Museo sottomarino, le perplessità di Legambiente
Lettera aperta del referente del circolo di Bisceglie Alessandro Di Gregorio
lunedì 14 agosto 2017
8.19
Una lunga lettera sul museo sottomarino che entro l'autunno sorgerà a Torre Calderina. Il progetto, annunciato in una conferenza stampa dal sindaco Francesco Spina, non convince del tutto il locale circolo di Legambiente, rappresentato da Alessandro Di Gregorio.
A parte il fatto che non si tratta di una innovazione mondiale, ci sono aspetti che cozzano con l'idea di salvaguardia della fauna e della flora che l'area meriterebbe.
«In primo luogo - spiega Di Gregorio - il museo sottomarino alle Cayman (con il quale Bisceglie e le sue tre statue tenterebbe confrontarsi) è costituito da ben 500 statue, collocate a molta distanza dalla barriera corallina; in secondo luogo, di musei sottomarini in grado di attirare l'attenzione dei turisti ne esistono a decine nel Mondo ed in Italia. Nulla di originale e speciale avrebbe dunque quello biscegliese con solo tre statue. È bene sottolineare che un museo nasce e si crea in base ad un'idea ben precisa ed un tema che ne fa le fondamenta di tutto il percorso, cosa che pare totalmente mancare a quello nostrano. Se poi si tratta di un museo sottomarino è di vitale importanza avere intrinseca una motivazione strettamente ambientalista e paesaggistica, cosa di cui abbiamo molte conoscenze in merito e che, ci perdoni, non sembra avrebbe quello biscegliese.
Citiamo solo per dovere di cronaca alcuni e tra i più importanti musei sottomarini di valenza mondiale e quelli europei ed italiani al confronto dei quali l'iniziativa locale… affonda!
A Cancun, penisola dello Yucatan, 500 statue raccontano la crescita della cultura; al largo delle Cayman , tra le altre 300, una gigantesca sirenetta accoglie i turisti a 50mt di profondità; nelle isole Ryukya in Giappone si possono visitare splendide formazioni, così come al largo dell'Isola di Pasqua; in Florida ed a Bohol nelle Filippine; o ancora sotto la diga delle tre gole in Cina dove si trova il museo di Baiheliang o sul fondale del lago Qiuandao sempre in Cina; a Lanzarote nelle Canarie ce ne è uno dedicato ai migranti; a Londra emergono numerose (e con tema ambientalista) dal Tamigi; ed ancora Cracovia, Marocco, per fermarci ai più belli e senza dimenticare nel Mediterraneo quello in allestimento con i resti sia del monumentale Faro di Alessandria che del palazzo della regina Cleopatra. Ma non è necessario andare così lontano, infatti Napoli, Pizzo Calabro, Genova, Lampedusa e persino Giovinazzo (con resti di antiche vestigia) ne ospitano altrettanti».
Il secondo aspetto è d'interesse ambientalista: «Alle Cayman e in tutte le altre esposizioni subacquee le statue sono state disposte al largo e su fondale sabbioso e non tra gli scogli e le tane dei pesci come Bisceglie vorrebbe. La loro allocazione è stata pensata per allontanare i sub dalla barriera corallina e da un tratto di fondale sul quale era necessario ripopolamento e salvaguardia, proprio come servirebbe nella zona Pantano-Ripalta.
Da tempo gli ambientalisti biscegliesi, e non solo, ritengono fondamentale e strategico il ripopolamento sia di Poseidonia che della fauna marina, in quel delicatissimo tratto il quale favorirebbe tra le altre cose, il riconoscimento di Area Marina Protetta con vantaggi davvero consistenti per il turismo, per il lavoro ma anche per la piccola marineria e la pesca di qualità cosa che avviene puntuale in tutte le aree protette.
Ma non sembra importare al sindaco Spina».
L'egambiente, a fronte di queste considerazioni, si interroga sull'opportunità mancata: «di convocare le associazioni ambientaliste del territorio (senza parere vincolante), per concordare, se proprio importantissimo per il turismo, una diversa collocazione al largo e più in profondità delle statue. Anche noi abbiamo partecipato come partner non commerciale di un privato, al bando per l'assegnazione di spiagge da adibire a lidi ma, con il chiaro intento di sorvegliare (e dimostrare), che esiste e si può fare turismo sostenibile, senza cementificare un solo metro di spiaggia o senza mettere a repentaglio già delicatissimi ecosistemi».
La provocazione è diretta al sindaco Francesco Spina, cui contestano: «l'arroganza delle decisioni imposte tout court, che non rispettano luoghi e persone, ambiente e idee diverse o che peggio fingono di favorire l'ambiente.
Ma forse LEGAMBIENTE utile solo per redigere (gratuitamente), la relazione per l'inserimento della nostra città nella Guida Blu del Touring oppure per certificare con la presenza di Goletta Verde il non inquinamento delle spiagge balneabili; o nel pulire aree degradate e dimenticate come quella prospicente la ex Bi-Marmi, che continua ad essere utilizzata a parcheggio invece che come giardino sul mare, ad esempio.
E che dire invece del progetto gratuito, presentato da tempo sulla riforestazione del parco Unità d'Italia (zona a rischio idrogeologico) con la riplantumazione di piante autoctone e la cura delle piante tutte, per i prossimi vent'anni? Saranno più importanti le visite dei sub o le opportunità create da un ettaro di parco restituito ai cittadini?
