà il girovagare notturno dei giovani perché, chiuse le discoteche della BAT, ci si sposterà in quelle di altre province che chiuderanno più tardi. Così facendo si danneggeranno i pubblici esercizi che svolgono il proprio lavoro con correttezza imprenditoriale. Il problema a mio avviso, come indicato alla Prefetta, è molto più complesso di quanto lo si possa pensare perché ha origini nell'assetto socio educativo delle nostre collettività, per cui non si risolve con una semplice anticipazione delle chiusure dei pubblici esercizi. Purtroppo i tempi sono cambiati. Purtroppo non è colpa degli esercenti se i ragazzini, anche dai 12 anni in su, restano in giro di notte a tarda ora. Sarebbe il caso di iniziare a stabilire quali iniziative intraprendere a livello familiare e scolastico per arginare questo fenomeno, da cui certamente non ci si sottrae, ma di cui non si è colpevoli» ha aggiunto.
«Come Confesercenti abbiamo anche dichiarato di essere disponibili a colloquiare maggiormente, anche attraverso lo strumento dei Distretti Urbani del Commercio, sinora poco e mal utilizzati, con poche eccezioni positive, con i nostri imprenditori, associati e non, affinché siano propensi a rispettare i nuovi orari e a cercare di collaborare rendendosi disponibili a mettere in atto quanto opportuno per cercare di cambiare le abitudini dei propri avventori. Anche per loro sarebbe un successo perché li porterebbe a lavorare meno pesantemente di quanto fatto sinora.
Ciò comporta però un cambio di atteggiamento tra gli attori in campo, a cominciare dai sindaci che devono collaborare maggiormente con le associazioni di categoria riconosciute per tutelare anche gli imprenditori che rispettano la legalità, coinvolgendo anche le forze dell'ordine».
«Per avere contezza precisa delle problematiche degli orari notturni, anche rispetto alle normative vigenti di settore, abbiamo persino contattato il nostro ufficio legislativo nazionale attraverso cui non abbiamo fatto altro che prendere atto della necessità di uniformare tutta la normativa nazionale.
Così come anche crediamo sia stato fatto dai colleghi di Confcommercio con i quali avevamo concordato di intraprendere azioni comuni positive e propositive per contemperare le esigenze collettive con quelle imprenditoriali, facendoci carico della problematica sociale, ma, evidentemente, e ne siamo molto dispiaciuti, hanno preferito fare una gara per comunicare per primi il loro dissenso. Cosa che chiaramente indebolisce le nostre azioni politico sindacali» ha concluso.