Ci spieghi sindaco, ma soprattutto lo spieghi ai cittadini».
A parte il fatto che non si tratta di una innovazione mondiale, ci sono aspetti che cozzano con l'idea di salvaguardia della fauna e della flora che l'area meriterebbe.
«In primo luogo - spiega Di Gregorio - il museo sottomarino alle Cayman (con il quale Bisceglie e le sue tre statue tenterebbe confrontarsi) è costituito da ben 500 statue, collocate a molta distanza dalla barriera corallina; in secondo luogo, di musei sottomarini in grado di attirare l'attenzione dei turisti ne esistono a decine nel Mondo ed in Italia. Nulla di originale e speciale avrebbe dunque quello biscegliese con solo tre statue. È bene sottolineare che un museo nasce e si crea in base ad un'idea ben precisa ed un tema che ne fa le fondamenta di tutto il percorso, cosa che pare totalmente mancare a quello nostrano. Se poi si tratta di un museo sottomarino è di vitale importanza avere intrinseca una motivazione strettamente ambientalista e paesaggistica, cosa di cui abbiamo molte conoscenze in merito e che, ci perdoni, non sembra avrebbe quello biscegliese.
Citiamo solo per dovere di cronaca alcuni e tra i più importanti musei sottomarini di valenza mondiale e quelli europei ed italiani al confronto dei quali l'iniziativa locale… affonda!
A Cancun, penisola dello Yucatan, 500 statue raccontano la crescita della cultura; al largo delle Cayman , tra le altre 300, una gigantesca sirenetta accoglie i turisti a 50mt di profondità; nelle isole Ryukya in Giappone si possono visitare splendide formazioni, così come al largo dell'Isola di Pasqua; in Florida ed a Bohol nelle Filippine; o ancora sotto la diga delle tre gole in Cina dove si trova il museo di Baiheliang o sul fondale del lago Qiuandao sempre in Cina; a Lanzarote nelle Canarie ce ne è uno dedicato ai migranti; a Londra emergono numerose (e con tema ambientalista) dal Tamigi; ed ancora Cracovia, Marocco, per fermarci ai più belli e senza dimenticare nel Mediterraneo quello in allestimento con i resti sia del monumentale Faro di Alessandria che del palazzo della regina Cleopatra. Ma non è necessario andare così lontano, infatti Napoli, Pizzo Calabro, Genova, Lampedusa e persino Giovinazzo (con resti di antiche vestigia) ne ospitano altrettanti».
Il secondo aspetto è d'interesse ambientalista: «Alle Cayman e in tutte le altre esposizioni subacquee le statue sono state disposte al largo e su fondale sabbioso e non tra gli scogli e le tane dei pesci come Bisceglie vorrebbe. La loro allocazione è stata pensata per allontanare i sub dalla barriera corallina e da un tratto di fondale sul quale era necessario ripopolamento e salvaguardia, proprio come servirebbe nella zona Pantano-Ripalta.
Da tempo gli ambientalisti biscegliesi, e non solo, ritengono fondamentale e strategico il ripopolamento sia di Poseidonia che della fauna marina, in quel delicatissimo tratto il quale favorirebbe tra le altre cose, il riconoscimento di Area Marina Protetta con vantaggi davvero consistenti per il turismo, per il lavoro ma anche per la piccola marineria e la pesca di qualità cosa che avviene puntuale in tutte le aree protette.
Ma non sembra importare al sindaco Spina».
L'egambiente, a fronte di queste considerazioni, si interroga sull'opportunità mancata: «di convocare le associazioni ambientaliste del territorio (senza parere vincolante), per concordare, se proprio importantissimo per il turismo, una diversa collocazione al largo e più in profondità delle statue. Anche noi abbiamo partecipato come partner non commerciale di un privato, al bando per l'assegnazione di spiagge da adibire a lidi ma, con il chiaro intento di sorvegliare (e dimostrare), che esiste e si può fare turismo sostenibile, senza cementificare un solo metro di spiaggia o senza mettere a repentaglio già delicatissimi ecosistemi».
La provocazione è diretta al sindaco Francesco Spina, cui contestano: «l'arroganza delle decisioni imposte tout court, che non rispettano luoghi e persone, ambiente e idee diverse o che peggio fingono di favorire l'ambiente.
Ma forse LEGAMBIENTE utile solo per redigere (gratuitamente), la relazione per l'inserimento della nostra città nella Guida Blu del Touring oppure per certificare con la presenza di Goletta Verde il non inquinamento delle spiagge balneabili; o nel pulire aree degradate e dimenticate come quella prospicente la ex Bi-Marmi, che continua ad essere utilizzata a parcheggio invece che come giardino sul mare, ad esempio.
E che dire invece del progetto gratuito, presentato da tempo sulla riforestazione del parco Unità d'Italia (zona a rischio idrogeologico) con la riplantumazione di piante autoctone e la cura delle piante tutte, per i prossimi vent'anni? Saranno più importanti le visite dei sub o le opportunità create da un ettaro di parco restituito ai cittadini?
Ci spieghi sindaco, ma soprattutto lo spieghi ai cittadini».